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2010 – INFEZIONE SPERIMENTALE CON I CEPPI DI CAMPO “ITALY-02”, “QXLIKE” E “793B” DEL VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARE IN POLLI DA CARNE COMMERCIALI VACCINATI CON VACCINO VIVO CONTENENTE I CEPPI H120 E D274

Il lavoro consiste in una prova sperimentale in broiler al fine di valutare la protezione indotta da un vaccino vivo attenutato contenente i ceppi M41 e D274 del virus della Bronchite Infettiva aviare effettuato ad un giorno di vita nei confronti dell’infezione sostenuta dai ceppi di bronchite infettiva aviare (IB) noti come Italy02, QXsimile e 793B. Il livello di protezione è stato calcolato attraverso la valutazione della ciliostasi  osservata su colture d’organo ( anelli tracheali). Sono stati rilevati buoni indici di protezione nei confronti dei ceppi IT02 e QX simile e soddisfacente indice di protezione nei confronti del ceppo 793B. Inoltre sono state valutate le risposte anticorpali alla vaccinazione e alle infezioni.
2010 – INFEZIONE SPERIMENTALE CON I CEPPI DI CAMPO “ITALY-02”, “QXLIKE” E “793B” DEL VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARE IN POLLI DA CARNE COMMERCIALI VACCINATI CON VACCINO VIVO CONTENENTE I CEPPI H120 E D2742023-09-18T09:20:00+02:00

2010 – EPISODIO DI “FALSE OVAIOLE” IN GALLINE OVAIOLE DI 22 SETTIMANE DI ETÀ IN SEGUITO AD INFEZIONE DA VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARE DENOMINATO QXLIKE

Si descrive un episodio di “false ovaiole” in galline ovaiole di 22 settimane di età allevate in Romagna in seguito ad infezione da virus della Bronchite Infettiva aviare (IB) denominato “QXlike”. Trattasi di galline di razza Lohmann nate e allevate in Italia. All’età di 16 settimane il gruppo di galline aveva presentato una forma respiratoria da Mycoplasma gallisepticum con Colisetticemia. A 19 settimane veniva identificato un virus della BI sequenziato come QXlike. A 22 settimane la deposizione subiva un arresto sul 80%, contemporaneamente iniziavano a comparire soggetti non produttivi con lesioni dell’apparato riproduttore ascrivibili a “false layers”.Questo caso ha messo in evidenza la stretta correlazione fra virus della IB e la lesione morfologica e strutturale dell’apparato riproduttore.
2010 – EPISODIO DI “FALSE OVAIOLE” IN GALLINE OVAIOLE DI 22 SETTIMANE DI ETÀ IN SEGUITO AD INFEZIONE DA VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARE DENOMINATO QXLIKE2023-09-18T09:17:37+02:00

