G. Grilli, F. Battistoni, T. Rampin, Z. Bernardi, D. Gallazzi

Parole chiave: tacchino, coccidi.

Nel tacchino la coccidiosi è sempre stata valutata come un problema sanitario di entità ed importanza economica ridotta. Questa opinione è attualmente sottoposta a verifica critica alla luce del fatto che la selezione genetica, se da un lato ha migliorato le performance produttive dei soggetti, dall’altro ha reso gli animali più vulnerabili anche a patologie comuni (1, 3, 7). Inoltre la coccidiosi nel tacchino pare un’entità morbosa dai contorni non ben definiti. Infatti mancano sicuri rilievi di tipo clinico e alterazioni intestinali costanti (1, 2, 3, 5, 6, 9) e la diagnosi richiede necessariamente il riscontro microscopico di oocisti nel contenuto intestinale o nelle feci. Anche nella nostra situazione produttiva si verifica talvolta il sospetto che forme enteriche giovanili possano essere riferite a coccidiosi. Ciò soprattutto all’osservazione che il trattamento con Amprolium riduce la sintomatologia, come segnalato anche all’estero da Sandstrom (8).