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2012 – IDENTIFICAZIONE DI VIRUS HPAI NELLE PENNE DELLE ANATRE: RILEVANZA DEL METODO DIAGNOSTICO E DELL’ETÀ DEI SOGGETTI CAMPIONATI

Numerosi studi hanno dimostrato il ruolo dei volatili acquatici selvatici e domestici nel mantenimento e nella diffusione delle infezioni da virus influenzali. In particolare nelle anatre domestiche anche l’infezione con virus ad alta patogenicità (HPAI) può risultare asintomatica e per tale ragione la rapida identificazione del virus in animali apparentemente sani è fondamentale per le strategie di controllo.
La scoperta della colonizzazione virale precoce dei follicoli delle penne sia a seguito di infezione sperimentale che naturale con virus HPAI (Perkins & Swayne 2001, Busquets 2010, Yamamoto 2007, Yamamoto 2008) ha posto in evidenza il possibile uso delle penne come campione diagnostico. Inoltre, è stato dimostrato che le penne risultano positive per un periodo di tempo più prolungato rispetto ai campioni convenzionali (tamponi e organi). Tuttavia non esiste uno studio sulla colonizzazione delle penne in anatre asintomatiche di diverse età.
Lo scopo del nostro studio è stato quindi la valutazione della colonizzazione virale delle penne mediante due diverse metodiche (ELISA e RRT-PCR) da parte di un virus HPAI appartenente al clade 2.2 in anatre giovani e adulte sperimentalmente infette. Penne e tamponi tracheali e cloacali sono stati prelevati a diversi intervalli di tempo. I risultati sono stati analizzati per valutare l’efficacia del metodo ELISA ad hoc sviluppato, e la validità delle penne come campione diagnostico rispetto ai campioni convenzionali.
I dati presentati forniscono ulteriore evidenza della validità delle penne come campione diagnostico, anche in animali asintomatici, e forniscono indicazioni utili relative all’età degli animali da sottoporre a campionamento durante le attività di sorveglianza.
2012 – IDENTIFICAZIONE DI VIRUS HPAI NELLE PENNE DELLE ANATRE: RILEVANZA DEL METODO DIAGNOSTICO E DELL’ETÀ DEI SOGGETTI CAMPIONATI2023-09-15T14:23:46+02:00

2012 – VALUTAZIONI PRELIMINARI DI UNA MISCELA DI LACTOBACILLUS ACIDOPHILUS E LACTOBACILLUS PLANTARUM SULLE PERFORMANCE DELLA GALLINA OVAIOLA E SULLA QUALITÀ DELL’UOVO

I probiotici sono microrganismi vivi che hanno effetti positivi sulla popolazione batterica del tratto gastrointestinale dell’ospite attraverso l’inibizione della crescita di batteri patogeni e la stimolazione della crescita della microflora intestinale commensale. In particolare, i lattobacilli sono i probiotici maggiormente utilizzati nel settore avicolo. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di valutare l’effetto di una miscela di L. acidophilus e L. plantarum, somministrata nell’acqua di bevanda, sulla qualità dell’uovo e sulle performance produttive di ovaiole allevate a terra.
2012 – VALUTAZIONI PRELIMINARI DI UNA MISCELA DI LACTOBACILLUS ACIDOPHILUS E LACTOBACILLUS PLANTARUM SULLE PERFORMANCE DELLA GALLINA OVAIOLA E SULLA QUALITÀ DELL’UOVO2023-09-19T11:28:06+02:00

2011 – CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE DEI CEPPI DEL VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARE IN ITALIA: AGGIORNAMENTO SUI DATI RACCOLTI NEL CORSO DELL’ANNO 2010

Il virus della Bronchite Infettiva Aviare (IBV) è un coronavirus, prototipo della famiglia Coronaviridae, con genoma RNA a singolo filamento e provvisto d’envelope. E’ causa della  bronchite infettiva aviare, patologia largamente diffusa e responsabile di elevate perdite economiche nell’allevamento intensivo del pollo.
Si tratta di una malattia altamente contagiosa, caratterizzata da sintomi e lesioni respiratorie, che in alcuni casi può interessare anche gli apparati gastrointestinale ed uro-genitale causando nefropatologie con alta mortalità e/o problemi alla deposizione e alla qualità del guscio dell’uovo nelle galline ovaiole. Il genoma del virus codifica per 4 proteine strutturali: la glicoproteina spike (S), il Nucleocapside (N), la glicoproteina di membrana (M) e la proteina dell’envelope (E). La proteina S, ed in particolare il frammento S1, è la parte più esposta del virus che interviene nell’attacco alla cellula ospite, comprende la maggior parte dei determinanti antigenici ed è pertanto responsabile della formazione di nuove varianti. Nel corso degli anni sono state innumerevoli le varianti isolate in campo, differenti fra loro dal punto di vista sierologico, genotipico e patogenetico. Attualmente sono stati descritti più di 50 sierotipi e si assiste alla periodica comparsa di nuovi. Le problematiche legate al controllo della bronchite infettiva, dovute principalmente alla notevole variabilità antigenica dell’IBV ed alla bassa cross-protezione tra sierotipi differenti, rendono necessario il costante monitoraggio dei ceppi circolanti sul territorio nazionale in modo da poter improntare misure efficaci di profilassi.
Questo studio si prefigge di caratterizzare a livello molecolare i ceppi di IBV attualmente circolanti sul territorio nazionale, mediante analisi di RT-PCR e successivo sequenziamento di una parte della regione ipervaviabile del gene S1.
2011 – CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE DEI CEPPI DEL VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARE IN ITALIA: AGGIORNAMENTO SUI DATI RACCOLTI NEL CORSO DELL’ANNO 20102023-09-15T17:51:20+02:00

