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2003 – INFEZIONE DA HAFNIA ALVEI IN GALLINE OVAIOLE

Hafnia alvei è un germe gram negativo anaerobio facoltativo, che appartiene alla famiglia delle Enterobacteriaceae. E’ diffuso nell’ambiente, in particolare nel terreno, nei liquami e nell’acqua. In letteratura, sono riportati casi di setticemia nelle trote e in galline ovaiole (3), di aborti nel cavallo, di forme respiratorie nelle capre e di mastiti nelle mucche (1).
In medicina umana il microrganismo è stato associato a gastroenterite, a setticemia e ad infezioni urinarie (2). Hafnia alvei è considerato un patogeno opportunista che possiede meccanismi di virulenza sovrapponibili a quelli di altri enteropatogeni.
Con il presente lavoro si vuole descrivere un episodio morboso di notevole gravità insorto in un allevamento di galline ovaiole riconducibile ad infezione da Hafnia alvei.

2003 – INFEZIONE DA HAFNIA ALVEI IN GALLINE OVAIOLE2023-09-18T12:28:17+02:00

2003 – RISULTATI PRELIMINARI SULL’ATTIVITÀ DELLA CYTOLETHAL DISTENDING TOXIN (CDT) IN CEPPI DI CAMPYLOBACTER JEJUNI ISOLATI IN ITALIA

Nonostante i dati epidemiologici internazionali confermino l’importanza di Campylobacter jejuni quale patogeno tossinfettivo umano, le conoscenze riguardo ai meccanismi di patogenicità rimangono ancora controverse e limitatei. I principali fattori di virulenza a tutt’oggi conosciuti sono la motilità, l’aderenza, la capacità di invasione e la produzione di tossine. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di studiare la produzione della tossina CDT (cytolethal distending toxin) in un gruppo di 29 isolati di Campylobacter jejuni isolati da diverse fonti (uomo, animali, alimenti ed ambiente) precedentemente caratterizzati mediante ribotipizzazione automatica. I risultati ottenuti hanno evidenziato un diverso livello di produzione di CDT in tutti gli isolati ad eccezione del ceppo n° 3 negativo per il test adottato. Il sequenziamento dei geni cdt in tale isolato ha evidenziato 16 sostituzioni nucleotiche tre delle quali responsabili delle sostituzioni aminoacidiche che potrebbero essere alla base della mancata attività citotossica. Nessuna correlazione è stata osservata tra ribotipo, fonte di isolamento e livello di tossina prodotta.

2003 – RISULTATI PRELIMINARI SULL’ATTIVITÀ DELLA CYTOLETHAL DISTENDING TOXIN (CDT) IN CEPPI DI CAMPYLOBACTER JEJUNI ISOLATI IN ITALIA2023-09-18T12:26:59+02:00

2003 – INDIVIDUAZIONE DI MARKER GENETICI DELLA RESISTENZA A PENICILLINE ED AMINOGLICOSIDI IN CEPPI DI SALMONELLA ENTERICA SUBSP. ENTERICA SIEROTIPO TYPHIMURIUM

La comparsa di ceppi di Salmonella (Salm.) Typhimurium multiresistenti è un problema sanitario mondiale (6). L’acquisizione di tale carattere è spesso dovuto alla presenza di determinanti dell’antibiotico resistenza in elementi genetici mobili (es. gene cassettes). Queste strutture, mediante plasmidi e trasposoni, possono passare da un batterio ad un altro ed integrarsi a livello cromosomico in strutture genetiche dette integroni che, grazie alla presenza di un promotore, garantiscono un’espressione costante di tali geni (3). In particolare in Salm. Typhimurium DT104, sono stati individuati, in integroni di classe I, i geni pseI, e ant(3”)-Ia, che codificano per una beta lattamasi e una adenililtransferasi, in grado di inattivare rispettivamente beta lattami (es. ampicillina) e spectinomicina-streptomicina (2,5).
Scopo del presente studio è stato quello di verificare la presenza dei suddetti geni e la loro localizzazione all’interno di integroni, in ceppi di Salm. Typhimurium multiresistenti, isolati in Italia da diverse fonti ed appartenenti a diversi fagotipi.

