Borrelli L., Varriale L.1, Coretti L., Pace A., Russo T.P., Santaniello A., Gavazzi L. , Lembo F., Fioretti A., Dipineto L.
Helicobacter pullorum è una specie enteroepatica di Helicobacter (EHS) recentemente riconosciuto come un patogeno umano emergente a trasmissione alimentare. Fu descritto per la prima volta da Stanley et al. (1994) nell’uomo e nel pollo e, successivamente, in diverse specie animali tra cui tacchini, faraone, psittacidi, topi e ratti (1). Questo microrganismo Gram-Negativo è stato isolato dall’intestino e dal sistema epatobiliare sia di polli asintomatici che dal fegato e dal contenuto cecale di galline affette da epatite vibrionica (2). Inoltre, H. pullorum è stato associato nell’uomo a casi di diarrea, gastroenterite, malattia infiammatoria intestinale, malattia epatobiliare e cancro epatico, sia in soggetti immunocompetenti che immunocompromessi. Il potenziale zoonotico di H. pullorum è emerso in seguito al suo isolamento dalla carne di pollo, poiché le carcasse possono essere contaminate con il contenuto cecale durante la macellazione e le diverse procedure di manipolazione. Pertanto, i prodotti a base di carne di pollo, non adeguatamente cotti, costituiscono una delle principali fonti di infezione per l’uomo (1). Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, sono stati caratterizzati pochi meccanismi patogenetici e relativi determinanti molecolari, tuttavia il loro ruolo nell’infezione da H. pullorum non è stato ancora del tutto compreso.
Studi in vitro hanno evidenziato proprietà proinfiammatorie legate alla cytolethal distending toxin (CDT), al lipopolisaccaride (LPS) e all’induzione dell’IL-8 attraverso il pathway NF-κβ delle cellule epiteliali (3). Inoltre, è stato dimostrato che l’infezione da H. pullorum attiva i macrofagi dell’ospite e la secrezione di altre citochine (TNF-α, IL-1β, IL-6 e murine MIP-2), nonché la produzione di ossido nitrico nei macrofagi di topo. Recenti indagini hanno evidenziato in H.
pullorum il sistema di secrezione di tipo VI come importante fattore di virulenza coinvolto nella patogenesi interagendo con le vescicole endocitiche e innescando l’adesione e l’invasione delle cellule epiteliali intestinali (1). Nonostante l’incremento dei casi clinici riportati, la prevalenza di H. pullorum potrebbe essere sottostimata a causa delle diverse caratteristiche fenotipiche in comune con Campylobacter spp. e delle particolari esigenze di crescita che ne ostacolano l’isolamento. Nel pollame i tassi di prevalenza presentano un range molto ampio che va dal 4 al 100% a seconda dei metodi di isolamento, del tipo di campione, dell’area geografica e delle pratiche di allevamento (4). Sulla base dell’attuale letteratura scientifica, i dati disponibili si riferiscono principalmente a sistemi di allevamento convenzionali, mentre quelli relativi agli allevamenti free-range e biologici sono molto scarsi. In uno studio condotto in Italia da Manfreda et al. (3), è emerso che nei polli allevati con metodo free-range la prevalenza di H. pullorum era significativamente più bassa (i.e., 57%) rispetto a quelli allevati con metodi convenzionali (i.e., 84%) o con il biologico (i.e., 97.4%), anche se resta ancora da chiarire la relazione tra tali risultati e l’influenza di fattori ambientali, dell’età degli animali e della dieta. Poiché le tecniche di allevamento, e in particolare l’utilizzo di antibiotici, possono influenzare la composizione del microbiota cecale del pollo, questo studio ha lo scopo di caratterizzare il microbiota cecale di polli free-range e determinare la presenza e l’abbondanza relativa di H. pullorum attraverso il sequenziamento del 16 S rDNA al fine di comprendere meglio l’influenza del microbiota intestinale sulla presenza di tale patogeno. Inoltre, l’identificazione di taxa microbici che possono essere correlati all’assenza o all’aumento della presenza di questo batterio potrebbe fornire nuove informazioni per lo sviluppo di strategie di esclusione competitiva con la finalità di ridurre la prevalenza di H. pullorum nelle specie serbatoio di questo patogeno emergente a trasmissione alimentare.