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2001 – OSSERVAZIONI SULLA PRESENZA DI COCCIDI IN TACCHINI COMMERCIALI

Nel tacchino la coccidiosi è sempre stata valutata come un problema sanitario di entità ed importanza economica ridotta. Questa opinione è attualmente sottoposta a verifica critica alla luce del fatto che la selezione genetica, se da un lato ha migliorato le performance produttive dei soggetti, dall’altro ha reso gli animali più vulnerabili anche a patologie comuni (1, 3, 7). Inoltre la coccidiosi nel tacchino pare un’entità morbosa dai contorni non ben definiti. Infatti mancano sicuri rilievi di tipo clinico e alterazioni intestinali costanti (1, 2, 3, 5, 6, 9) e la diagnosi richiede necessariamente il riscontro microscopico di oocisti nel contenuto intestinale o nelle feci. Anche nella nostra situazione produttiva si verifica talvolta il sospetto che forme enteriche giovanili possano essere riferite a coccidiosi. Ciò soprattutto all’osservazione che il trattamento con Amprolium riduce la sintomatologia, come segnalato anche all’estero da Sandstrom (8).

2001 – OSSERVAZIONI SULLA PRESENZA DI COCCIDI IN TACCHINI COMMERCIALI2023-09-18T15:47:10+02:00

2000 – INDIVIDUAZIONE DELLA NUCLEOPROTEINA DEL VIRUS INFLUENZALE TIPO A IN CAMPIONI PATOLOGICI AVIARI CON TECNICA ELISA-SANDWICH

Durante l’epidemia di influenza aviaria che ha interessato le regioni del nord Italia negli anni 1999 e 2000, sostenuta da un virus tipo A H7N1, si è evidenziata la necessità di disporre di metodiche diagnostiche rapide per una prima identificazione virale. La metodica diagnostica ufficiale di isolamento ed identificazione virale, che richiede tempi di risposta più lunghi, si basa sull’impiego di uova embrionate di pollo SPF (UEP) spesso di limitata disponibilità per i laboratori. Tuttavia, essa consente l’identificazione del sottotipo virale.
D’altra parte, da tempo è possibile utilizzare una tecnica Double Antibody Sandwich ELISA, con anticorpi monoclonali, per rilevare la presenza della nucleoproteina del virus influenzale tipo A nel liquido allantoideo di uova embrionate inoculate con materiale derivato da diverse specie animali (suino, equino, aviare), uomo compreso. Notoriamente questa tecnica assicura elevata sensibilità e specificità e presenta una relativa semplicità di esecuzione; non consente però di giungere alla diagnosi di sottotipo per la quale si deve ricorrere all’inibizione dell’emoagglutinazione con gli antisieri corrispondenti.
Al fine di ridurre i tempi di risposta si è testato il metodo ELISA, anche a partire direttamente da campioni di visceri di volatili di diverse specie con sintomatologia clinica o comunque sospetti di infezione influenzale.
E’ comunque da sottolineare che gli esiti analitici al fine di una diagnosi di certezza, richiedono comunque la conferma tramite le metodiche ufficiali di isolamento ed identificazione virale.

2000 – INDIVIDUAZIONE DELLA NUCLEOPROTEINA DEL VIRUS INFLUENZALE TIPO A IN CAMPIONI PATOLOGICI AVIARI CON TECNICA ELISA-SANDWICH2023-09-18T16:58:50+02:00

2000 – METODICA ELISA PER L’EVIDENZIAZIONE DI ANTICORPI ANTI-INFLUENZA H7 IN SIERI SPERIMENTALI E DI CAMPO

La recente epizoozia di Influenza da ceppi H7N1 ha determinato un consistente aumento di indagini virologiche e sierologiche. Si è di conseguenza evidenziata la necessità di avere a disposizione un’altra metodica sierologica da utilizzare parallelamente alla Inibizione della emoagglutinazione, metodo normato descritto nel D.P.R. 656/96, per controllare sieri dubbi, emolitici o per evidenziare anticorpi nel tuorlo (materiale che prevede diluizioni maggiori per essere utilizzato in Inibizione della emoagglutinazione)

2000 – METODICA ELISA PER L’EVIDENZIAZIONE DI ANTICORPI ANTI-INFLUENZA H7 IN SIERI SPERIMENTALI E DI CAMPO2023-09-18T16:57:34+02:00

2000 – VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA IN VITRO DI ANTEC VIRKON S®, ANTEC FARM FLUID S® E ANTEC AMBICIDE® NEI CONFRONTI DI ALCUNI CEPPI BATTERICI DI ORIGINE AVIARE

Le procedure di biosicurezza comprendono tutte le misure preventive di natura gestionale ed igienico-sanitaria da adottare per prevenire l’introduzione e la circolazione di agenti patogeni in allevamento (3). Una delle principali componenti della biosicurezza è l’applicazione di piani di pulizia e disinfezione di ambienti, attrezzature, mezzi di trasporto, equipaggiamenti del personale (1). Un buon disinfettante deve essere in grado di agire in presenza di materiale organico (difficile da rimuovere completamente con le operazioni di lavaggio) e di acque “dure” (tipiche del nostro territorio) (2). Il presente studio ha lo scopo di valutare l’efficacia in vitro di tre disinfettanti chimici nei confronti di alcuni ceppi batterici tra i più diffusi e patogeni in campo avicolo. Le prove sono state eseguite sia in condizioni ideali per l’azione dei disinfettanti, sia in condizioni reali di campo per la presenza di sostanza organica e di acqua dura.

