8admin

Circa 8admin

Questo autore non ha riempito alcun dettaglio.
Finora 8admin ha creato 459 post nel blog.

2014 – RIPRODUZIONE SPERIMENTALE DELL’INFEZIONE DA SALMONELLA ENTERITIDIS IN DUE GRUPPI DI GALLINE OVAIOLE DI 45 E 65 SETTIMANE DI VITA SOTTOPOSTE A DUE DIFFERENTI PROGRAMMI VACCINALI

Negli ultimi vent’anni la Salmonella enterica subspecie enterica sierovariante enteritidis è stata la causa maggiore di tossinfezione alimentare  batterica umana dovuta al consumo di uova contaminate e di ovoprodotti. Al ine di prevenire l’infezione da S.enteritidis nel pollame, e pertanto, minimizzare le infezioni umane, sono state intraprese un certo numero di strategie, come il miglioramento della biosicurezza, la lotta ai roditori, la somministrazione di pre e probiotici, l’utilizzo della vaccinazione. In molti Paesi la vaccinazione delle galline ovaiole è stata implementata di pari passo ai programmi di controllo nazionali per salmonella, tanto che negli ultimi anni in Europa si è registrata una netta riduzione dei casi di infezione umana. Attualmente sono disponibili vaccini vivi attenuati e vaccini inattivati per S.enteritidis (Penha et al.,2009).
Diversi sono gli studi che dimostrano una riduzione dell’escrezione fecale da S.enteritidis utilizzata per il challenge in animali vaccinati e pochi sono quelli che riportano gli effetti della vaccinazione sulla riduzione della contaminazione dell’uovo ( Okamura et. Al., 2007). Soprattutto pochi sono i lavori che prendono in considerazione l’eliminazione fecale, la contaminazione del guscio, la replicazione negli organi bersaglio (fegato, ovaio e intestino) diverse settimane dopo l’applicazione di schemi vaccinali in varie combinazioni.(Springer et al., 2011)
Per questo motivo sono state eseguite due prove di infezioni sperimentali con un ceppo di campo di Salmonella enteritidis su due gruppi di ovaiole con due diversi schemi vaccinali al ine di verificare l’eficacia vaccinale e l’immunità a 45 e 65 settimane di vita.( Arnold et al., 2014). Gli animali oggetto della prova erano prelevati dallo stesso allevamento, trasferiti nello stabulario della Sezione di Forlì-IZSLER- dove veniva eseguita l’infezione e dove venivano eseguiti accertamenti di laboratorio con lo scopo di verificare l’eliminazione, la colonizzazione e la  replicazione del ceppo di Salmonella enteritidis usato per il challenge.
2014 – RIPRODUZIONE SPERIMENTALE DELL’INFEZIONE DA SALMONELLA ENTERITIDIS IN DUE GRUPPI DI GALLINE OVAIOLE DI 45 E 65 SETTIMANE DI VITA SOTTOPOSTE A DUE DIFFERENTI PROGRAMMI VACCINALI2023-09-14T17:56:17+02:00

2014 – MONITORAGGIO DELLA COLONIZZAZIONE E PERSISTENZA DEL VACCINO VIVO ATTENUATO PER MYCOPLASMA SYNOVIAE IN RIPRODUTTORI PESANTI