2010 – DISCRIMINAZIONE RAPIDA FRA CEPPI VACCINALI E DI CAMPO DI METAPNEUMOVIRUS AVIARE MEDIANTE TECNICA RFLP

I Metapneumovirus Aviari (AMPV) sono virus ad RNA appartenenti alla famiglia delle Paramyxoviridae ed al genere Metapneumovirus. Sono causa nel tacchino di una infezione delle prime vie respiratorie nota come Rinotracheite del Tacchino (TRT), mentre nel pollo sono responsabili di forme respiratorie più o meno lievi, che possono sfociare nella Sindrome della Testa Gonfia. Sono stati sino ad ora individuati 4 sottotipi di AMPV (A, B, C e D), distinti variamente fra loro sia dal punto di vista genetico che biologico e sierologico. I sottotipi A e B sono i più diffusi a livello mondiale essendo presenti in Europa, Asia, Centro e Sud America ed inoltre in Africa, dove l’infezione è comparsa per la prima volta alla fine degli anni 70 (Gough e Jones, 2008).
In Italia l’infezione si è diffusa a partire dal 1987 (Fabris e D’Aprile, 1990).
Successivamente si è endemizzata nelle Regioni a maggior vocazione avicola, con prevalenza del sottotipo B (Catelli et al., 2004; Catelli, 2006). Per il controllo TRT sono utilizzati vaccini vivi attenuati; fra quelli disponibili nel nostro Paese è diffuso l’utilizzo del sottotipo B, somministrato nei tacchini da carne, via spray, in incubatoio. E’ stato dimostrato che ceppi vaccinali possono essere evidenziati tramite RT -PCR fino alla quarta settimana di età (Catelli et al., 2010), associati o meno a sintomatologia respiratoria. In presenza di forme cliniche risulta necessario poter discriminare tra ceppi di campo e di origine vaccinale.
L’analisi della sequenza del gene G di numerosi ceppi AMPV sottotipo B isolati in varie aree geografiche del mondo (Cecchinato et al., 2009), ha rivelato la presenza, nella sola sequenza del vaccino B (ceppo VCO3) maggiormente utilizzato in Italia, di un sito di riconoscimento dall’enzima di restrizione Msel. Tale sito è localizzato nell’amplicone che si ottiene con il protocollo di RT nested-PCR messo a punto da Naylor et al. (1997), e comunemente impiegato in Europa per la diagnosi delle infezioni da AMPV e la distinzione fra sottotipi A e B.
Basandosi su queste evidenze, è stato messo a punto e testato su alcuni AMPV isolati in Italia, inclusi i ceppi precoci isolati da Catelli et al. (2010), un protocollo di PCR-Restriction Fragment Length Polymorphism (RFLP) in grado di discriminare fra ceppi sottotipo B di campo e vaccinali.
2010 – DISCRIMINAZIONE RAPIDA FRA CEPPI VACCINALI E DI CAMPO DI METAPNEUMOVIRUS AVIARE MEDIANTE TECNICA RFLP2023-09-18T09:16:20+02:00

2010 – TECNOLOGIA BIOLOGICA PER IL TRATTAMENTO DI POLLINA DI OVAIOLE (BREV. EUROPEO EP 1314710 A1): PROGETTO MIDA (MANURE HYGIENIZATION DEVELOPMENT AND APPLICATION) SANITIZZAZIONE

L’obiettivo è quello di superare la gestione della pollina come rifiuto e la necessità di terreni agricoli per il suo spandimento, attraverso la produzione diretta di fertilizzante di qualità, igienico, in grado di migliorare la struttura del terreno e la sua fertilità, oltre a recuperare il suolo dalla predesertificazione.
In dettaglio, l’obiettivo del progetto era quello di verificare l’igienizzazione della pollina di gallina ovaiola tramite bio-trattamento, ai sensi delle indicazioni contenute nel Reg. (CE) 1774/2002. Il prodotto ottenuto non è un rifiuto, ma un fertilizzante organico igienico, sicuro e commerciabile.
La pollina, essiccata a tre diversi livelli di umidità tramite MDS (Manure Drying System), è stata trattata all’interno di big-bags e in cumulo, con l’aggiunta di PAV (principi attivi vegetali) biocatalizzatori di origine vegetale, in un allevamento avicolo del nostro Paese.
Il campionamento e le analisi sulla pollina, prelevata a -3 (prima dell’ingresso nel MDS), 0, 38, 81, 123 giorni, sono stati condotti seguendo il Reg. (CE) 1774/2002 che prevede durante il processo:
  • la riduzione di 5 unità log 10 di Enterococcus faecalis;
  • la riduzione di 3 unità log 10 di Parvovirus.
Sono inoltre richieste nel prodotto finito e nell’immagazzinamento rispettivamente:
  • concentrazione di Escherichia coli inferiore o uguale a 1.000 ufc/g;
  • assenza di Salmonella spp.
In questa fase iniziale, a causa della elevata resistenza ambientale degli elementi di dispersione dei parassiti, abbiamo aggiunto anche la valutazione dell’attività dei PAV sulle oocisti dei  coccidi e sulle uova di ascaridi. Questo ha giustificato il prelievo di campioni al giorno -3 utile per valutare la carica parassitaria della pollina all’atto della emissione. Contemporaneamente sono stati ricercati anche miceti patogeni e saprofiti. Per l’assenza di malattie da Parvovirus nel pollame, allo scopo di ottemperare al reg. (CE) 1774/2002, abbiamo sviluppato una prova “figlia” in condizioni controllate, aggiungendo Parvovirus di origine suina nella pollina.
In generale, l’attività sperimentale di MIDA ha dato buoni risultati nella riduzione dei parametri biologici dopo 123 giorni, dati che incoraggiano gli autori a perseverare nello sviluppo del progetto ed anche nella ricerca di un sostegno finanziario.
2010 – TECNOLOGIA BIOLOGICA PER IL TRATTAMENTO DI POLLINA DI OVAIOLE (BREV. EUROPEO EP 1314710 A1): PROGETTO MIDA (MANURE HYGIENIZATION DEVELOPMENT AND APPLICATION) SANITIZZAZIONE2023-09-18T09:14:50+02:00

