E. Campagnari, R. L. Sperati, P. Pesente, G. Ortali, V. Furlattini, D. Giovanardi

Parole chiave: APEC, fattori di virulenza, PCR, RAPD

La caratteristica di E. coli in tutte le specie animali, compreso l’uomo, è quella di far parte, in gran numero, della normale flora batterica intestinale (ceppi commensali) e di essere la causa, in un numero limitato di ceppi, di infezioni intestinali od extra-intestinali (ceppi patogeni). A questo ultimo gruppo appartengono gli APEC (Avian Pathogenic Escherichia coli).
E’ quindi fondamentale l’uso di un efficiente metodo di differenziazione dei ceppi commensali da quelli patogeni: la tradizionale sierotipizzazione dei ceppi isolati, i test di sensibilità e , negli ultimi anni, i fattori di virulenza, forniscono numerose informazioni per la diagnostica ma non sufficienti per lo studio epidemiologico della malattia.
E’ stato ad esempio dimostrato che ognuno dei sierogruppi prevalenti O1, O2, O78 è composto da cloni geneticamente diversi (9). Forse, anche per quanto sopra esposto, in bibliografia numerosi sono i riferimenti agli agenti infettivi predisponenti la colibacillosi (es. Mycoplasma gallisepticum, virus della bronchite infettiva) mentre solo in pochi lavori è stata approfondita l’epidemiologia degli APEC e le azioni da intraprendere per prevenire e controllare la colibacillosi.In genere i metodi che differenziano il genotipo come la RAPD (1) (6) sono considerati più discriminatori dei metodi fenotipici e la combinazione dei dati dà le informazioni più complete.
La tecnica della RAPD si basa sul principio per cui un singolo oligonucleotide, scelto arbitrariamente, può appaiarsi in siti diversi del genoma su entrambi i filamenti del DNA; se questi distano non più di qualche kb tra loro la regione genica compresa tra essi può essere amplificata. Poiché questo appaiamento avviene in modo casuale più volte nel genoma, si ottiene un profilo di fingerprinting specifico per specie o ceppo.
Alcuni studi hanno valutato le relazioni genetiche tra ceppi patogeni isolati da casi di colisetticemia (3) o da casi di Swollen Head Syndrome, onfaliti e commensali (2) ma non risultano studi su ceppi di E. coli provenienti da casi di colibacillosi lungo la filiera riproduttore-incubatoio-ingrasso.