2000 – VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA IN VITRO DI ANTEC VIRKON S®, ANTEC FARM FLUID S® E ANTEC AMBICIDE® NEI CONFRONTI DI ALCUNI CEPPI BATTERICI DI ORIGINE AVIARE2023-09-18T16:56:20+02:00

2000 – ANALISI DEI RISULTATI DI UN ANNO DI SORVEGLIANZA SIEROLOGICA DEL SIEROTIPO 793B DEL VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA (IBV)

La bronchite infettiva (IB) è una delle principali cause di perdita economica dell’industria avicola. L’infezione è caratterizzata da elevata morbilità e rapida diffusione nel territorio; la malattia clinica si esprime con forme respiratorie, nefrite-nefrosi, calo di ovodeposizione e alterazioni della qualità del guscio. L’Italia è circondata da paesi, con i quali ha strette relazioni commerciali, in cui è dimostrata la presenza del sierotipo 793B (2) e che vaccinano attivamente nei suoi confronti con un vaccino vivo attenuato. Il presente studio espone sinteticamente i risultati di un anno di monitoraggio sierologico relativo a IBV effettuato dall’IZSLER di Forlì allo scopo di valutare la prevalenza dell’infezione sostenuta da sierotipo 793B.

2000 – ANALISI DEI RISULTATI DI UN ANNO DI SORVEGLIANZA SIEROLOGICA DEL SIEROTIPO 793B DEL VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA (IBV)2023-09-18T16:55:14+02:00

2000 – AGGIORNAMENTI SULLA BURSITE INFETTIVA (IBD) IN ROMAGNA: OSSERVAZIONI EPIDEMIOLOGICHE E PATOLOGIE COMPLICANTI

Da alcuni anni la bursite infettiva (IBD) è presente in forma endemica in Romagna. Analogamente ad altri paesi europei, i ceppi virali circolanti nel territorio della nostra regione appartengono al gruppo dei “very virulent (vvIBDV)” (2). Questi ultimi sono in grado di provocare malattia clinica (con alti indici di mortalità) e di colonizzare la borsa di Fabrizio (principale organo di replicazione del virus) in presenza di elevati titoli anticorpali di origine materna riuscendo in tal modo a precedere i ceppi vaccinali i quali sono neutralizzati dall’immunità passiva trasmessa dai riproduttori (4).
Per contrastare i vvIBDV sono stati allestiti vaccini meno attenuati in grado di competere con i ceppi patogeni (1). Occorre tuttavia ricordare che il grado di attenuazione dei vaccini è inversamente proporzionale alla loro attività immunodepressiva.
L’enterite necrotica (EN) da Clostridium perfringens tipo A (più raramente da tipo C) è una delle patologie batteriche più diffuse nel broiler; essa è osservata anche in galletti, pollastre e galline ovaiole. Sono state avanzate varie ipotesi per spiegare l’aumento dell’incidenza di questa malattia (tra cui il divieto di somministrazione di alcuni farmaci ad azione auxinica). E’ invece una certezza il ruolo svolto dalle patologie immunodepressive (tra cui la bursite infettiva) nel condizionare la comparsa della EN.
Scopo del presente lavoro è descrivere i casi più significativi di IBD osservati nel 2000 in Romagna con particolare riferimento ai piani vaccinali adottati e alle complicazioni batteriche diagnosticate, tra cui, appunto, l’EN.

2000 – AGGIORNAMENTI SULLA BURSITE INFETTIVA (IBD) IN ROMAGNA: OSSERVAZIONI EPIDEMIOLOGICHE E PATOLOGIE COMPLICANTI2023-09-18T16:54:15+02:00

2000 – INTOSSICAZIONE DA TRICOTECENI E DERMATITE PLANTARE DA Staphylococcus epidermidis IN POLLI DA CARNE

I tricoteceni sono metaboliti prodotti prevalentemente da miceti del genere Fusarium. Tra le oltre 100 micotossine appartenenti a questo gruppo, la T2, il Diacetoxiscirpenolo (DAS) e il deoxinivalenolo (DON o vomitossina) spiccano per la loro attività patogena legata ad un’azione caustica a livello di cute e mucose (2). Ne conseguono lesioni di tipo necrotico-ulcerativo (spesso complicate da infezioni secondarie) oltre ad una dimostrata attività immunodepressiva (4). Il presente lavoro descrive un caso di fusariosi in polli da carne di età molto giovane e caratterizzato da un elevatissimo indice di morbilità.

