Cesca A., Siclari C., Vasumi G., Alberti S.
La colibacillosi è una delle patologie dei polli da carne ovaiole e riproduttori che maggiormente causa perdite economiche e mortalità (Camarda, 2009). Spesso si considera Escherichia coli come un batterio di irruzione secondaria o di isolamento occasionale la cui patogenicità si esprime dopo disequilibri o disfunzioni dell’apparato respiratorio o immunosoppressione o altre cause infettive o non infettive. In situazioni critiche in cui i trattamenti antibiotici non risultano risolutivi si pensa ad un approccio immunologico soprattutto in animali di pregio con performance non ottimali o in quelle situazioni critiche in cui per motivi di resistenza o commerciali i trattamenti antibiotici sono da evitare (Düngelhoef et al., 2014; Fischer et al., 2017). Diversi studi hanno dimostrato i vantaggi ottenuti sulle performance con un’immunità attiva cellulo-mediata con un vaccino vivo per E. coli deleto del gene aro A e l’economicità del gruppo in diverse situazioni (La ragione et al., 2013; Mombarg et al., 2014, Alberti 2016, Alberti et al., 2019), altri studi hanno dimostrato come la presenza di un vaccino vivo per E. coli modifichi il microbioma intestinale e apporti dei benefici economici diretti ed indiretti in più categorie produttive che giustificherebbe un approccio immunologico di routine in ogni pollo (Smialek et al., 2020) o tacchino (Chrétien et al., 2021).
In questo studio abbiamo analizzato allevamenti moderni con un buon management in tre categorie commerciali: riproduttori, ovaiole commerciali e polli da carne standard, confrontando i risultati degli animali con o senza immunità attiva verso E. coli.