Lupini C., Cecchinato M., Ricchizzi E., Pesente P ., Sperati Ruffoni L., Catelli E.

I Metapneumovirus Aviari (AMPV) sono virus ad RNA appartenenti alla famiglia delle Paramyxoviridae ed al genere Metapneumovirus. Sono causa nel tacchino di una infezione delle prime vie respiratorie nota come Rinotracheite del Tacchino (TRT), mentre nel pollo sono responsabili di forme respiratorie più o meno lievi, che possono sfociare nella Sindrome della Testa Gonfia. Sono stati sino ad ora individuati 4 sottotipi di AMPV (A, B, C e D), distinti variamente fra loro sia dal punto di vista genetico che biologico e sierologico. I sottotipi A e B sono i più diffusi a livello mondiale essendo presenti in Europa, Asia, Centro e Sud America ed inoltre in Africa, dove l’infezione è comparsa per la prima volta alla fine degli anni 70 (Gough e Jones, 2008).
In Italia l’infezione si è diffusa a partire dal 1987 (Fabris e D’Aprile, 1990).
Successivamente si è endemizzata nelle Regioni a maggior vocazione avicola, con prevalenza del sottotipo B (Catelli et al., 2004; Catelli, 2006). Per il controllo TRT sono utilizzati vaccini vivi attenuati; fra quelli disponibili nel nostro Paese è diffuso l’utilizzo del sottotipo B, somministrato nei tacchini da carne, via spray, in incubatoio. E’ stato dimostrato che ceppi vaccinali possono essere evidenziati tramite RT -PCR fino alla quarta settimana di età (Catelli et al., 2010), associati o meno a sintomatologia respiratoria. In presenza di forme cliniche risulta necessario poter discriminare tra ceppi di campo e di origine vaccinale.
L’analisi della sequenza del gene G di numerosi ceppi AMPV sottotipo B isolati in varie aree geografiche del mondo (Cecchinato et al., 2009), ha rivelato la presenza, nella sola sequenza del vaccino B (ceppo VCO3) maggiormente utilizzato in Italia, di un sito di riconoscimento dall’enzima di restrizione Msel. Tale sito è localizzato nell’amplicone che si ottiene con il protocollo di RT nested-PCR messo a punto da Naylor et al. (1997), e comunemente impiegato in Europa per la diagnosi delle infezioni da AMPV e la distinzione fra sottotipi A e B.
Basandosi su queste evidenze, è stato messo a punto e testato su alcuni AMPV isolati in Italia, inclusi i ceppi precoci isolati da Catelli et al. (2010), un protocollo di PCR-Restriction Fragment Length Polymorphism (RFLP) in grado di discriminare fra ceppi sottotipo B di campo e vaccinali.