Bano L., Giovanardi D., Bacchin C., Ferro T., Drigo I., Agnoletti F.
Il bando dell’utilizzo dei promotori di crescita con attività antimicrobica e delle fonti proteiche di origine animale quali le farine di pesce, ha determinato negli allevamenti avicoli un aumento delle patologie gastroenteriche e in particolare di quelle che vedono implicato C. perfringens quali l’enterite necrotica e la disbatteriosi (Ven Immersel et al., 2009). C. perfringens è infatti in grado di causare malattia in seguito ad una sua proliferazione nel tubo gastroenterico e alla conseguente produzione di tossine tra le quali la tossina NetB che è stata intimamente associata alla comparsa sia della forma clinica che di quella subclinica di enterite necrotica (Keyburn et al., 2008). Il controllo di queste patologie è affidato all’azione di antimicrobici attivi nei confronti di batteri Gram-positivi, fra i quali i beta-lattamici, i macrolidi, le tetracicline, le pleuromutiline, i lincosamidi e, fuori Europa, la zinco-bacitracina. L’impiego di farmaci dovrebbe essere mirato nei confronti del ceppo di C. perfringens isolato in corso di malattia e possibilmente caratterizzato per quanto riguarda la presenza di alcuni markers genetici di patogenicità, ma tale approccio non è quasi mai attuabile poiché i tempi d’isolamento e di esecuzione di saggi di farmacosensibilità per gli anaerobi sono incompatibili con la necessità di trattare gli animali rapidamente per evitare pesanti perdite zootecniche.
Nasce quindi l’esigenza di periodici report sull’andamento delle farmacoresistenze di questo microrganismo, possibilmente mirati a testare l’efficacia di principi attivi registrati per le specie target, privilegiando ceppi isolati in corso di malattia.
Con il presente studio si è voluto quindi determinare la MIC di alcuni antimicrobici impiegati nel pollame, verso ceppi clinici di C. perfringens isolati da broiler, tacchini da carne e galline ovaiole.