Fiorentini L., Tosi G., Milandri C., Usberti R., Rosetti M., Ricci G., Casadio M., Massi P.

Dal 2005 l’infezione zoonotica segnalata con maggior frequenza nell’uomo è la Campilobatteriosi di cui si è registrato un continuo aumento del numero di casi negli ultimi anni. Con oltre 190.000 episodi di malattia diagnosticati ogni anno nell’uomo, rappresenta la zoonosi alimentare più frequentemente segnalata nell’Unione Europea (UE). La principale fonte d’infezione è il consumo di carne di pollame poco cotta o di prodotti alimentari pronti per l’uso venuti a contatto con carne di pollame cruda. La manipolazione sicura della carne cruda e di altri ingredienti alimentari crudi, una buona cottura ed un’attenta igiene, possono prevenire o ridurre il rischio posto dai cibi contaminati. Al ine di proteggere i consumatori da questa minaccia alla salute pubblica, l’Unione Europea ha adottato un approccio integrato alla sicurezza alimentare che coinvolge l’intera filiera, dall’allevamento alla tavola. Tale approccio si basa sull’analisi dei dati di prevalenza e antibiotico-resistenza e sulla valutazione dei rischi posti da questo battere. Gli studi condotti dall’UE, hanno riscontrato un’elevata prevalenza di Campylobacter nel pollo da carne. In media il battere è stato rinvenuto a livello intestinale nel 71% dei casi (dato Europeo) e nel 72,3% dei casi (dato Italiano).
Sul totale dei ceppi batterici isolati, il 60% era rappresentato da C. jejuni; il 45% da C. coli e lo 0,2% da C. lari. (Di Giannatale E. et al, 2010; Ricci A. et al, 2006).
In Emilia Romagna, nel 2008, sono stati analizzati 100 lotti di macellazione: la ricerca di Campylobacter spp. termoili in campioni ciecali, ha evidenziato positività nel 52% dei lotti testati. (Rugna et al, 2009) Le conoscenze sulle vie di contaminazione del pollame in allevamento non sono ancora del tutto deinite, ma il livello di biosicurezza, la stagionalità, l’età degli animali, l’alimento e le terapie somministrate sono tutti fattori fortemente correlati alla diffusione del Campylobacter negli allevamenti avicoli. La contaminazione delle carni avviene durante le fasi di macellazione, attraverso il contatto con materiale fecale. Per questo motivo, la fase di eviscerazione risulta un punto critico, questo perché negli avicoli e, specialmente nel broiler, la colonizzazione del Campylobacter avviene in maniera imponente e asintomatica a livello ciecale. Quest’ultima evidenza risulta essere di particolare rilevanza in quanto dimostra come il Campylobacter possa così facilmente raggiungere il consumatore attraverso il consumo di alimenti contaminati. Lo studio condotto sì è posto quindi l’obiettivo di valutare la prevalenza del Campylobacter in un importante macello avicolo di portata industriale e di aumentare le conoscenze relative all’antibiotico-resistenza del battere isolato nel corso della stessa sperimentazione. L’antibiotico-resistenza è un problema di Sanità Pubblica estremamente attuale e l’approfondimento delle conoscenze in tale settore è considerato strategico per la salute e la tutela dei consumatori.