Franzo G., Tucciarone C.M., Andreopoulou M., Prentza Z., Koutoulis K.C., Legnardi M., Chaligiannis I., Cecchinato M.
Dal 2009, la Grecia ha conosciuto una rilevante crisi economica, che ha portato ad una diminuzione del prodotto interno lordo di circa il 40% nei successivi 7 anni.
Anche l’accesso ai beni primari, quali il cibo, è stato condizionato negativamente da questa congiuntura, esitando in una diminuzione significativa del consumo di proteine di origine animale (http://www.fao.org/faostat/). Tradizionalmente, il pollame e le uova sono considerate fonti di proteine relativamente economiche e di alto valore biologico. Sebbene la produzione avicola in Grecia sia rimasta sostanzialmente costante nel tempo, i prezzi di produzione sono aumentati del 25% circa fra il 2009 e il 2014, con ovvie conseguenze sul prezzo al consumatore e sulle abitudini alimentari (http://www.fao.org/faostat/). A questo fatto si è prevedibilmente accompagnato il fallimento o accorpamento di molte aziende del settore. Una moltitudine di fattori hanno contribuito alla genesi di questo scenario, inclusa la netta diminuzione degli investimenti in agricoltura, diminuiti da 3856 milioni di Euro nel 2008 a 1412 nel 2012. Sulla base di queste premesse, un ammodernamento del settore, mirato ad una riduzione dei costi di produzione, appare improbabile nel breve-medio periodo. Tuttavia, il perfezionamento della gestione dell’allevamento potrebbe senza dubbio portare a un immediato e significativo miglioramento per la avicoltura e, di riflesso, per la popolazione greca. Le patologie respiratorie hanno una grande rilevanza economica nell’allevamento avicolo sia a cause delle perdite dirette da esse indotte, sia per i costi associati al loro controllo.
Fra queste, la Bronchite infettiva (BI) si è affermata come una delle patologie più diffuse e dannose, quantomeno in Europa (13). Similmente ad altri virus a singolo filamento di RNA, il virus della bronchite infettiva (IBV) presenta un elevato tasso di mutazione e di ricombinazione. Ciò ha portato all’emergere di diversi genotipi nel corso del tempo (23). In aggiunta, la vasta rete di connessioni internazionali ha favorito la diffusione di questo patogeno, rendendo probabile l’importazione di ceppi con differenti caratteristiche immunologiche (8). Questa grande variabilità genetica e antigenica, a cui si associa una scarsa cross-protezione, ha chiaramente complicato la messa a punto di strategie di controllo, ad oggi fondate principalmente sulla vaccinazione (25). Oltre all’uso di vaccini basati sul ceppo di campo circolante (vaccinazione omologa), molto comune è l’applicazione di una combinazione di vaccini basati su genotipi differenti (vaccinazione eterologa) al fine di aumentare lo spettro di protezione (5). Tuttavia, non può non essere sottolineato come diversi fattori manageriali, quali via di somministrazione, dose, tempistiche e condizioni di accasamento, possano sostanzialmente condizionare l’efficacia della vaccinazione (26). Nonostante questi limiti, quando effettuata in modo adeguato, la vaccinazione si è dimostrata in grado di limitare l’insorgenza di segni clinici e la circolazione virale (10,19). Appare quindi evidente la rilevanza di una dettagliata e aggiornata conoscenza dello scenario epidemiologico locale, al fine di poter calibrare al meglio gli interventi vaccinali, massimizzandone l’efficacia e il rapporto costo-beneficio. Purtroppo, queste informazioni sono mancanti in molti Stati, Grecia inclusa. Le scarse conoscenze epidemiologiche hanno sovente portato ad una scelta dei protocolli vaccinali basata su opinioni personali e consuetudini, piuttosto che su un’oggettiva analisi della realtà.
Sulla base di queste premesse, il presente studio mira ad ottenere una rappresentazione significativa dell’epidemiologia di IBV in Grecia, monitorando nel contempo l’efficacia delle strategie di controllo attualmente impiegate.
Recentemente, alcuni studi hanno evidenziato un potenziale incremento del ruolo di Avian metapneumovirus (aMPV) quale agente primario responsabile di episodi di sintomatologia respiratoria nel broiler (22). Sebbene questo patogeno sia stato precedentemente segnalato in Grecia (20), non sono attualmente disponibili informazioni precise sulla sua distribuzione e rilevanza clinica.Conseguentemente, la prevalenza e l’impatto di aMPV sono stati altresì valutati.