Il Mycoplasma synoviae è riconosciuto come un patogeno importante per il pollame allevato in tutto il mondo ed è causa di perdite economiche ingenti nell’allevamento avicolo intensivo . Più comunemente l’infezione da Mycoplasma synoviae si manifesta come un’infezione subclinica dell’apparato respiratorio superiore. Comunque la malattia respiratoria può manifestarsi in sinergia con altri patogeni e l’infezione sistemica conduce alla forma sinoviale. Dal 2000 è stata segnalata, in Olanda, una nuova forma da M.synoviae che provoca lesioni al polo apicale del guscio, determinando importanti danni economici all’industria delle uova da consumo ( Feberwee et al.,2009). Il Mycoplasma synoviae può trasmettersi per via orizzontale, per contatto diretto e per via verticale attraverso l’uovo.  Nel nostro Paese l’infezione si presenta con alta prevalenza nel pollo da carne. Questo rende necessario ricorrere alla vaccinazione quando l’allevamento da riproduzione si infetta per diversi cicli produttivi nonostante l’attuazione delle misure di biosicurezza previste. Attualmente nel nostro Paese è stato consentito l’utilizzo di un vaccino vivo attenuato denominato “MS-H”. Il ceppo MS-H Mycoplasma synoviae è stato sviluppato per mutagenesi chimica del ceppo di campo Australiano 86079/7NS ed è un vaccino vivo temperatura-sensibile (ts+) usato per il controllo dell’infezione da M. synoviae nel pollame a livello mondiale. Per il controllo in campo dei ceppi di Mycoplasma synoviae e al ine di poter discriminare fra ceppo vaccinale e ceppi di campo si utilizzano varie tecniche di genotipizzazione (Harada et al., 2009) ( Ogino et al.,2011).  Una di queste è rappresentata dalla analisi della sequenza  di un singolo gene: il gene vlhA .
Lo spirito del seguente studio è stato di valutare la colonizzazione e persistenza del vaccino MS-H in un allevamento di Riproduttori pesanti e di discriminarlo da eventuali ceppi di campo mediante la tecnica   sequenziamento ed analisi del gene vlhA. Nel contempo è stata valutata l’eventuale capacità di resistenza ambientale del ceppo vaccinale nell’allevamento di pollastre successivo a quello vaccinato.
2014 – MONITORAGGIO DELLA COLONIZZAZIONE E PERSISTENZA DEL VACCINO VIVO ATTENUATO PER MYCOPLASMA SYNOVIAE IN RIPRODUTTORI PESANTI2023-09-14T17:54:33+02:00

2014 – IDENTIFICAZIONE MEDIANTE SEQUENZIAMENTO GENOMICO DEI CEPPI DI VIRUS DELLA MALATTIA DI GUMBORO (IBDV) ISOLATI NEL POLLO DA CARNE IN ITALIA E IN PAESI ESTERI NEGLI ANNI 2012, 2013 E 2014