2011 – UTILIZZO DEGLI OLII ESSENZIALI ED ESTRATTI DI PIANTE PER IL CONTROLLO DELLA SALMONELLA SPP., E. COLI E CAMPYLOBACTER NELLE PRODUZIONI AVICOLE

L’obiettivo di preservare la salute del consumatore è oggi una richiesta imposta a tutta la filiera avicola europea. Possiamo legittimamente supporre che tale richiesta sia comune anche ad altri settori. L’evoluzione dei Paesi emergenti e gli scambi commerciali accelerano tale processo.
Le ripercussioni pratiche di tale evoluzione si riassumono in 3 punti principali:
  • non utilizzare antibiotici nel mangime = sicura assenza di residui in carni e uova;
  • stabilire rigorose procedure per eradicare tossi-infezioni alimentari lungo la filiera = un corretto management della contaminazione da Salmonella e Campylobacter soprattutto;
  • non creare resistenza ai gruppi di antibiotici utilizzati in campo umano = eliminare la pratica di prevenzione antibiotica sistematica o eccessiva metafilassi.
Per ottenere questi obiettivi, occorre lavorare in più direzioni. Il controllo delle disbatteriosi nel periodo di allevamento è la maggior richiesta della produzione avicola, con la sfida di preservare la salute umana ed assicurare un continuo stato di salute positivo del gruppo.
Lo scopo del presente articolo è dimostrare che l’utilizzo di estratti vegetali può essere una di queste nuove soluzioni.
2011 – UTILIZZO DEGLI OLII ESSENZIALI ED ESTRATTI DI PIANTE PER IL CONTROLLO DELLA SALMONELLA SPP., E. COLI E CAMPYLOBACTER NELLE PRODUZIONI AVICOLE2023-09-15T17:51:27+02:00

2011 – MIOPATIA DEGENERATIVA MULTIFOCALE DEL MUSCOLO PETTORALE SUPERFICIALE IN POLLI DA CARNE

Nell’animale da carne la qualità della carcassa dopo l’abbattimento dipende massimamente dalle caratteristiche della muscolatura scheletrica, sia come sviluppo e conformazione sia per gli aspetti più specificamente legati all’integrità del tessuto muscolare. In questo contesto lo studio delle alterazioni della muscolatura scheletrica e delle loro cause assumono una particolare rilevanza. Nella produzione di carne avicola il muscolo di maggior interesse commerciale è rappresentato dal petto. La miopatia qui descritta è un fenomeno che viene segnalato al macello in partite di polli da carne apparentemente normali per quanto riguarda il ciclo di produzione e risultati produttivi e che non pare avere correlazioni con problemi sanitari di campo. La sua presenza costituisce un problema in quanto altera visibilmente l’aspetto del muscolo pettorale quale taglio anatomico.
2011 – MIOPATIA DEGENERATIVA MULTIFOCALE DEL MUSCOLO PETTORALE SUPERFICIALE IN POLLI DA CARNE2023-09-15T17:51:35+02:00

2011 – INTERAZIONE FRA VACCINI VIVI PER LA PROFILASSI DELLA RINOTRACHEITE DEL TACCHINO E DELLA MALATTIA DI NEWCASTLE SOMMINISTRATI IN ASSOCIAZIONE AD UN GIORNO DI VITA NEL TACCHINO