2003 – INDIVIDUAZIONE DI MARKER GENETICI DELLA RESISTENZA A PENICILLINE ED AMINOGLICOSIDI IN CEPPI DI SALMONELLA ENTERICA SUBSP. ENTERICA SIEROTIPO TYPHIMURIUM2023-09-18T12:25:51+02:00

2003 – PROVA DI EFFICACIA DI UN ADDITIVO DI NUOVA CONCEZIONE PER LETTIERE NEL CONTROLLO DELL’AMMONIACA NEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI DI POLLI DA CARNE: RISULTATI PRELIMINARI

La intensificazione delle produzioni avicole, grazie alla ingegneria zootecnica ed impiantistica, ha usufruito di tutti gli strumenti indispensabili per la realizzazione di allevamenti di grandi dimensioni e all’avanguardia nella tecnologia. Tuttavia nella pratica di allevamento spesso si verifica una esasperazione del microambiente dovuta ad una riduzione della qualità dell’aria per la elevata concentrazione di gas e di microrganismi (2, 6). Si determinano così situazioni di rischio nel ricovero, per gli animali e per l’uomo esposti ai contaminanti (10), e nell’ambiente esterno, per le conseguenti emissioni dei gas (2; 9).
Tra questi, in particolare, l’ammoniaca, che naturalmente si forma all’interno dei ricoveri zootecnici, è considerato il gas maggiormente presente e difficile da tenere sotto controllo.
L’impiego di differenti metodi per ridurre la produzione di ammoniaca negli allevamenti avicoli e più in particolare di additivi per il trattamento della lettiera come il fosfato di calcio monobasico (7), l’acido fosforico (7 3), l’acido propionico (5), il solfato ferroso (1; 3), che agiscono riducendo il pH della lettiera, con la conseguente riduzione delle attività microbica ed enzimatica, sono già stati considerati da tempo.
La recente immissione nel commercio di un prodotto di nuova concezione in grado di migliorare le condizioni igieniche della lettiera e la mancanza di una documentazione bibliografica sulla sua efficacia hanno fornito l’argomento di studio della presente nota, che si propone pertanto di riferire dati preliminari sull’efficacia del trattamento della lettiera avicola con questo prodotto nel ridurre la concentrazione di ammoniaca nell’ambiente di allevamento.

2003 – PROVA DI EFFICACIA DI UN ADDITIVO DI NUOVA CONCEZIONE PER LETTIERE NEL CONTROLLO DELL’AMMONIACA NEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI DI POLLI DA CARNE: RISULTATI PRELIMINARI2023-09-18T12:24:10+02:00

2003 – OSSERVAZIONI SU CASI DI NEUROPATIA PERIFERICA IN POLLI DI LINEA LEGGERA

Presso la nostra Sezione si sono osservati recentemente in polli di linea leggera diversi casi di neuropatia periferica (PN), forma morbosa su base immunomediata, con aspetti sovrapponibili a quadri ritenuti tipici della malattia di Marek (MD), di rare forme idiopatiche del pollo e di forme sperimentali riprodotte mediante inoculazione di mielina o componenti mieliniche. Anche in medicina umana sono note patologie simili alla PN dal punto di vista clinico e anatomopatologico, quali la sindrome di Guilllain-Barré (GBS). Scarse sono a tutt’oggi le segnalazioni di casi di campo di PN (1 e 3) anche se la patogenesi ed i meccanismi immunomediati che ne stanno alla base sono stati in parte recentemente chiariti sulla base di dati sperimentali (1). Ci è perciò sembrato utile segnalare con questo lavoro i risultati delle nostre osservazioni.