2010 – IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI DI LABORATORIO NEI CASI DI ZOPPIA DEL POLLO E DEL TACCHINO

L’utilizzo degli strumenti di laboratorio, come descritto in questi tre casi clinici, è di fondamentale importanza per l’inquadramento diagnostico della zoppia nel pollo e nel tacchino.
Il primo caso clinico (A) si è presentato in un allevamento di polli da carne in cui, dall’età di due settimane, una percentuale elevata di soggetti esibiva zoppia monolaterale che non rispondeva a trattamento con vitamina D e calcio. Gli animali mostravano grave discondroplasia tibiale, osteomielite e fragilità ossea.
Dalle analisi batteriologiche e biomolecolari si dimostrava che l’agente causale della osteomielite era Streptococcus gallolyticus subsp. gallolyticus. La sua scarsa sensibilità agli antibiotici ha reso difficile ma non impossibile il successo terapeutico con amoxicillina. É la prima segnalazione in Italia della presenza di questo batterio nel pollo.
Il secondo caso (B) ha coinvolto un allevamento di tacchini da carne maschi. Gli episodi di zoppia, iniziati alla decima settimana di età, costringevano gli animali a non deambulare correttamente diventando cachettici. Le lesioni comprendevano osteomielite nella testa del femore con artrite purulenta nella articolazione coxofemorale ed alla corrispondente tibiotarsometatarsale. L’isolamento ripetuto in sede di lesione di Escherichia coli sierotipo O78 confermava il suo elevato tropismo per le articolazioni ed il midollo osseo. Tutti gli E. coli O78 isolati sono APEC (Avian Pathogenic E. coli) con una origine clonale diversa da quelli presenti negli organi setticemici. Trattamenti antibiotici mirati o di massa basati sull’antibiogramma sono stati in grado di prevenire nuovi casi o ridurre la gravità di quelli già esistenti.
Il terzo caso (C) è stato osservato in un allevamento di tacchini da carne maschi. Gli animali, dall’età di 80 giorni, hanno iniziato a presentare difficoltà di deambulazione. La lesione più comunemente evidenziata era una infiltrazione di essudato lattiginoso non purulento tra i fasci dei muscoli flessori delle dita e i tendini che poco interessava l’articolazione tibiotarsometatarsale. Ornithobacterium rhinotracheale è stato isolato con difficoltà dal liquido patologico di un tacchino ma la sua presenza, con PCR, dimostrata da più soggetti.
2010 – IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI DI LABORATORIO NEI CASI DI ZOPPIA DEL POLLO E DEL TACCHINO2023-09-18T09:13:06+02:00

2010 – INDAGINE SULLA PRESENZA E LA SENSIBILITÀ AGLI ANTIBIOTICI DI CAMPYLOBACTER TERMOFILI ISOLATI DA POLLI BROILER IN NORD ITALIA