L’allevamento del tacchino è condotto in sistemi intensivi che, concentrando grandi numeri di animali in spazi ed aree geografiche ridotte, creano le condizioni per una rapida diffusione delle forme infettive. Per diminuire il rischio di focolai di malattia è quindi necessario ricorrere costantemente alla profilassi vaccinale, e la corretta gestione di tali piani, assieme alla applicazione di una adeguata biosicurezza, rappresenta uno dei punti cardine per la redditività dell’impresa avicola. Costanti nel nostro Paese sono gli interventi nel tacchino nei riguardi della Malattia di Newcastle (ND) (Nota del Ministero della Salute, 2005) e della Rinotracheite del Tacchino (TRT) (Catelli, 2006).
La ND, sostenuta da ceppi patogeni di Paramyxovirus 1, è una delle più temute malattie del pollame. Essa, quando è sostenuta da ceppi altamente patogeni, ha conseguenze devastanti, non solo per l’elevato tasso di mortalità che può essere raggiunto, ma anche per il forte impatto economico che ne consegue, derivante sia dall’adozione di una politica di eradicazione, sia dalle restrizioni al commercio imposte al Paese sede di focolaio. La TRT, sostenuta dal Metapneumovirus aviare (AMPV), è fra le principali patologie virali del tacchino, ed ha diffusione pressoché mondiale. La gravità di questa forma respiratoria è influenzata dall’insorgere di infezioni batteriche secondarie (Catelli, 2009).
Per entrambe le malattie, vaccini vivi vengono spesso somministrati nei primi giorni di vita ad almeno una settimana di distanza per il timore di una possibile interferenza tra i due virus vaccinali e quindi di riduzione della protezione da essi indotta. La possibilità di associare in incubatoio tali interventi avrebbe numerosi vantaggi di ordine pratico, economico e sanitario. In quest’ottica diventa fondamentale assicurarsi che non ci siano interferenze negative fra i vaccini stessi, tali da compromettere l’efficacia delle vaccinazioni o addirittura causare effetti patologici indesiderati
L’obiettivo del presente lavoro è stato valutare, in condizioni sperimentali, l’interferenza fra due diversi ceppi vaccinali di NDV e uno di AMPV somministrati nel tacchino in associazione ad un giorno di vita, secondo un possibile schema vaccinale praticabile in incubatoio.
2011 – INTERAZIONE FRA VACCINI VIVI PER LA PROFILASSI DELLA RINOTRACHEITE DEL TACCHINO E DELLA MALATTIA DI NEWCASTLE SOMMINISTRATI IN ASSOCIAZIONE AD UN GIORNO DI VITA NEL TACCHINO2023-09-15T17:52:12+02:00

2011 – UNA COMBINAZIONE MICROINCAPSULATA DI ACIDO SORBICO E COMPOSTI NATURALI IDENTICI RIDUCE LA PREVALENZA E LA PRESENZA DI S. ENTERITIDIS NEL POLLO DA CARNE

La relazione “Community Summary Report on trends and sources of zoonosis and zoonotic agents and foodborne outbreacks in the Europen Union” riporta che la Salmonella è la causa più frequente di epidemie di origine alimentare nel 2008.
La carne di pollame è il cibo maggiormente esposto, seguito dalla carne suina. I ceppi più frequentemente isolati di Salmonella nei focolai sono stati S.enteritidis e S.typhimurium nelle carni di pollame e suino rispettivamente.
I numeri indicano una leggera diminuzione nelle persone colpite in caso di focolai di Salmonella rispetto al 2007 (131.468 casi nel 2008 vs 151.998 nel 2007), e questo trend, confermato negli ultimi quattro anni, potrebbe essere legato all’applicazione di programmi di monitoraggio nazionali, all’interno di ciascun paese, come stabilito dal Reg. CE 2160/2003. Tale regolamento si prefigge di garantire “la messa in atto di misure efficaci per rilevare e controllare la salmonella e altri agenti zoonotici in tutte le fasi pertinenti la produzione, trasformazione e distribuzione, in particolare a livello della produzione primaria, anche in mangimi, al fine di ridurre la presenza e il pericolo per la salute pubblica “.
Mentre sono stati ottenuti importanti risultati nel corso degli anni per quanto riguarda le galline ovaiole, dove sono stati raggiunti gli standard europei in molti Paesi, non sono stati raggiunti tali livelli significativi di riduzione della prevalenza di Salmonella per i polli da carne.
Pertanto, l’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l’efficacia di una miscela di acido sorbico e di Composti Naturali Identici (NIC) sulla riduzione della prevalenza cecale e la proliferazione di S.enteritidis in polli da carne infettati sperimentalmente.
2011 – UNA COMBINAZIONE MICROINCAPSULATA DI ACIDO SORBICO E COMPOSTI NATURALI IDENTICI RIDUCE LA PREVALENZA E LA PRESENZA DI S. ENTERITIDIS NEL POLLO DA CARNE2023-09-15T17:52:20+02:00

