Grilli G., Zullo F., Ferrazzi V ., Gallazzi D.
L’antibiotico resistenza di batteri patogeni e commensali di origine animale è uno dei più grandi problemi di sanità pubblica in tutto il mondo. Questa considerazione è così importante che l’Unione Europea, nell’emanare le varie direttive, ha considerato l’antibiotico resistenza una “zoonosi trasversale” coì come espresso dalla Direttiva 2003/99/CE del 17 novembre 2003. In tale Direttiva, l’articolo 16 cita: “Si rende necessario sorvegliare la preoccupante insorgenza di casi di resistenza agli antibiotici (quali medicinali antimicrobici e additivi antimicrobici nei mangimi). Si dovrebbe disporre che la sorveglianza non riguardi soltanto agenti zoonotici ma anche, nella misura in cui presentano una minaccia per la sanità pubblica, altri agenti. Potrebbe rivelarsi opportuna in particolare la sorveglianza di organismi indicatori, i quali costituiscono una riserva di geni di resistenza che possono trasferire ai batteri patogeni.” Sono numerosi gli studi che hanno indagato su tale argomento, nell’uomo e negli animali d’allevamento, mentre non è ancora chiara come questa si manifesti negli animali selvatici. Infatti, nel caso della fauna selvatica, lo studio dell’antibiotico-resistenza non viene affrontato per stabilire migliori strategie di cura, bensì per valutare se ci sono tali caratteristiche e in quale entità. In particolar modo gli uccelli sono degli ottimi indicatori ambientali in quanto possono, nel loro migrare, acquisire batteri resistenti e distribuirli a seguito di contatto con attività antropiche e di allevamento. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di monitorare l’antibiotico resistenza di ceppi di Escherichia coli isolati da avifauna stanziale e migratoria catturata presso l’Isola dell’Asinara, parco nazionale dal 1991. La scelta di questo luogo è data dalla particolare ubicazione dell’isola e dal fatto che non esistano stabili insediamenti umani ne allevamenti di animali.