Gobbo F., Zanardello C., Bottinelli M., Budai J., Bruno F., De Nardi R., Patregnani T., Catania S., Terregino C.

Durante gli anni 2021-2022 in Europa si sta osservando una delle più gravi epidemie di influenza aviare ad alta patogenicità (HPAI) con coinvolgimento di avifauna selvatica, uccelli tenuti in cattività e pollame. Tutti i focolai sono stati attribuiti al virus HPAI sottotipo H5 clade 2.3.4.4b, che attualmente risulta il lineaggio maggiormente diffuso a livello globale (Eurasia, Africa, Nord America). Alcuni di questi isolati virali hanno un potenziale zoonotico, testimoniato da marcatori genetici che indicano un crescente adattamento ai mammiferi e da numerose segnalazioni di infezione con questo patogeno in diverse specie di mammiferi selvatici e nell’uomo (EFSA, 2022). Da ottobre 2021 a gennaio 2022, il territorio italiano è stato colpito da diverse incursioni del clade 2.3.4.4b H5N1 HPAIV sia nell’avifauna selvatica sia domestica. Il cluster più importante di infezione è stato registrato in V eneto, territorio geografico caratterizzato da una peculiare combinazione di Densely Poultry Populated Areas (DPPAs) e zone umide e quindi considerato a più alto rischio di introduzione di HPAIV attraverso gli uccelli acquatici migratori. Il 18 ottobre 2021, il primo focolaio ad alta patogenicità H5N1 clade 2.3.4.4b si è verificato in un allevamento industriale di tacchini da carne, situato nel “core” della DPPA della provincia di V erona. Nonostante le autorità sanitarie abbiano immediatamente adottato numerosi provvedimenti volti a mitigare urgentemente la diffusione dell’infezione da HPAI (abbattimento degli animali infetti, Zona di Protezione ZP, Zona di Sorveglianza ZS e Zona di ulteriore Restrizione ZUR), un gran numero di focolai secondari sono stati osservati con una distribuzione centripeta rispetto al primo focolaio (Index Case) in tutte le principali categorie avicole della regione V eneto. Le successive attività di monitoraggio e controllo applicate durante l’emergenza epidemica nell’area colpita da HPAI H5N1 hanno chiaramente evidenziato che i tacchini e i polli da carne sono state le specie più colpite. Durante l’epidemia italiana segni clinici e aumento della mortalità sono stati riportati in tacchini, ovaiole, anatre commerciali, faraone, quaglie e fagiani, mentre nella categoria broiler numerosi focolai sono stati confermati solo grazie alle attività di monitoraggio attivo e in assenza di significativo aumento della mortalità giornaliera, di sintomatologia sospetta o di alterazione dei parametri produttivi. Inoltre i risultati laboratoristici di tali attività sanitarie hanno permesso di evidenziare che i tamponi orofaringei e/o tracheali campionati da broiler vivi in azienda presentavano una minore frequenza di campioni positivi e/o una minore carica virale (Ct) se comparati con le altre categorie produttive infette (tacchino, ovaiole, faraona e quaglia). Queste evidenze di campo e di laboratorio hanno quindi portato all’emanazione di controlli più approfonditi nell’intero settore avicolo con test virologici obbligatori su tutti i volatili morti presenti in azienda e specificatamente per il settore broiler un protocollo per la movimentazione al macello includente visita clinica e raccolta di 60 tamponi orofaringei/tracheali da ogni capannone dell’allevamento in animali vivi (concentrandosi su eventuali soggetti sintomatici o malati) e tampone tracheale obbligatorio da tutti i volatili morti di giornata o dei giorni precedenti il carico. Tali misure combinate si sono rivelate efficaci nella detection tra ottobre e dicembre 2021del virus H5N1 HPAI in 15 gruppi di polli da carne asintomatici su 961 esaminati (2%) e pronti per il carico per il macello. Inoltre sette di questi focolai (1%) sono stati confermati positivi per IA solo grazie ai risultati dei test di laboratorio effettuati su volatili morti. Successivamente, da gennaio 2022 fino alla fine dell’ondata epidemica (marzo 2022), nessun gruppo di broiler (0% su un totale di 1206 testati) è risultato positivo per IA durante i test pre-movimentazione. Lo scopo del presente lavoro è descrivere i risultati delle attività diagnostiche svolte in un allevamento commerciale di broiler dopo 72 ore dalla conferma laboratoristica di positività per HPAIV H5N1 in uno dei due capannoni testati in pre-movimentazione e in assenza di aumento di mortalità, segni clinici o alterazione di parametri produttivi.