2003 – OSSERVAZIONI SU CASI DI NEUROPATIA PERIFERICA IN POLLI DI LINEA LEGGERA2023-09-18T12:22:24+02:00

2003 – VIRUS DELL’ANEMIA INFETTIVA AVIARE: INFEZIONE SUBCLINICA NEL BROILER

L’infezione da virus dell’anemia infettiva aviare (CAV) è diffusa nel pollo in tutto il mondo. L’agente patogeno è un piccolo DNA virus a singolo filamento, senza envelope, recentemente classificato come Gyrovirus, famiglia Circoviridae. Causa una malattia nei pulcini caratterizzata da grave anemia, deplezione linfoide (particolarmente atrofia del timo), emorragie diffuse ed elevata mortalità (5-30% e oltre). La malattia si manifesta nella progenie quando i riproduttori si infettano durante la deposizione, sia pure senza apparente effetto sulla deposizione, fertilità e schiusa.
CAV è quindi trasmesso verticalmente per 4-6 settimane e la progenie manifesta la malattia nelle prime 2-3 settimane di vita. La crescita degli animali guariti è stentata e spesso aggravata da dermatite
(blue wing) e da altre infezioni batteriche, dovute all’effetto immunodepressivo del virus (1, 2, 3 e 4).
I broilers possono infettarsi anche orizzontalmente, dopo la scomparsa degli anticorpi materni (3a settimana). Ciò potrebbe risultare in una minore performance, dovuta ad una forma subclinica dell’infezione (7, 8), anche se tale condizione non è stata sempre confermata (3, 5 e 6). In alcune ricerche sierologiche anticorpi anti-CAV sono stati evidenziati alla macellazione in una variabile percentuale di allevamenti di broiler, talvolta oltre il 50% (3, 6, 7, 8).
Anche a causa di questi controversi effetti economici della trasmissione orizzontale dell’infezione subclinica del broiler, abbiamo voluto investigare la situazione nel nostro paese.

2003 – VIRUS DELL’ANEMIA INFETTIVA AVIARE: INFEZIONE SUBCLINICA NEL BROILER2023-09-18T12:21:03+02:00

2002 – ISOLAMENTO E IDENTIFICAZIONE DI REOVIRUS IN CORSO DI SINDROME DA MALASSORBIMENTO NEL BROILER

Riassunto: viene descritto un caso di grave sindrome da malassorbimento osservato in un gruppo di broiler fin dai primi giorni di vita. La patologia provocava gravi conseguenze sulle performances produttive e persisteva per tutto il ciclo di allevamento. Le indagini di laboratorio portavano all’isolamento di un ceppo di reovirus successivamente classificato nel gruppo degli ERS (“enteric reovirus strains”), analogamente a ceppi isolati recentemente in altri paesi europei ed extra-europei e responsabili di quadri patologici sovrapponibili a quello descritto nel presente lavoro.

2002 – ISOLAMENTO E IDENTIFICAZIONE DI REOVIRUS IN CORSO DI SINDROME DA MALASSORBIMENTO NEL BROILER2023-09-18T15:44:42+02:00

2002 – EFFETTI IN CAMPO DEL FORMYL SC®, UNA MISCELA DI ACIDI MICROINCAPSULATI, SU OVARITI E COLISETTICEMIA NELLA GALLINA OVAIOLA

Gli acidi, in virtù della loro acidità, hanno un’azione antagonista nei confronti dei microrganismi intestinali.
Numerose prove in vitro hanno evidenziato la loro azione antibatterica (2, 3), ma il trasferimento di questa loro capacità in vivo risulta possibile solo con l’utilizzo di appropriate tecnologie.
Fino a pochi anni fa, il meccanismo di azione nella nutrizione animale si basava esclusivamente sulla acidificazione a livello gastrico che provocava effetti positivi sulle performance (8), effetti sanitari (4) e risposte antibatteriche (1). Tuttavia i cosiddetti acidi organici liberi, anche in notevoli quantità (1-2%), sono rapidamente neutralizzati nel tratto iniziale dell’intestino tenue, per l’azione tamponante effettuata dal pancreas. Inoltre l’utilizzo di grandi quantità di acidi liberi può provocare un eccesso di acidità nello stomaco che può causare fenomeni di acido tolleranza nei confronti di alcuni microrganismi quali E. coli, salmonelle e clostridi.(9).
Alla luce di utilizzo notevole sia in campo che in lavori sperimentali (11) dell’acido formico il settore R&D di SODA Feed Ingredients Ltd ha predisposto una miscela di acido formico (28%) e acido citrico (10%) protetti da una matrice “attiva” grassa.
La matrice di protezione consente:

  1. alla miscela di essere maggiormente attivo come acidificante e conservante per i mangimi in quanto favorisce un rilascio continuato;
  2. assicura anche grande stabilità agli ingredienti attivi del microgranulo perciò non vi sono danni per gli altri additivi acido-sensibili presenti nel mangime quali ad esempio la vitamina A;
  3. blocca la volatilità dell’acido formico che così resta completamente disponibile per la sua azione battericida, garantendo una perfetta prevenzione da inquinanti batterici che metterebbero a rischio la buona riuscita dell’allevamento. Il controllo sullo sviluppo dei batteri si estrinseca sia attraverso una riduzione prolungata di pH sia attraverso l’attività anionica del formico. L’acido formico infatti penetra all’interno della cellula batterica impedendone la moltiplicazione (10).

