Boldini S., Russo E., Fregnani G., Tosi G., Beoni M., Fiorentini L., Magrini M., Trevisani G., Parigi M.
La malattia di Newcastle (ND) è una patologia del pollame, sostenuta da un Paramixovirus sierotipo 1 (APMV-I), Avulavirus aviario-l (AvAV-l) secondo la nuova nomenclatura[l]. Patogenicità e sintomatologia clinica sono molto variabili a seconda del ceppo coinvolto. Si distinguono, infatti, cinque patotipi: velogeno viscerotropo, velogeno enterotropo, mesogeno, lentogeno e avirulento [3]. NDV può infettare tutte le specie di avicoli commerciali ed alcune specie di uccelli selvatici con ruolo di reservoir [2,3]. È endemica nel pollame in gran parte del mondo [2,5] e la malattia sostenuta da ceppi velogeni è soggetta a denuncia obbligatoria e inclusa nella lista A dell’Office International des Epizooties (OIE) [4]. In seguito alla grave epidemia di ND del 2000 [6] è stata recepita la direttiva comunitaria 92/66/CEE attraverso il DPR 657/96 e sue successive modifiche, il quale stabilisce il protocollo vaccinale minimo obbligatorio per ogni specie allevata sensibile ad APMV-I [7] (nota prot. 600.6/24461/25N/118). La profilassi indiretta, associata a efficaci misure di biosicurezza, è, infatti, l’unico mezzo di controllo effettivo e prevede l’utilizzo di vaccini vivi e vaccini inattivati (rispettivamente ICPI <0,4 e <0,7 dir. 93/152/EEC). Dal 4 giugno 2019 è entrato in vigore il nuovo piano vaccinale secondo il quale, per ovaiole e riproduttori, sono obbligatori due interventi vaccinali con vaccino vivo attenuato (il primo in incubatoio) e uno con vaccino inattivato prima dell’entrata in deposizione. Secondo la normativa, inoltre, è possibile utilizzare anche i vaccini ricombinanti, qualora il nuovo piano vaccinale assicuri per tutta la durata del ciclo produttivo un’immunità superiore o uguale a quella indotta dal piano vaccinale suggerito dal ministero, che prevede solo l’utilizzo di vaccini tradizionali.
I test sierologici sono lo strumento più semplice per valutare l’efficacia della vaccinazione, i più utilizzati in diagnostica di routine sono: l’inibizione dell’emoagglutinazione (HI), utilizzata ufficialmente per la valutazione del titolo anticorpale medio, e i Kit commerciali ELISA [9], che possono essere costruiti al fine di evidenziare la risposta ad un ceppo di campo o ai vaccini, anche vettorizzati (IDvet, BioCheck) [10].
La continua evoluzione dell’industria avicola, degli aspetti sanitari ad essa correlati e l’innovazione in campo vaccinale, hanno creato la necessità di una rivalutazione degli aspetti normativi che disciplinano il controllo della malattia sul territorio italiano. Lo scopo del presente monitoraggio è ottenere dati sierologici con differenti metodiche, che possano fornire un supporto nella pianificazione mirata degli interventi vaccinali ND in fase pollastra.