Lupini C., Felice V ., Bonci M., Listorti V ., Laconi A., Cecchinato M., Morandini E., Catelli E.

Le Bursite infettiva (IBD) è una malattia immunosoppressiva del pollo caratterizzata dall’interessamento dei linfociti B e della borsa di Fabrizio dove causa necrosi e deplezione linfocitaria (Eterradossi e Saif, 2013). L’impatto economico di questa malattia è notevole, legato alla mortalità, alle perdite produttive ed all’immunosoppressione che rende gli animali più sensibili a un gran numero di patologie, fra cui le colisetticemie, e riduce l’efficacia delle vaccinazioni (Van Den Berg, 2000). L’agente eziologico è un Avibirnavirus (IBDV), virus a RNA a doppia elica, caratterizzato da una notevole variabilità sia in termini antigenici sia di virulenza. Esistono, infatti, sia ceppi in grado di dare forme cliniche gravi, accompagnate da notevole mortalità ed immunosoppressione che ceppi causa di forme subcliniche, dove l’esito unico dell’infezione è l’immunosoppressione. L’insorgenza di nuove varianti è un evento comune per questo virus, esito dell’occorrenza e dell’accumularsi nel genoma di mutazioni in punti chiave per la virulenza o per l’antigenicità, anche a seguito della pressione selettiva esercitata dalla vaccinazione di massa (Eterradossi e Saif, 2013).  La proteina del capside VP2 è considerata la sede principale sia dei siti antigenici riconosciuti dagli anticorpi neutralizzanti che di quelli fondamentali per la virulenza ed il tropismo cellulare. Dopo la sua prima comparsa negli anni ’60 negli USA (Cosgrove, 1962), la Bursite Infettiva si è diffusa a livello mondiale ed è stata adeguatamente controllata con vaccini classici sino alla fine degli anni ‘80, quando il panorama mondiale si è modificato sia per la comparsa di varianti antigeniche subcliniche negli USA (Rosenbeger e Cloud, 1986), che per la diffusione di ceppi a elevata virulenza in Europa (vvIBDV) (Van Den Berg et al., 1991). In Italia i ceppi vvIBDV hanno causato negli ultimi anni gravi danni al patrimonio avicolo (Moreno et al., 2007, Moreno et al., 2010), e solo l’introduzione sul mercato di vaccini di nuova generazione (ricombinanti o ad immunocomplessi) ne ha permesso il controllo.
Scarsi o addirittura assenti sono invece nel nostro Paese i dati sulla diffusione e sull’impatto economico delle forme subcliniche di IBD. Recentemente è stata svolta un’indagine mediante RT-PCR per IBDV in alcuni allevamenti di polli da carne affetti da ripetuti casi di colisetticemia, vaccinati per IBDV (Bonci et al., 2013).
L’indagine ha permesso di evidenziare 4 ceppi di IBDV (denominati ITA01, ITA02, ITA03, ITA04) la cui analisi di sequenza a livello della proteina VP2, ha evidenziato un genotipo dalle caratteristiche uniche, diverse da tutti i ceppi presenti in GenBank.
Con ogni probabilità si tratta di una variante nuova, in grado di eludere la protezione dei vaccini in uso. Il rinvenimento della variante in allevamenti affetti da infezioni batteriche ripetute fa pensare che essa causi forme subcliniche immunosoppressive, analoghe a quelle osservate negli USA.
Allo scopo di delineare un quadro della situazione di campo il più possibile aderente alla realtà, è stata svolta sul territorio nazionale, in particolare nelle aree a rischio d’infezione, un’indagine sulla diffusione del genotipo ITA nell’allevamento del broiler. Il progetto ha previsto studi longitudinali e campionamenti singoli, per la ricerca di IBDV mediante RT-PCR. I ceppi evidenziati sono stati caratterizzati mediante analisi di sequenza della regione ipervariabile della proteina VP2. Dove possibile i risultati sono stati integrati con i dati produttivi d’allevamento ed i piani vaccinali applicati.