La Malattia di Gumboro (IBD) è sostenuta da un virus che appartiene alla famiglia Birnaviridae, genere Avibirnavirus. E’ stata segnalata circa 50 anni fa ed attualmente è considerata essere endemica nella maggior parte dei paesi a produzione avicola e rappresenta una delle maggior cause di perdita economica per l’industria avicola ( V an Der Berg et al., 2000). Il virus IBD causa una malattia acuta ed altamente contagiosa per gli animali giovani ( Muller et al., 1979). E’ un virus privo di envelope, a simmetria icosaedrica, con diametro compreso tra 55 e 65 nm. Si conoscono due sierotipi di IBDV: il sierotipo 1, che comprende ceppi classici, varianti e very virulent (vvIBDV) e il sierotipo 2, che raggruppa ceppi apatogeni.
Indipendentemente dal grado di patogenicità del ceppo coinvolto, l’infezione da IBDV si accompagna sempre ad un danno a carico della borsa di Fabrizio, e quindi, ad immunodepressione specialmente negli animali nelle prime tre, quattro settimane di vita. Il genoma virale è costituito da due segmenti di RNA a doppio ilamento, rispettivamente di circa 3.300 pb (segmentoA) e 2.900 pb (segmento B). Il segmento A codiica per tre proteine strutturali (VP2, VP3 e VP4) e per una proteina non strutturale (VP5) che si ritiene importante nella patogenesi. Il segmento B codiica per l’RNA polimerasi  (VP1)  (V an den Berg,2000) e che codiica le funzioni essenziali per la replicazione e trascrizione (V on Einem et al.2004) . Tra le proteine strutturali la VP2 è stata quella maggiormente studiata in quanto rappresenta il principale antigene immunodominante dell’IBDV (V akharia et al., 1994). La regione della VP2 compresa tra gli aminoacidi (aa) 206 e 350 del segmento A, deinita “ipervariabile” comprende due picchi idroilici maggiori che rappresentano gli epitopi neutralizzanti e due picchi idroilici minori che inluenzano la virulenza (Coulibaly et al., 2005). Mutazioni di singoli aminoacidi della regione ipervariabile possono determinare l’elusione della risposta anticorpale indotta dalla vaccinazione , come accade per le varianti, o modiicare il tropismo cellulare (Jackwood e Sommer-Wagner, 2011). Nel 1987 furono isolati ed identiicati in Europa i ceppi very virulent (vvIBDV) che molto velocemente si sono diffusi in Africa, Asia e Sud America (Lukert e Saif, 1997). In Italia negli inizi degli anni ’90 sono stati identiicati i primi ceppi very virulent (vvIBDV) in areee geograiche ben deinite come la Romagna che rappresentava  l’aerea maggiormente colpita. Quindi negli anni si è assistito ad un diffondersi progressivo della patologia da virus vv anche in altre Regioni ad alta vocazione avicola per poi assistere alla circolazione di ceppi virali classici. Inoltre è stata evidenziata la presenza di ceppi correlati a virus vaccinali ed in parte a ceppi classici ( Moreno et al., 2007, Moreno et al., 2010).
Nel 2013 Bonci et al. segnalavano la caratterizzazione molecolare di tre ceppi di campo  non vvIBDV che presentavano marcate differenze nella sequenza aminoacidica sia nei confronti dei ceppi circolanti in Italia sia nei confronti di sequenze del gene della VP2 di ceppi di IBDV presenti in GenBank.
Obiettivo del seguente studio è stato quello di raccogliere i risultati dell’attività di sequenziamento  della regione ipervariabile della proteina VP2 eseguita su 92 ceppi di IBDV isolati in cinque regioni italiane e su 52 ceppi di IBDV isolati da campioni provenienti da  15 Paesi Esteri dal 2012 ad oggi. L’elaborazione  dei risultati della caratterizzazione genomica dei ceppi di IBDV identiicati è risultata utile ai ini di una valutazione della circolazione dei genotipi circolanti attualmente sul territorio nazionale e della circolazione dei principali genotipi circolanti in Paesi Esteri che possono avere scambi commerciali con l’Italia.
2014 – IDENTIFICAZIONE MEDIANTE SEQUENZIAMENTO GENOMICO DEI CEPPI DI VIRUS DELLA MALATTIA DI GUMBORO (IBDV) ISOLATI NEL POLLO DA CARNE IN ITALIA E IN PAESI ESTERI NEGLI ANNI 2012, 2013 E 20142023-09-14T17:53:08+02:00

2014 – PREVALENZA DI CAMPYLOBACTER JEJUNI, CAMPYLOBACTER COLI E CAMPYLOBACTER LARI IN BROILER REGOLARMENTE MACELLATI; PROFILO DI ANTITIBIOTICO RESISTENZA

