Conzo G., Dotto G., Cassano D., De Guz D., Piccirillo A.
La Malattia del becco e delle penne degli psittacidi (PBFD) fu descritta per la prima volta negli anni ‘70 in Australia in diverse specie di Cacatua (Pass & Perry, 1984).
In seguito la presenza di questa malattia è stata riportata in numerosi altri Paesi del mondo, compresa l’Italia (Conzo et al., 1997, Bert et al., 2005).
La PBFD è stata descritta in più di 40 specie di pappagalli e virtualmente tutte le specie di Psittaciformi sono ritenute sensibili all’infezione (Gerlach, 1994; Cross, 1996), sebbene quelle originarie del Sud America siano considerate più resistenti in quanto più raramente sviluppano la malattia (Kondiah et al., 2005). Poiché la presentazione clinica della PBFD varia da specie a specie (Gerlach, 1994; Harrison, 2006), si è ipotizzato che vi possa essere una specie-specificità dei ceppi virali nei confronti delle diverse specie di pappagalli (Bassami et al., 2001; Varsani et al., 2011).
L’ultimo studio sulla diversità genetica del Circovirus della PBFD (Varsani et al., 2011) ha proposto la classificazione dei ceppi virali in 14 cluster, identificati con lettere in ordine alfabetico dalla A alla N, cui si aggiungono 3 cluster nettamente separati dai precedenti ed isolati esclusivamente da Pappagallini ondulati (Melopsittacus undulatus), per i quali è stata proposta una riclassificazione tassonomica come nuova specie “Budgerigar Circovirus” (BCV). Mentre alcuni ceppi presentano una localizzazione geografica specifica, per altri si osserva una certa distribuzione apparentemente casuale, probabilmente correlata al commercio internazionale di uccelli ornamentali.
La nostra indagine, prima in Italia sull’analisi genetica di ceppi virali della PBFD, si è proposta di identificare, con metodi biomolecolari, la presenza di Circovirus della PBFD nelle diverse specie di psittacidi detenute in cattività nel territorio italiano e confrontare le sequenze nucleotidiche di porzioni del genoma di questi, tentando di mettere in risalto la possibile variabilità esistente tra i vari ceppi in rapporto alla distribuzione geografica, alla specie e alle manifestazioni cliniche.