A. PICCIRILLO, A. BAIANO, A. MORENO MARTIN, M. CALABRIA, M. SENSALE, S. TROISI, A. FIORETTI, P. CORDIOLI

Parole chiave: Orthomyxovirus, Paramyxovirus, passeriformi, epidemiologia

Da tempo gli uccelli selvatici sono considerati importanti serbatoi di virus influenzali di tipo A e Paramyxovirus aviari, agenti eziologici di due devastanti malattie del pollame domestico (1, 5). In particolare, si ritiene che gli uccelli acquatici, appartenenti soprattutto all’ordine degli Anseriformes, rivestano un ruolo centrale nell’ecologia dei virus influenzali e nella loro diffusione e mantenimento in natura, mentre molto raro è l’isolamento di questi virus dai Passeriformi (10, 11).
L’ordine dei Passeriformes rappresenta uno dei gruppi ornitici più eterogenei. Conta, infatti, oltre 5.000 specie con diverse abitudini alimentari (insettivori, granivori e carnivori) e comportamentali (stanziali, migratori a lungo, medio e corto raggio) (7).
Da un punto di vista epidemiologico, notevole interesse viene rivolto a quelle specie migratorie che, contraendo un più o meno stretto rapporto con ambienti antropizzati, compresi gli allevamenti intensivi di pollame domestico, possono svolgere un ruolo importante nella diffusione e nel mantenimento in natura dei virus (2). Gli spostamenti effettuati da queste specie possono ricoprire anche vasti territori, che si estendono dalla zona Sub-Sahariana fino al Nord-Europa. In particolare, l’Italia è scelta da molte specie come zona di svernamento e nidificazione e come ponte per i Paesi nord europei (8).
La presente indagine è stata effettuata con lo scopo di apportare nuovi dati riguardo al coinvolgimento epidemiologico degli uccelli selvatici, ed in particolare dei Passeriformi, nella diffusione dei virus influenzali e dei Paramyxovirus aviari.