Tugnoli B., Sangiovanni M., Ghiselli F., Felici M., Fiorentini L., Parigi M., Tosi G., Piva A., Grilli E., Massi P.
La coccidiosi è una delle più comuni ed economicamente più importanti patologie del settore avicolo, causata da protozoi appartenenti al genere Eimeria, Tale patologia intestinale è caratterizzata da una forte riduzione delle performance di crescita degli animali con un impatto economico stimato in 25-3 miliardi di dollari di perdite ogni anno. Inoltre, il danno alla mucosa intestinale causato da Einleria spp è considerato il principale fattore predisponente dell’enterite necrotica causata da C. perfringens, largamente ritenuta una delle principali minacce per l’industria avicola globale (Quiroz-Castaneda & Dantan-Gonzalez, 2015; Timbermont et al. , 2011).
Una corretta gestione dell’allevamento è fondamentale per il controllo della patologia, ma data la sua frequenza e la sua diffusione sono necessari una prevenzione ed un controllo di tipo farmacologico. Tali trattamenti prevedono l’utilizzo, sotto regolamentazione, di farmaci anticoccidici (coccidiostatici), solitamente alternati a programmi di vaccinazione nei periodi estivi (Quiroz-Castaneda & Dantan-Gonzalez, 2015).
In particolare in Europa, l’intento è quello di cessare gradualmente l’utilizzo di coccidiostatici, per cui è di grande interesse lo sviluppo di prodotti alternativi da introdurre anche attraverso la dieta dell ‘animale. Lo studio della coccidiosi si basa principalmente su studi in vivo con animali sottoposti a challenge con Einleria, mentre gli studi in vitro sono pochi a causa di una difficile standardizzazione del protocollo. Inoltre, per recuperare le oocisti da cui partire per eseguire la fase in vitro, solitamente viene utilizzato l’animale come incubatore. Dato l’interesse nello sviluppare nuove sostanze anticoccidiche e in accordo con i principi delle “3R” (Replacement, Reduction, Refinement), secondo cui i metodi alternativi in vitro sono da preferire, è opportuno elaborare un metodo in vitro che possa permettere test di screening di molecole bioattive per valutarne le proprietà anticoccidiche.
L’obiettivo di questo studio è l’elaborazione di un protocollo di recupero di oocisti di Eimeria da campioni di campo e la riproduzione dell’infestazione in vitro su un modello cellulare.