Drigo I., Pascoletti S., Gobbo F., Catania S., Moret C., Agnoletti F., Bano L.

La spettrometria di massa basata sulla tecnica MALDI-TOF (Matrix-Assisted Laser Desorption Ionization-Time Of Flight) è stata recentemente introdotta nei laboratori di diagnostica microbiologica e si è dimostrata un valido e veloce strumento per l’identificazione batterica. Numerosi studi in campo umano hanno infatti dimostrato come questa tecnica possa efficacemente sostituire i test fenotipici classici per l’identificazione della maggior parte dei patogeni batterici routinariamente isolati dai campioni clinici (1-4).
Il principio su cui si basa la tecnologia MALDI-TOF è la possibilità di separare una miscela di ioni in funzione del loro rapporto massa/carica (m/z). Il campione opportunamente trattato viene irradiato con un laser pulsato che ne permette il desorbimento e la ionizzazione, gli ioni così prodotti vengono accelerati grazie all’esposizione ad un campo elettrico e separati in base alla loro m/z attraverso la corsa lungo un tubo di volo posto sottovuoto (5). Nel caso specifico dell’identificazione batterica, il materiale di partenza è un estratto proteico del microorganismo mescolato con un’idonea matrice che ne favorisce la ionizzazione.
Il risultato della corsa è costituito da uno spettro proteico che risulta differente tra microorganismi appartenenti a diverse specie e nel quale vengono riportati i valori m/z di tutte le proteine ionizzate. Il passaggio finale che porta all’identificazione è la comparazione di questi ingerprints proteici con un database di spettri di referenza mediante l’uso di specifici algoritmi i quali generano una lista di possibili specie di appartenenza con un valore indicante l’affidabilità di ciascun abbinamento (1, 6).
Numerosi studi hanno valutato e messo in luce l’utilità e l’affidabilità della spettrometria di massa in ambito umano ma i dati sono ancora mancanti per quanto riguarda l’applicazione in campo veterinario (1-4, 7, 8). Lo scopo di questo lavoro preliminare è stato quindi quello di valutarne l’applicazione per l’identificazione di specie batteriche clinicamente rilevanti per il pollame.