2000 – INTOSSICAZIONE DA TRICOTECENI E DERMATITE PLANTARE DA Staphylococcus epidermidis IN POLLI DA CARNE2023-09-18T16:52:40+02:00

2000 – ISOLAMENTO, TIPIZZAZIONE E CONSIDERAZIONI SULLA PATOGENICITA’ DI ORTHOMYXOVIRUS E PARAMYXOVIRUS ISOLATI IN ROMAGNA NELL’ANNO 2000

A partire dal 1999 si è verificata una grave epidemia di influenza aviare (sottotipo H7N1) nel Nord Italia.
Questa emergenza sanitaria ha creato viva preoccupazione in tutto il territorio nazionale. In particolare, la regione Emilia Romagna ha attuato dei piani di monitoraggio virologico e sierologico su vasta scala nei confronti dei virus influenzali, a cui si sono aggiunti i controlli conseguenti alla recente comparsa di focolai di pseudopeste in alcune zone della Romagna. Nell’ambito di tali indagini sono stati isolati, presso la sezione di Forlì dell’IZSLER, alcuni ceppi di orthomyxovirus e paramyxovirus da diverse specie aviari e dal suino. Nel presente lavoro sono riportati i risultati della tipizzazione di tali ceppi e alcune considerazioni epidemiologiche sulla loro diffusione in ambito regionale.

2000 – ISOLAMENTO, TIPIZZAZIONE E CONSIDERAZIONI SULLA PATOGENICITA’ DI ORTHOMYXOVIRUS E PARAMYXOVIRUS ISOLATI IN ROMAGNA NELL’ANNO 20002023-09-18T16:51:28+02:00

2000 – EFFICACIA CLINICA E INNOCUITÀ D’USO DEL PARACOX-5, VACCINO VIVO ATTENUATO CONTRO LE COCCIDIOSI DEL POLLO DA CARNE

L’impiego dei coccidiostatici nell’alimento è stato per molti anni il solo metodo valido nel controllo delle Coccidiosi del pollo da carne.
Tali sostanze, pur svolgendo tuttora un ruolo primario nel sostenere con profitto la produzione avicola mondiale, non sono del tutto scevre da problemi d’uso.
Infatti, fenomeni di resistenza insorgono sempre più frequentemente non solo nei confronti di quelle molecole già utilizzate da molti anni, ma anche per quei coccidiostatici di più recente utilizzo (1).
Inoltre, non vanno dimenticati gli effetti indesiderati, rappresentati da quadri tossici conseguenti a iperdosaggio o errato impiego (2) e soprattutto vi è il rischio sempre incombente di un loro residuo nelle carni degli animali macellati.
Sono queste le ragioni che negli anni più recenti hanno indirizzato la Ricerca sullo studio delle difese immunitarie indotte e soprattutto dei vaccini nei confronti delle Coccidiosi del pollo (4, 5).
Molti tentativi sono stati fatti in tal senso, ma a tutt’oggi i risultati più confortanti sono stati ottenuti in animali sottoposti a immunizzazione attiva con vaccini costituiti da oocisti sporulate, appartenenti a linee “precoci” (attenuate) delle principali specie di Eimeria responsabili di infezione nel pollo (3, 6). Queste linee “precoci” sono caratterizzate dalla riduzione del tempo di prepatenza e quindi del grado di moltiplicazione nelle strutture dell’epitelio intestinale, ma soprattutto dall’attenuazione della loro patogenicità intrinseca.

2000 – EFFICACIA CLINICA E INNOCUITÀ D’USO DEL PARACOX-5, VACCINO VIVO ATTENUATO CONTRO LE COCCIDIOSI DEL POLLO DA CARNE2023-09-18T16:50:14+02:00

2000 – STUDIO SULLA CONTAMINAZIONE DA CAMPYLOBACTER TERMOFILI NELLA MACELLAZIONE INDUSTRIALE DEL TACCHINO

Le specie enteropatogene del genere Campylobacter che vengono indicate con il termine “termofile” per la loro capacità di crescere a 43°C sono C. jejuni, C. coli e C. laridis. Le prime due presentano un profilo metabolico pressoché identico, fatta eccezione per la capacità di C. jejuni di idrolizzare l’ippurato. Le tre le specie sono ritenute potenziali agenti di gastroenterite umana (2, 4, 5, 6, 7). Questo studio si è proposto di verificare l’esistenza di una contaminazione da Campylobacter termofili nella macellazione industriale del tacchino.

2000 – STUDIO SULLA CONTAMINAZIONE DA CAMPYLOBACTER TERMOFILI NELLA MACELLAZIONE INDUSTRIALE DEL TACCHINO2023-09-18T16:49:08+02:00
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