La campilobatteriosi, zoonosi provocata dalle specie termofile di Campylobacter, attualmente rappresenta un notevole problema di Sanità Pubblica. Le specie termofile di Campylobacter, riconosciute responsabili di malattia diarroica nell’uomo fin dagli anni ’70, sono infatti i principali agenti di gastroenterite batterica a livello mondiale, con 190.566 casi umani confermati nell’Unione Europea nel 2008 (EFSA, 2010) e 2,4 milioni di casi annui stimati negli Stati Uniti.
Il serbatoio dell’infezione è rappresentato dal tratto gastroenterico di numerosi mammiferi e uccelli domestici e selvatici, che albergano Campylobacter spp. senza manifestare alcuna sintomatologia e lo eliminano tramite le feci in quantità elevata.
Tra le numerose specie reservoir, i volatili da reddito rivestono un ruolo di rilievo nella trasmissione dell’infezione all’uomo. Infatti, non solo essi sono il serbatoio principale del microrganismo, ma il consumo di carne di pollo (soprattutto poco cotta) rappresenta il principale fattore di rischio nella trasmissione dell’infezione all’uomo (Wingstrand et al., 2006).
Nella maggior parte dei casi le infezioni da Campylobacter spp. sono autolimitanti, ma talvolta, soprattutto in bambini, anziani ed in pazienti immunodepressi, possono manifestarsi con quadri di enterite acuta e prolungata e nell’1% dei casi dare infezioni extraintestinali, che necessitano di terapia antibiotica (van Hees et al., 2007). Gli antibiotici di prima scelta nella terapia delle forme gravi o complicate di campilobatteriosi umana sono i macrolidi, seguiti dai chinoloni e dalle tetracicline. Si tratta di molecole impiegate anche in ambito veterinario e nei confronti delle quali un numero sempre maggiore di Campylobacter spp., isolati sia dagli animali che dall’uomo, sta sviluppando resistenza.
Date le importanti implicazioni di Sanità Pubblica dell’infezione da Campylobacter termofili nelle specie avicole, si è voluta indagare la loro presenza in allevamenti intensivi di polli broiler del Nord Italia e la loro sensibilità ad un panel di antibiotici.
2010 – INDAGINE SULLA PRESENZA E LA SENSIBILITÀ AGLI ANTIBIOTICI DI CAMPYLOBACTER TERMOFILI ISOLATI DA POLLI BROILER IN NORD ITALIA2023-09-18T09:11:35+02:00

2010 – STUDIO SULLA PREVALENZA DELLA SALMONELLA ISOLATA DA MATRICI DI ORIGINE AVICOLA IN TRE ANNI DI ATTIVITÀ DIAGNOSTICA (2007, 2008, 2009)

Il rischio di contaminazione dei prodotti avicoli da parte di Salmonella spp. è noto alla comunità scientifica internazionale. Il seguente studio valuta la prevalenza dei vari sierotipi di Salmonella isolati da diverse matrici di origine avicola in tre anni di attività diagnostica, al fine di definire la reale portata del problema negli allevamenti.
2010 – STUDIO SULLA PREVALENZA DELLA SALMONELLA ISOLATA DA MATRICI DI ORIGINE AVICOLA IN TRE ANNI DI ATTIVITÀ DIAGNOSTICA (2007, 2008, 2009)2023-09-18T09:10:18+02:00

2010 – PROVA DI ANTIBIOTICO-RESISTENZA NEI CONFRONTI DI 70 CEPPI DI SALMONELLA SPP. (S.ENTERITIDIS, S.TYPHIMURIUM, S.HADAR, S.VIRCHOW E S.INFANTIS) DI ORIGINE AVICOLA

La Salmonellosi è ancora una delle più frequenti cause di tossinfezione alimentare nel mondo. L’aumento dell’antibiotico-resistenza osservata nei ceppi di Salmonella isolati può compromettere il trattamento terapeutico di queste infezioni. Nel corso di questo studio venivano condotte prove di antibiotico-resistenza nei confronti di 70 ceppi di Salmonella isolati ed identificati sierologicamente, nel corso dell’attività diagnostica, a partire da matrici di origine avicola. Il saggio di sensibilità agli antibiotici veniva valutato col sistema della Minima Concentrazione Inibente (MIC) utilizzando un pannello di 22 antibiotici. Salmonella virchow presentava resistenza del 100% verso un maggior numero di antibiotici rispetto agli altri sierotipi. Alcuni antibiotici fl uorchinoloni, β-lattamici e cefalosporine di prima e seconda generazione (ofl oxacina, amoxicillina-acido clavulanico, cefalotina, cefuroxime, ciprofl oxacina), inibivano il 100% dei ceppi impiegati. Questo studio sottolinea la necessità di monitoraggio dell’antibiotico-resistenza dei ceppi patogeni isolati dagli animali e dagli alimenti da essi prodotti.
2010 – PROVA DI ANTIBIOTICO-RESISTENZA NEI CONFRONTI DI 70 CEPPI DI SALMONELLA SPP. (S.ENTERITIDIS, S.TYPHIMURIUM, S.HADAR, S.VIRCHOW E S.INFANTIS) DI ORIGINE AVICOLA2023-09-18T09:09:29+02:00

