G. Grilli, L. Gavazzi, G. Manarolla, V. Ferrazzi, D. Gallazzi

Parole chiave: broiler, pododermatite, benessere

Recentemente in seno al comitato veterinario dell’UE si stanno mettendo a punto dei parametri in grado di valutare il benessere del broiler e del tacchino di allevamento intensivo. La dermatite podale è uno dei parametri più attentamente valutati a questo proposito da molti Autori, in quanto considerata da tempo un ottimo indice di valutazione delle condizioni di allevamento (7, 9). La pododermatite è una dermatite da contatto che negli stadi precoci causa depigmentazione della cute, ipercheratosi e necrosi dell’epidermide. Le lesioni possono essere superficiali e quindi non influenzare il normale ritmo di crescita del broiler né il suo stato sanitario. Nei casi più gravi, le erosioni superficiali possono progredire fino a diventare ulcere, causando dolore agli animali e difficoltà di deambulazione con inevitabile scadimento dello stato sanitario e delle performance zootecniche.
In questo caso la soluzione di continuo della cute podale può agevolare le infezioni batteriche degli strati più profondi, soprattutto la stafilococcosi. In caso di guarigione, gli strati cutanei risultano più sottili e di colore più chiaro (6). L’eziologia di questa forma patologica è varia e spesso provocata da più cause concomitanti. Tra i maggiori fattori di rischio sicuramente figura la qualità della lettiera, correlata alla densità degli animali allevati ed alle infezioni enteriche, specialmente neonatali. Più volte si è constatato come l’utilizzo di trucioli di legno determini una prevalenza inferiore di dermatite podale rispetto ad una lettiera a base di paglia, meno igroscopica e più traumatica. Oltre al materiale, più o meno assorbente, utilizzato come lettiera è importante anche il tasso di umidità, notoriamente influenzato sia dalle condizioni climatiche, sia dai sistemi di abbeverata e di ventilazione. Anche l’alimentazione può influenzare l’incidenza delle lesioni podali. Oloyo nel 1991 (8) ha dimostrato come la carenza di biotina e/o riboflavina possa incrementare tali lesioni, e come l’aggiunta di metionina ne diminuisca l’incidenza. L’utilizzo di mangimi con un eccesso di soia può influenzare indirettamente le lesioni, provocando una variazione della consistenza delle feci, che diventano più viscose, con deterioramento qualitativo della lettiera. Quando sono stati vietati i mangimi contenenti farine di carne ed ossa nell’UE, la variazione improvvisa della composizione della dieta ha peggiorato la qualità della lettiera, con aumento di lesioni podali (1). Bruce (2) sostiene che queste lesioni non sembrerebbero legate alla linea genetica, al sesso e all’età di macellazione.
Già da alcuni anni, in Svezia, Ekstrand et al. (3,4,5) hanno proposto un sistema di valutazione delle pododermatiti come indicatore dello standard manageriale, igienico e di allevamento. Questo programma di monitoraggio prevede la valutazione delle pododermatiti al momento della macellazione. Le lesioni vengono classificate in base ad un protocollo che prevede punteggi differenti a seconda della gravità delle lesioni. Queste osservazioni devono essere ovviamente eseguite da personale appositamente addestrato.
La nostra ricerca si propone di valutare l’applicabilità di questo sistema di monitoraggio come indice di benessere alle condizioni dell’avicoltura italiana.