Azzolini A., Fornasiero D., Scolamacchia F., Gobbo F., Salviato A., Cunial G., Dalla Costa A., Di Martino G., Terregino C., Mulatti P.
La sorveglianza passiva è la principale strategia attuata in Italia per l’individuazione di virus influenzali circolanti in popolazioni di volatili selvatici. Questo tipo di sorveglianza si basa sul rilevamento in campo di esemplari di volatili morti, o con sintomatologica clinica associabile ad Influenza Aviaria (IA).
La sorveglianza passiva risulta uno strumento efficace nell’individuazione di circolazione di virus ad alta patogenicità, data l’alta mortalità della malattia (Breed et al., 2012, DeLiberto et al., 2009, Knight-Jones et al., 2010). II successo di questa strategia dipende dalla rapida capacità di mettere in evidenza i nuovi casi, dall ‘efficienza di spedizione dei campioni ai laboratori diagnostici qualificati, alle tempestive analisi, alla segnalazione immediata dei risultati diagnostici e alla veloce implementazione di protocolli prestabiliti in caso di positività. II principale limite di questo approccio, tuttavia, è legato al fatto che la maggior parte degli eventi di morbilità e mortalità possano passare inosservati se coinvolgono pochi soggetti, o se avvengono in aree poco frequentate dagli esseri umani, o possono non risultare utili ai fini diagnostici in caso di predazione o decomposizione delle carcasse (DeLiberto et al., 2009). Un altro importante limite consiste nella difficoltà di utilizzare la sorveglianza passiva per individuare la circolazione di ceppi di IA a bassa patogenicità, con bassa mortalità e individui asintomatici (Baumer et al., 2010; Flint et al., 2015; Galletti et al., 2018; Breed et al., 2012; Hjulsager et al., 2012).
I limiti della sorveglianza passiva evidenziati in letteratura sono emersi anche nel contesto dell’epidemia di IA ad alta patogenicità (HPAI) sostenuta dal ceppo virale H5N8, responsabile di 83 focolai negli allevamenti domestici tra il 2016 e 2018, principalmente nelle regioni del nord Italia. Come suggerito dallo scarso numero di casi individuati nei volatili selvatici, confronto a quanto osservato negli altri stati europei (Verhagen et al., 2017; Mulatti et al. , 2018), le attività di sorveglianza sono verosimilmente risultate non ottimali per la valutazione della circolazione virale nella popolazione selvatica.
L’inefficacia del sistema è probabilmente dovuta alla mancanza di precise e uniformi istruzioni operative sulle modalità di raccolta, conservazione e consegna dei volatili trovati morti per la ricerca dei virus. Le carenze evidenziate nel sistema di sorveglianza passiva impongono la necessità di strutturare in maniera sistematica i piani di campionamento per l’avifauna selvatica, tenendo in considerazione: le popolazioni stanziali, i periodi di migrazione, e l’ecologia delle diverse popolazioni di volatili acquatici selvatici presenti sul territorio. Per questo motivo, tra il 2017 e 2018 1’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha pianificato ed attuato una serie di attività volte ad intensificare la sorveglianza per IA nelle popolazioni di volatili selvatici presenti in Italia. Queste attività rientrano in programmi di sorveglianza attiva per la valutazione della circolazione di virus influenzali nell’avifauna acquatica migratoria e nelle popolazioni dei selvatici stanziali, oltre ad un programma di campionamento ambientale di raccolta di feci fresche.