2011 – CLONI DI ESCHERICHIA COLI DI ORIGINE UMANA ED A VIARIA RESISTENTI AI FLUOROCHINOLONI

Le infezioni extra-intestinali causate da ceppi patogeni di E. coli sono molto comuni sia nell’uomo (ExPEC) che nelle specie aviarie (APEC). Nelle specie avicole, tali infezioni sono note come colibacillosi e rappresentano una delle principali cause di mortalità con danni economici rilevanti per gli allevatori (1). I fluorochinoloni (FQ) sono considerati farmaci di scelta per il trattamento di infezioni da ExPEC e l’incremento negli ultimi anni dei ceppi FQ resistenti ha destato preoccupazione per la sanità pubblica. Questi farmaci sono ampiamente utilizzati anche in medicina veterinaria e diversi ceppi resistenti di E. coli sono stati isolati nelle specie aviarie. E’ stata così ipotizzata una probabile origine zoonotica di questi patogeni che possono infettare l’uomo attraverso l’ingestione di cibo contaminato ed in particolare prodotti avicoli. Lo scopo di questo studio è stato quello di identificare cloni FQ-resistenti nell’uomo e investigare la loro possibile origine aviaria.
2011 – CLONI DI ESCHERICHIA COLI DI ORIGINE UMANA ED A VIARIA RESISTENTI AI FLUOROCHINOLONI2023-09-15T17:52:26+02:00

2011 – STUDIO DELLA CONCENTRAZIONE MINIMA INIBENTE (MIC) IN ALCUNI CEPPI DI MYCOPLASMA SYNOVIAE ISOLATI IN ITALIA.

La concentrazione minima inibente più comunemente conosciuta con l’acronimo anglosassone MIC (Minimal inhibitory concentration) è considerata il “ gold standard” per la determinazione della suscettibilità dei microrganismi agli antimicrobici tanto da essere utilizzata per confrontare le performance di altri metodi diagnostici.
In micoplasmologia la MIC può essere definita come la più bassa concentrazione di una sostanza antibiotica in grado di inibire la crescita visibile o il metabolismo di alcune specie di micoplasmi dopo un ottimale periodo di incubazione in vitro.
I micoplasmi sono organismi unicellulari privi di parete cellulare, che possono causare patologia nel Regno Animale e Vegetale e la loro coltivazione in vitro risulta “fastidiosa”..
Nel settore avicolo rivestono un ruolo particolarmente importante il Mycoplasma gallisepticum (MG) ed il synoviae (MS). In particolare il Mycoplasma synoviae può causare, nel settore da carne, forme respiratorie ed articolari con conseguente incremento degli scarti al macello,mentre nel settore della gallina ovaiola è stato recentemente associato a lesioni apicali del guscio con importanti implicazioni economiche.
L’incidenza nel territorio italiano di MS negli ultimi anni sembrerebbe essere in incremento.
Poiché la via di trasmissione verticale di questi patogeni è stata ampiamente documentata il controllo degli organismi PPLO-like  (Pleuropneumonia Organism like) nel settore avicolo industriale è basato sulla gestione di gruppi di riproduttori Mycoplasma-free e sulla attuazione di rigide misure di biosicurezza.
Nonostante tali precauzioni la prevalenza di questi microrganismi nel settore avicolo industriale non sembra diminuire. Recentemente alcuni Autori hanno proposto di raggruppare i ceppi di MS in base alla sequenza del gene vlhA. Tale gene codifica per la proteina MSP (Most Surface Protein), responsabile della citoaderenza e quindi della patogenicità.
Sulla base di tali considerazioni ci siamo proposti di analizzare la MIC di ceppi di Mycoplasma synoviae. isolati nel territorio italiano e provenienti da differenti categorie produttive industriali e cercando, ove possibile, di testare ceppi provenienti dalla stessa categoria produttiva e con differenze geniche a carico del gene vlhA.
2011 – STUDIO DELLA CONCENTRAZIONE MINIMA INIBENTE (MIC) IN ALCUNI CEPPI DI MYCOPLASMA SYNOVIAE ISOLATI IN ITALIA.2023-09-15T17:53:02+02:00

2011 – APPROFONDIMENTI DIAGNOSTICI IN ALCUNI CASI CLINICI NELLE SPECIE AVICOLE MINORI

Nel seguente lavoro saranno presi in considerazione alcuni casi clinici diagnosticati in laboratorio e riscontrati nelle cosiddette “specie avicole minori” tra le quali si possono annoverare: anatre, faraone, quaglie, fagiani, pernici, oche, piccioni, struzzi, pavoni, fenicotteri) e volatili ornamentali.
2011 – APPROFONDIMENTI DIAGNOSTICI IN ALCUNI CASI CLINICI NELLE SPECIE AVICOLE MINORI2023-09-15T17:53:09+02:00
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