Dal 2005 l’infezione zoonotica segnalata con maggior frequenza nell’uomo è la Campilobatteriosi di cui si è registrato un continuo aumento del numero di casi negli ultimi anni. Con oltre 190.000 episodi di malattia diagnosticati ogni anno nell’uomo, rappresenta la zoonosi alimentare più frequentemente segnalata nell’Unione Europea (UE). La principale fonte d’infezione è il consumo di carne di pollame poco cotta o di prodotti alimentari pronti per l’uso venuti a contatto con carne di pollame cruda. La manipolazione sicura della carne cruda e di altri ingredienti alimentari crudi, una buona cottura ed un’attenta igiene, possono prevenire o ridurre il rischio posto dai cibi contaminati. Al ine di proteggere i consumatori da questa minaccia alla salute pubblica, l’Unione Europea ha adottato un approccio integrato alla sicurezza alimentare che coinvolge l’intera filiera, dall’allevamento alla tavola. Tale approccio si basa sull’analisi dei dati di prevalenza e antibiotico-resistenza e sulla valutazione dei rischi posti da questo battere. Gli studi condotti dall’UE, hanno riscontrato un’elevata prevalenza di Campylobacter nel pollo da carne. In media il battere è stato rinvenuto a livello intestinale nel 71% dei casi (dato Europeo) e nel 72,3% dei casi (dato Italiano).
Sul totale dei ceppi batterici isolati, il 60% era rappresentato da C. jejuni; il 45% da C. coli e lo 0,2% da C. lari. (Di Giannatale E. et al, 2010; Ricci A. et al, 2006).
In Emilia Romagna, nel 2008, sono stati analizzati 100 lotti di macellazione: la ricerca di Campylobacter spp. termoili in campioni ciecali, ha evidenziato positività nel 52% dei lotti testati. (Rugna et al, 2009) Le conoscenze sulle vie di contaminazione del pollame in allevamento non sono ancora del tutto deinite, ma il livello di biosicurezza, la stagionalità, l’età degli animali, l’alimento e le terapie somministrate sono tutti fattori fortemente correlati alla diffusione del Campylobacter negli allevamenti avicoli. La contaminazione delle carni avviene durante le fasi di macellazione, attraverso il contatto con materiale fecale. Per questo motivo, la fase di eviscerazione risulta un punto critico, questo perché negli avicoli e, specialmente nel broiler, la colonizzazione del Campylobacter avviene in maniera imponente e asintomatica a livello ciecale. Quest’ultima evidenza risulta essere di particolare rilevanza in quanto dimostra come il Campylobacter possa così facilmente raggiungere il consumatore attraverso il consumo di alimenti contaminati. Lo studio condotto sì è posto quindi l’obiettivo di valutare la prevalenza del Campylobacter in un importante macello avicolo di portata industriale e di aumentare le conoscenze relative all’antibiotico-resistenza del battere isolato nel corso della stessa sperimentazione. L’antibiotico-resistenza è un problema di Sanità Pubblica estremamente attuale e l’approfondimento delle conoscenze in tale settore è considerato strategico per la salute e la tutela dei consumatori.
2014 – PREVALENZA DI CAMPYLOBACTER JEJUNI, CAMPYLOBACTER COLI E CAMPYLOBACTER LARI IN BROILER REGOLARMENTE MACELLATI; PROFILO DI ANTITIBIOTICO RESISTENZA2023-09-14T17:51:43+02:00

2014 – APPROFONDIMENTI DIAGNOSTICI SU CASI DI PROVENTRICOLITE IN POLLI DA CARNE

Con il termine Proventricolite si intende un processo iniammatorio caratterizzato da dilatazione ed ispessimento della parete dello stomaco ghiandolare. Tale lesione viene spesso osservata nel quadro di sindromi da malassorbimento. Numerosi agenti infettivi (Adenovirus, Reovirus, Virus della Bronchite Infettiva e della Bursite infettiva) e non infettivi (amine biogene, micotossine, basso contenuto di fibra alimentare o eccesso di solfato di rame), sono stati associati a questa sindrome, tuttavia, nessuna tra queste cause è stata costantemente messa in rilievo nel determinismo delle lesioni al proventriglio.
Scopo del presente lavoro è descrivere un percorso diagnostico applicato ad un caso di sindrome da malassorbimento e grave Proventricolite osservata in un allevamento di Broiler.
2014 – APPROFONDIMENTI DIAGNOSTICI SU CASI DI PROVENTRICOLITE IN POLLI DA CARNE2023-09-14T17:50:21+02:00

2014 – PFGE E MALDI TOF A CONFRONTO NELLO STUDIO DELLA SPONDILITE DA ENTEROCOCCUS CECORUM DEL BROILER

Enterococcus cecorum (inizialmente conosciuto come Streptoccoccus cecorum) è un cocco Gram positivo anaerobio facoltativo, catalasi negativo e α-emolitico.
Sebbene E. cecorum sia un normale commensale della lora intestinale degli uccelli, è considerato un patogeno emergente del pollo da carne in quanto è stato associato a spondiliti, osteomieliti, artriti e setticemia. La spondilite è un’iniammazione vertebrale che è stata osservata soprattutto in soggetti maschi di età superiore a 28 gg, con mortalità che ha toccato anche il 15% in alcuni gruppi (Martin et al., 2011). L’esatta modalità di trasmissione e i fattori di virulenza correlati a questo tipo di infezione non sono ancora noti quindi un appropriata sorveglianza per mezzo di strumenti biomolecolari è necessaria per comprenderne meglio l’epidemiologia di questo microorganismo. Vari metodi biomolecolari sono stati utilizzati per tipizzare e caratterizzare geneticamente gli enterococchi, tra questi: ERIC-PCR, RAPD-PCR, Rep-PCR e PFGE (pulsed ield gel electrophoresis) che è considerata il “gold standard” per la tipizzazione di numerose specie batteriche (Wijetunge et al., 2012). Negli ultimi 10 anni la spettrometria di massa è divenuta un importante strumento d’indagine nei laboratori di microbiologia sia per l’identiicazione batterica che per la sub-tipizzazione, come dimostrano i recenti lavori pubblicati su MRSA, C. dificile e Legionella (Wolters et al., 2011; Reil et al., 2011). Nel presente studio la PFGE e la spettrometria di massa sono state utilizzate per valutare le correlazioni epidemiologiche di ceppi di E. cecorum coinvolti in episodi di spondilite del pollo da carne.
2014 – PFGE E MALDI TOF A CONFRONTO NELLO STUDIO DELLA SPONDILITE DA ENTEROCOCCUS CECORUM DEL BROILER2023-09-14T17:49:06+02:00

