S. Beretta, G. Grilli, D. Gallazzi
Parole chiave: Isospora spp., Turdus spp., ritmo circadiano
Lo studio delle coccidiosi aviarie é molto antico e numerosissimi lavori sono stati pubblicati, anche riguardanti le specie di passeriformi selvatici.
La prima descrizione di Isospora dei passeriformi risale al 1893. In quell’anno Labbé riferì di aver isolato dal cardellino (Carduelis carduelis) un protozoo, che denominò Diplospora lacazii, in seguito indicato come Isospora lacazei. Da quel momento sono state pubblicate numerose ricerche sull’infezione da Isospora spp. nelle specie selvatiche, anche alcune relative alla presenza di un ritmo circadiano nella escrezione delle oocisti in alcuni passeriformi (1,2,4,6,7). Le prime osservazioni al riguardo furono fatte da Boughton (1), il quale segnalò la presenza di un caratteristico andamento nell’eliminazione delle oocisti nel passero inglese (Passer domesticus) ed in altri uccelli passeriformi. Questo Autore riuscì a dimostrare che con la normale condizione di luce diurna tutti gli uccelli esaminati mostravano più alti livelli di oocisti di Isospora spp durante le ore pomeridiane, mentre risultava invertita la comparsa delle oocisti in condizioni di luce artificiale, con buio e riposo durante il giorno e illuminazione durante la notte. Lo stesso Autore stabilì inoltre che il caratteristico ritmo di escrezione del parassita non veniva alterato da digiuno durante le ore del mattino o
del pomeriggio purchè fossero mantenuti normali periodi di luce o buio. Schwalbach (7,8) confrontando il ritmo di escrezione di Isospora ed il comportamento dell’ospite (passero e cincia) vi trovò un nesso profondo, fornendo anche importanti delucidazioni riguardo alla trasmissione dell’infezione coccidica. I passeri domestici sono uccelli gregari che si riuniscono durante le prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio per raggiungere i luoghi di alimentazione, che vengono frequentati per più giorni consecutivi. Qui eliminano le feci più ricche di oocisti che vengono reingerite durante la toelettatura, i bagni di sabbia e l’assunzione di cibo. la massima escrezione di oocisti si ha spesso solo nelle ore notturne così che risultano infettati i loro giacigli abituali. Tutto ciò finalizzato a mantenere uno stretto rapporto ospite/parassita come successivamente confermato dallo stesso Autore anche nelle cinciallegre (Parus maior) e da Cringoli (4). Tutte queste osservazioni ci hanno stimolato a controllare se anche in altre specie di uccelli canori, come quelle del genere Turdus, comuni nelle nostre regioni, si verificasse lo stesso fenomeno.