Smoglica C., Di Francesco C.E., Profeta F., Muhammad F., Di Giannatale E., Toscani T., Marsilio F.

L’uso eccessivo di molecole antimicrobiche rappresenta ancora una delle principali cause dell’instaurarsi dell ‘antimicrobico resistenza (AMR), responsabile ogni anno di circa 25.000 decessi solo in Europa (Marston et al., 2016).
In base ai dati più recenti, il consumo di antibiotici nel mondo è aumentato del 65% negli anni compresi tra il 2000 e il 2015, raggiungendo i 42 bilioni di dosi definite giornaliere (defined daily doses o DDDs) (Cycofi et al., 2019). In Europa, i principali Paesi consumatori di antibiotici nel 2017 sono stati Spagna, Francia e Cipro, al contrario Italia, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Norvegia, Svezia e Regno Unito registrano una riduzione significativa del loro utilizzo (ECDC, 2018).
Il trasferimento orizzontale di geni di resistenza (Antibiotic Resistance Genes o ARGs) è un importante fattore di disseminazione dell’AMR nell ‘ambiente, in grado di portare alla selezione e al mantenimento di batteri multi-resistenti. A questo meccanismo si associa la pressione selettiva esercitata dai residui degli antibiotici che vengono eliminati nelle acque e nel terreno attraverso i reflui fognari e le deiezioni animali, spesso utilizzate come fertilizzanti in agricoltura (Bouki et al., 2013; Daghrir and Drogui, 2013; Wu et al., 2014).
I sistemi di monitoraggio più comuni pervalutare la diffusione di batteri multi-resistenti e dei relativi geni di AMR sono basati sull ‘isolamento di singole specie batteriche a partire da campioni biologici e ambientali e sulle relative prove di antibiogramma.
Tale approccio, oltre a richiedere tempi di esecuzione relativamente lunghi, permette di evidenziare un limitato numero di batteri resistenti, che rappresentano solo una parte del microbiota intestinale e quindi del resistoma, inteso come il complesso degli ARGs che conferiscono AMR ai batteri stessi (Munk et al., 2018).
Al contrario, la ricerca diretta di sequenze specifiche per ARGs mediante prove biomolecolari potrebbe rappresentare uno strumento alternativo di monitoraggio e verifica della presenza di AMR in ambienti ad alta densità microbica come gli allevamenti intensivi. Tale approccio potrebbe aiutare anche ad evidenziare i cambiamenti che possono verificarsi nella composizione del resistoma del tratto intestinale degli animali, in seguito all’applicazione di diverse misure di controllo e profilassi delle infezioni.
Scopo di questo lavoro pertanto è stato di valutare in allevamenti tradizionali di broiler e tacchini del Centro Italia la distribuzione degli ARGs associati alla resistenza nei confronti delle più comuni classi di antibiotici utilizzate nella terapia delle infezioni batteriche.