Zandonà L., Agnoletti F., Puiatti C., Pozzobon G., Ceruti R., Giovanardi D., Bano L.
Riemerella anatipestifer (RA) è considerato un importante patogeno per gli allevamenti avicoli mondiali. Storicamente l’infezione è associata a polisierositi e setticemie che colpiscono prevalentemente gli anatidi di 1-8 settimane di vita (5).
In Italia i primi focolai di riemerellosi sono stati descritti in tacchini e polli da carne alla fine degli anni 70. In questi episodi la sintomatologia era prevalentemente nervosa e, nel tacchino, era sporadicamente accompagnata ad oftalmiti bilaterali (4,6). Dopo quelle prime segnalazioni la malattia ha continuato ad essere presente negli allevamenti italiani di tacchini da carne con andamento altalenante, mentre nel pollo veniva segnalata nuovamente solo a partire dal 2012, in associazione ad importanti quadri meningoencefalici (1). Il contenimento della malattia è affidato a trattamenti profilattici o terapeutici. Quelli profilattici sono basati sull’impiego di vaccini batterici inattivati la cui efficacia dipende dalla variabilità antigenica dei ceppi circolanti (sierotipi), mentre il trattamento con antimicrobici viene attuato in presenza di sintomatologia clinica. In letteratura sono disponibili poche informazioni riguardo alla sensibilità agli antimicrobici di RA, e riguardano per lo più ceppi isolati da anatidi in paesi extraeuropei (2, 8).Con il presente studio si è voluto indagare l’efficacia in vitro di alcuni antimicrobici nei confronti di ceppi clinici di Riemerella anatipestifer isolati da broiler e tacchini da carne in Italia.