2014 – PREVALENZA DI CAMPYLOBACTER SPP. IN RAPACI DIURNI E NOTTURNI

I Campylobacter termotolleranti, in particolare C. jejuni e C. coli, sono tra i principali agenti batterici causa di gastroenterite umana nei paesi industrializzati (3). Varie specie di volatili rappresentano il  principale reservoir (1); tuttavia, i dati disponibili in letteratura sulla prevalenza di Campylobacter spp. nei rapaci è scarsa e frammentaria. Questi volatili possono essere ritrovati in prossimità degli habitat occupati dall’uomo ed in prossimità di campi agricoli favorendo, in tal modo, l’eventuale trasmissione di agenti patogeni all’uomo e al comparto zootecnico. Alla luce di quanto esposto, quindi, il presente studio è stato condotto con lo scopo di valutare la prevalenza di Campylobacter termotolleranti nei rapaci.
2014 – PREVALENZA DI CAMPYLOBACTER SPP. IN RAPACI DIURNI E NOTTURNI2023-09-14T17:48:06+02:00

2014 – ISOLAMENTO DI SALMONELLA INFANTIS IN RONDONI (APUS APUS) NELLA CITTÀ DI NAPOLI

Il rondone è un volatile sinantropico la cui dieta è rappresentata principlamente da artropodi. E’ considerato un migratore transahariano o long distance migrants la cui popolazione si muove regolarmente dall’Africa sub-sahariana all’Europa per la riproduzione (2). Alle nostre latitudini (Napoli, 40°50’0” N, 14°15’0” E), il rondone arriva in primavera per trascorrere circa 4 mesi. In virtù di queste caratteristiche i rondoni sono stati spesso utilizzati come bioindicatori di contaminanti organici.
Tuttavia, non sono disponibili studi sulla presenza di agenti zoonotici in questa specie di volatile eccetto l’isolamento di Erysipelothrix rhusiopathiae come agente causale della morte di una colonia di rondoni minori (Apus afinis) (4). Il presente studio riporta l’isolamento di Salmonella enterica serovar Infantis da rondoni ospitati presso il Centro di Riferimento Regionale per l’Igiene Urbana Veterinaria (CRIUV) di Napoli.
2014 – ISOLAMENTO DI SALMONELLA INFANTIS IN RONDONI (APUS APUS) NELLA CITTÀ DI NAPOLI2023-09-14T17:46:25+02:00

2014 – INFEZIONE DA CIRCOVIRUS NELLA GRU CORONATA (BALEARICA REGULORUM). CARATTERIZZAZIONE GENOMICA DEL VIRUS IDENTIFICATO