Questo microgranulo (Figura 1) ottenuto attraverso l’utilizzo di temperature molto basse (-60° C) risulta essere facile da usare, molto elastico e resistente alle alte temperature.
In precedenti ricerche l’utilizzo di miscele di acidi organici e inorganici protetti nel pollo da carne (OVIGRAM®) e nel tacchino da carne (FORMYL®) ha mostrato nel primo caso una riduzione della
colonizzazione della Salmonella kedougou (6) e una attività simile alla flavomicina (5) e nel tacchino una riduzione dei batterici patogeni (7).
Lo scopo di questa prova di campo era di verificare l’azione di una miscela di acido citrico e acido formico (FORMYL SC ®), alla dose di 5 kg/ton, su galline in piena deposizione, affette da colisetticemia con lesioni all’apparato riproduttore.

2002 – EFFETTI IN CAMPO DEL FORMYL SC®, UNA MISCELA DI ACIDI MICROINCAPSULATI, SU OVARITI E COLISETTICEMIA NELLA GALLINA OVAIOLA2023-09-18T15:43:40+02:00

2002 – INDAGINE SULLE CAUSE DI MORTALITÀ IN GABBIA DI BROILER LEGGERI ALLA VISITA PRE-MACELLAZIONE

La mortalità del broiler osservabile durante la visita pre-macellazione costituisce una grave perdita economica (1,2,3,4,5), coinvolgendo a vario titolo più figure professionali e tra queste, in particolare, l’allevatore, il trasportatore, il responsabile del macello ed il Veterinario Ufficiale. Quest’ultimo in considerazione delle norme che riguardano la protezione degli animali durante il trasporto (D. Lgs. 388/98), la protezione durante la macellazione o l’abbattimento (D. Lgs. 333/98), deve procedere a regolari controlli durante la visita pre-macellazione, come disposto anche dal cap.VI, punto 28, D.P.R. 495/1997. Scopo dell’indagine è stato valutare la mortalità in gabbia alla visita pre-macellazione in un macello di broiler, nel periodo compreso tra il 1996 e il 2001. Sono stati presi in considerazione la tipologia leggera del broiler (cosiddetto da “rosticceria”), a prevalente pigmentazione cutanea gialla, con età di macellazione di 35-38 giorni ed un peso compreso fra 1.650 e 1.780 g.

2002 – INDAGINE SULLE CAUSE DI MORTALITÀ IN GABBIA DI BROILER LEGGERI ALLA VISITA PRE-MACELLAZIONE2023-09-18T15:41:40+02:00

2002 – SEGNALAZIONE DI CASI DI CECITÀ A PRECOCE INSORGENZA IN PULCINI

A partire dalla primavera del 2000 fino all’inizio del 2001 sono stati inviati presso questa struttura, a scopo diagnostico, soggetti che presentavano cecità. Gli animali in cui si manifestava questo fenomeno non mostravano nè lesioni oculari evidenti dall’esterno, né sintomatologia riferibile a patologie specifiche, e, solo in qualche caso, mortalità, specie dei soggetti in scadente stato di nutrizione. Dal momento che non è per nulla comune il riscontro di tali manifestazioni nella nostra routine diagnostica e non esistono segnalazioni in bibliografia di patologie di questo tipo, i casi hanno destato subito interesse. Le uniche segnalazioni in bibliografia riguardanti forme morbose che possano causare anche cecità in polli e altri volatili di allevamento si riferiscono a infezioni da Pasteurella con lo sviluppo di panoftalmiti (1). Esistono inoltre disordini di natura genetica che portano a cecità nei polli, a tal proposito si ricordano tra gli altri i polli DAM (Smyth/Delayed Amelanotic Mutant line), degenerazioni retiniche delle Rhode Island e dei loro incroci (Rods and Cones/Retinal Dysplasia, Partial Retinal Dysplasia) e delle Withe Leghorn (B line Retinal Dysplasia ed una forma di cecità ereditaria) (2).

2002 – SEGNALAZIONE DI CASI DI CECITÀ A PRECOCE INSORGENZA IN PULCINI2023-09-18T15:38:39+02:00
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