M. Tamba, G. Tosi, P. Massi, F. Bacchiocchi
Parole chiave: Malattia di Newcastle, Pseudopeste Aviare, protezione, vaccinazione
In seguito alla recente epidemia di Malattia di Newcastle il Ministero della Sanità ha emanato un piano nazionale di vaccinazione con lo scopo di aumentare l’immunità della popolazione avicola
italiana nei confronti di questa malattia. Il piano nazionale inizialmente prevedeva per i broiler almeno due interventi vaccinali: il primo all’incubatoio (1 giorno di vita) mediante l’utilizzo di un vaccino vivo attenuato, seguito da almeno un richiamo con vaccino inattivato.
In seguito alla richiesta del mondo produttivo l’obbligatorietà dell’uso di un vaccino spento come richiamo è venuta meno, tuttavia è stata confermato l’obbligo della vaccinazione e dei due interventi. La sommini-strazione di vaccino inattivato per via parenterale stimola una valida risposta umorale (2), necessaria alla completa protezione dall’infezione.
L’immunità cellulo-mediata, infatti, non è sufficiente da sola a proteggere dal challenge con virus patogeno, che invece si ottiene in presenza di titolo anticorpale (1). Da tempo inoltre è noto che, in caso di infezione, all’aumentare del titolo anticorpale indotto dalla vaccinazione diminuisce la durata e la quantità di virus escreto dagli animali infetti (3). Scopo del presente lavoro è quello di confrontare l’efficacia dei piani vaccinali che prevedono l’impiego di un vaccino inattivato con quelli che prevedono esclusivamente l’uso di vaccini vivi attenuati.