Circovirus, famiglia Circoviridae, è un virus privo di envelope, a DNA circolare a singolo ilamento (Niagro et al., 1998). Il suo genoma codiica per due proteine principali, replication associated protein (Rep) e coat protein (CP). È inoltre presente la regione ORF (open reading frame), la cui funzione non è stata ancora ben deinita (Varsani et al., 2010).
Nei pappagalli, questo virus è ben noto e viene deinito BFDV (Beak and Feather Disease Virus), in quanto causa una patologia denominata Malattia del becco e delle penne (Psittacine Beak and Feather Disease – PBFD), in quanto caratterizzata da anomalie a carico del piumaggio e del becco (Gerlach, 1994).
La rilevanza di questa patologia è legata alla immunodepressione che si osserva nei soggetti colpiti, dovuta a deplezione dei tessuti linfoidi, in particolare timo e borsa di Fabrizio, che li predispone a frequenti infezioni secondarie di natura batterica e/o fungina (Katoh et al., 2010; Todd, 2004). Nei pappagalli, l’infezione da circovirus è stata identiicata in più di 60 differenti specie di psittacidi e si ritiene abbia distribuzione pressochè mondiale (Todd, 2004; Cathedral-Ortiz et al. 2010). Tra le altre specie di volatili, Circovirus è stato identiicato nei canarini (Todd et al., 2001; Rampin et al., 2006), nei piccioni (Mankertz et al. 2000; Todd. et al. 2001; Duchatel et al., 2006; Todd et al. 2008), negli struzzi (Shivaprasad et al. 1993; Eisenberg et al. 2003), nelle oche (Todd. et al. 2001; Chen et al. 2003) nelle anatre (Smyth et al., 2005), nel corvo australiano (Stewart et al. 2006) e nel diamante di Gould (Shivaprasad et al., 2004; Circella et al. 2014). In queste specie, gli effetti dell’infezione non sono ancora ben chiari. Analogamente, le manifestazioni cliniche descritte possono variare da caso a caso, anche a seconda della specie colpita. In questo lavoro, viene riportato il riscontro di circovirus in una gru coronata (Balearica regulorum).
Tale stipite è stato identiicato in un esemplare di gru coronata adulto, asintomatico, che si trovava in un giardino zoologico del Sud Italia. Nella stessa struttura, sia pure in voliere differenti, erano presenti pappagalli appartenenti a specie diverse.
Il virus è stato identiicato mediante PCR utilizzando due protocolli diversi, con due differenti coppie di primers, BFDV2/4 (Ypelaar et al., 1999) e DCiVf/r (Todd et al., 2001). Le PCR hanno permesso di ampliicare due frammenti, del peso molecolare atteso rispettivamente di 700 bp e 550 bp. L’analisi delle sequenze corrispondenti ai frammenti ottenuti hanno confermato l’identiicazione di circovirus, che è stato denominato IT82. Il genoma completo del virus è stato poi ampliicato e sequenziato per l’analisi ilogenetica del virus identiicato.
La sequenza ottenuta è stata comparata inizialmente con quelle corrispondenti ai genomi completi di circovirus identiicati presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria in pappagalli appartenenti a specie differenti (tabella 1), e successivamente con le sequenze corrispondenti presenti in GenBank.
Dalla prima analisi sul genoma completo, IT82 identiicato nell’esemplare di gru coronata ha mostrato un’identità nucleotidica del 96% con IT24, individuato nel cacatua e del 95,6% con IT60, riscontrato in un cenerino (tabella 2).
Rispetto a tutti i virus considerati, la sua distanza in termini di differenza percentuale della sequenza nucleotidica, è risultata compresa tra 4 % e 8,6 %.
Strettamente correlato in base alla sequenza nucleotidica ad IT24 ed IT60 (igura 1), IT82 presentava una sequenza ripetuta vicino all’ipotetica origine di replicazione più corta rispetto agli altri stipiti. Inoltre, IT82 condivideva con questi la sequenza ripetuta nella regione compresa tra i nucleotidi 1128 e 1164, ma presentava altre due sequenze ripetute nelle posizioni 1756-1767 e 1808-
1795. Dalla comparazione tra la sequenza di IT82 e le sequenze, presenti in GenBank, corrispondenti a circovirus identiicati in diversi Stati ed in pappagalli di specie diverse, è emerso che IT82 (gru coronata), così come IT24 del cacatua ed IT60 del cenerino, cui risultava strettamente correlato, rientravano in uno stesso cluster che comprendeva circovirus identiicati in psittacidi, tra cui cenerini, parrocchetti dal collare (P. kramerii), e due diverse varietà di rosella (Platycercus) in Polonia ed in Portogallo tra il 2008 ed il 2011 (Julian et al., 2013; Henriques et al., 2010).
In base ai criteri stabiliti da Fauquet et al. (2008) e Varsani et al. (2011), IT82 deve pertanto essere classiicato come BFDV. Tale risultato è particolarmente signiicativo se si considera che la specie in cui è stato identiicato, è molto distante ilogeneticamente dall’ordine Psittaciformes (Hackett et al., 2008).
L’infezione non ha avuto alcuna ripercussione sulla gru risultata infetta. Tuttavia essa assume rilevanza per la possibile trasmissione interspeciica dell’infezione.
Infatti, la gru coronata infetta si trovava in un giardino zoologico dove erano presenti psittacidi, sia pure separati in quanto allevati in voliere diverse, ed è ipotizzabile, anche in base ai risultati delle analisi ilogenetiche, che l’infezione riscontrata nella gru derivi dai pappagalli. Si ritiene infatti improbabile che il virus identiicato nelle penne fosse una semplice contaminazione, in quanto l’estrazione di DNA è stata condotta dalla parte cellularizzata del calamo, separata accuratamente dal resto. Essendo circovirus  stabile nell’ambiente (Todd, D. Circoviruses: immunosuppressive threats to avian species: a review. Avian Pathology, 29, 373-394. 2000), è possibile che il virus sia passato dai pappagalli alla gru facilmente per via indiretta. I pappagalli presenti, che comunque non è stato possibile analizzare, non manifestavano alcuna sintomatologia. Questo è un fenomeno comunemente noto proprio negli psittacidi, in cui l’infezione può decorrere anche asintomaticamente in animali adulti, mentre induce lesioni e mortalità nei giovani. La gru, oltre ad essere un soggetto adulto, rappresenterebbe un ospite non preferenziale per il virus, che vi ha attecchito, ma non ha indotto manifestazioni cliniche riconducibili alla malattia del becco e delle penne.
In ogni caso, la gru potrebbe potenzialmente fungere a sua volta da serbatoio dell’infezione per i pappagalli. Questa possibilità assume particolare rilievo se si considera che la gru è, allo stato libero, un animale migratore che pertanto può veicolare il virus da un’area geograica all’altra, favorendo tra l’altro fenomeni di ricombinazione genetica tra virus insistenti in territori diversi.
2014 – INFEZIONE DA CIRCOVIRUS NELLA GRU CORONATA (BALEARICA REGULORUM). CARATTERIZZAZIONE GENOMICA DEL VIRUS IDENTIFICATO2023-09-14T17:44:47+02:00

