Tucciarone C.M., Franzo G., Bianco A., Legnardi M., Berto G., Ramon G., Paulet P., Koutoulis K.C., Drigo M., Cecchinato M.

La Bronchite infettiva (BI) è una delle patologie di maggiore impatto economico in ambito avicolo (Cavanagh & Gelb, 2012), sia dal punto di vista produttivo e della salute animale, con vistosi cali di produzione e compromissione delle performance, sia del management, che si avvale di articolate misure di profilassi e dell’associazione di differenti ceppi vaccinali per assicurare un più ampio spettro di protezione (Jordan, 2017), nei confronti dell’elevata variabilità del virus della Bronchite infettiva (IBV).
Una delle combinazioni più comunemente adottate in Italia e in Europa (Franzo et al., 2016), sulla base di una comprovata efficacia nei confronti di svariati ceppi di campo (Cook et al., 1999), prevede un vaccino basato sul genotipo Mass (H120, M41, Ma5) associato a uno appartenente al genotipo 793/B (1/96, 4/91, CR88), o QX (Franzo et al., 2016). Per ragioni di incompatibilità chimica (Collett, 2013), o per motivi commerciali e legali, talvolta la somministrazione in unica soluzione di due vaccini per via spray non può essere effettuata in incubatoio ad un giorno di vita. Per ovviare a questi limiti è necessario prevedere l’esecuzione di due somministrazioni separate ma consecutive in incubatoio, oppure somministrare la seconda vaccinazione all’arrivo in azienda, pur riconoscendo i limiti pratici intrinseci di questa procedura (Collett, 2013), oltre alla sua onerosità in termini di tempo e manodopera. In aggiunta, una minor copertura vaccinale della popolazione è stata associata a quest’ultima strategia (Yegani & Butcher, 2009), predisponendo quindi ad una maggiore suscettibilità ad eventuali ceppi di campo in ingresso o a reversione a virulenza dei ceppi vaccinali stessi (McKinley et al., 2008). Soprattutto per l’immunizzazione del pollo da carne, una corretta attuazione del protocollo vaccinale con la somministrazione dei due vaccini ad inizio ciclo potrebbe essere sufficiente a garantire un’elevata e duratura protezione. A tale riguardo, la vaccinazione tramite gel introduce un mezzo che può garantire la stessa rapidità operativa della vaccinazione spray e nel contempo la stabilità dei vaccini in caso di somministrazione contemporanea, come già osservato per i vaccini per la coccidiosi (Chapman et al., 2002) e la malattia di Newcastle (Al-Attar & Lee, 2011). Per esaminare l’applicabilità della vaccinazione gel alla profilassi della Bronchite infettiva, è stata quindi pianificata una prova sperimentale che permettesse di valutare la replicazione virale a livello di epitelio respiratorio nel singolo animale, la copertura vaccinale degli animali e i trend dei titoli virali a livello di popolazione. I risultati ottenuti sono stati inoltre confrontati con i dati già presenti sulla cinetica di vaccini analoghi, somministrati via spray (Tucciarone et al., 2018).