A. Moreno-Martin, P. Cordioli, G. Sala, S. Rigola, A. Lavazza

Parole chiave: influenza A, ELISA, ricerca antigene

Durante l’epidemia di influenza aviaria che ha interessato le regioni del nord Italia negli anni 1999 e 2000, sostenuta da un virus tipo A H7N1, si è evidenziata la necessità di disporre di metodiche diagnostiche rapide per una prima identificazione virale. La metodica diagnostica ufficiale di isolamento ed identificazione virale, che richiede tempi di risposta più lunghi, si basa sull’impiego di uova embrionate di pollo SPF (UEP) spesso di limitata disponibilità per i laboratori. Tuttavia, essa consente l’identificazione del sottotipo virale.
D’altra parte, da tempo è possibile utilizzare una tecnica Double Antibody Sandwich ELISA, con anticorpi monoclonali, per rilevare la presenza della nucleoproteina del virus influenzale tipo A nel liquido allantoideo di uova embrionate inoculate con materiale derivato da diverse specie animali (suino, equino, aviare), uomo compreso. Notoriamente questa tecnica assicura elevata sensibilità e specificità e presenta una relativa semplicità di esecuzione; non consente però di giungere alla diagnosi di sottotipo per la quale si deve ricorrere all’inibizione dell’emoagglutinazione con gli antisieri corrispondenti.
Al fine di ridurre i tempi di risposta si è testato il metodo ELISA, anche a partire direttamente da campioni di visceri di volatili di diverse specie con sintomatologia clinica o comunque sospetti di infezione influenzale.
E’ comunque da sottolineare che gli esiti analitici al fine di una diagnosi di certezza, richiedono comunque la conferma tramite le metodiche ufficiali di isolamento ed identificazione virale.