2010 – ISOLAMENTO DI MYCOPLASMA SYNOVIAE IN UN ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE IN RELAZIONE AD ALTERAZIONI APICALI DEL GUSCIO (EGGSHELL APEX ABNORMALITIES)

Mycoplasma synoviae rappresenta un importante patogeno nel settore avicolo industriale, responsabile sia nel broiler che nel tacchino da carne di forme respiratorie ed articolari spesso complicate da infezioni batteriche secondarie. Il suo ruolo patogeno nel settore delle galline ovaiole risulta ancora controverso, secondo alcuni studi l’infezione da Mycoplasma synoviae (MS) in ovaiole può essere correlata a cali dell’ovodeposizione (1), anche se differenti Autori riportano un’assenza di correlazione tra le alterazione produttive e questo patogeno. Recentemente è stata segnalata una correlazione diretta tra l’infezione di Mycoplasma synoviae e la comparsa di una caratteristica alterazione del polo apicale del guscio delle uova, denominata EAA dall’inglese Eggshell Apex Abnormalities (1, 2). La lesione localizzata al polo acuto dell’uovo si presenta esternamente di aspetto rugoso di colore differente rispetto alla rimanente parte di guscio e a margini netti, inoltre lo spessore è diminuito con conseguente fragilità dell’area.
2010 – ISOLAMENTO DI MYCOPLASMA SYNOVIAE IN UN ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE IN RELAZIONE AD ALTERAZIONI APICALI DEL GUSCIO (EGGSHELL APEX ABNORMALITIES)2023-09-18T09:07:27+02:00

2010 – INDAGINE PRELIMINARE SULLA PRESENZA DI MYCOPLASMA GALLISEPTICUM E MYCOPLASMA SYNOVIAE IN ALLEVAMENTI AVICOLI ITALIANI

I micoplasmi sono microorganismi unicellulari privi di parete cellulare capaci di infettare animali, uomo, insetti e piante: tale caratteristica strutturale conferisce loro resistenza ai comuni chemioterapici che agiscono sulla parete cellulare. Le specie di micoplasmi ad oggi identificate sono più di 100 e in ambito aviare sono oltre 25 le specie attualmente conosciute. All’interno di queste specie quelle che rivestono un particolare interesse per l’industria avicola sono rappresentate dal Mycoplasma gallisepticum (MG), Mycoplasma synoviae (MS), Mycoplasma meleagridis, Mycopalsma iowae. Tale interesse è strettamente correlato agli effetti negativi sulle differenti tipologie di produzioni avicole. Allo stato attuale, nel territorio Italiano, non sono presenti segnalazioni riguardanti episodi ascrivibili al M. meleagridis e M. iowae, mentre sono numerose le segnalazioni riguardanti MG e MS. Il Mycoplasma gallisepticum è stato riscontrato in numerose specie aviari in cui causa principalmente problemi di tipo respiratorio con interessamento delle prime vie respiratorie e dei sacchi aerei, provocando gravi aerosacculiti con tosse e rantoli e conseguente crescita stentata. Inoltre, in soggetti in ovodeposizione, può determinare un calo della produzione di uova. Il contenimento di tale patogeno si basa su rigorose misure di biosicurezza e sul mantenimento di gruppi di riproduttori micoplasma free.
Il Mycoplasma synoviae è spesso coinvolto in forme respiratorie e articolari che interessano in maggior misura gli animali all’ingrasso. Recentemente è stato correlato a specifiche alterazioni del polo apicale del guscio in galline ovaiole. La trasmissione per via verticale è stata ampiamente dimostrata ed il contenimento dell’infezione si basa come per MG sulla produzione e mantenimento di gruppi MS free. Purtroppo le misure attualmente applicate non sembrerebbero altamente efficaci, difatti negli ultimi anni si è assistito ad una presenza importante di tale patogeno in tutti i settori produttivi dell’industria avicola.
Al fine di mantenere elevata l’attenzione degli addetti al settore avicolo e di individuare eventuali punti deboli del sistema di controllo si è voluto valutare la presenza nei vari settori produttivi di MG e MS in diverse aree del territorio italiano.
2010 – INDAGINE PRELIMINARE SULLA PRESENZA DI MYCOPLASMA GALLISEPTICUM E MYCOPLASMA SYNOVIAE IN ALLEVAMENTI AVICOLI ITALIANI2023-09-18T09:04:10+02:00
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