2014 – STUDIO RETROSPETTIVO SULL’INFEZIONE DA MYCOPLASMA IOWAE NEL SETTORE TACCHINO DA CARNE

Il Mycoplasma iowae (MI) è  considerato come specie di interesse per il settore avicolo e nello specifico nel settore tacchino. Tale patogeno in passato ha mostrato un importante impatto sulla produzione, specificatamente attribuito alla scarsa schiudibilità delle uova prodotte da gruppi di riproduttori infetti. Attraverso infezioni sperimentali, eseguite sia su tacchino che su pollo, l’MI ha determinato uno scarso accrescimento, con evidenti alterazioni dello sviluppo osseo, oltre a forme di lieve aerosacculite, artrosinovite ed anormalità del piumaggio.
Al ine di contenere la problematica nel settore tacchino importanti ed efficaci piani di risanamento sono stati applicati in passato. Recentemente sia negli Stati Uniti che in Italia è stato segnalato  l’isolamento di Mycoplasma iowae in tacchini da carne, in cui era stato riscontrato un anormale accrescimento associato a gravi alterazioni ossee (Catania et al., 2012, Ley et al. 2010, Trampel et al., 1994).
Al ine di verificare l’associazione tra Mycoplasma iowae e le problematiche riscontrabili nei gruppi infetti ci siamo proposti di analizzare i dati in nostro possesso ottenuti durante un periodo di 12 mesi, utilizzando i campioni di tacchino industriale conferiti presso il nostro laboratorio come attività diagnostica.
2014 – STUDIO RETROSPETTIVO SULL’INFEZIONE DA MYCOPLASMA IOWAE NEL SETTORE TACCHINO DA CARNE2023-09-14T17:42:07+02:00
Torna in cima