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2000 – EFFICACIA DI UN VACCINO SOMMINISTRATO IN “OVO” CONTRO LA MALATTIA DI GUMBORO (IBD)

La vaccinazione in “ovo”, al 18° giorno di incubazione, viene nel pollo utilizzata con successo nei confronti della malattia di Marek (7). Studi sono stati condotti per verificare la possibilità di impiego di questa tecnica per la profilassi di altre patologie del pollame ottenendo risultati a volte contrastanti (1,2,3,9).
Scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’efficacia di un vaccino vivo del commercio contro la malattia di Gumboro (IBD), dotato di patogenicità residua e somministrato al 18° giorno di incubazione ad embrioni commerciali.

2000 – EFFICACIA DI UN VACCINO SOMMINISTRATO IN “OVO” CONTRO LA MALATTIA DI GUMBORO (IBD)2023-09-18T16:47:37+02:00

2000 – STUDIO DELLA DINAMICA DI SOPRAVVIVENZA DI C. JEJUNI SU ALCUNE SUPERFICI DI LAVORAZIONE DEGLI ALIMENTI

Per valutare la dinamica di sopravvivenza di C.jejuni su alcune superfici di lavorazione degli alimenti, cinque ceppi rappresentanti sia isolati ambientali che ceppi di referenza sono stati inoculati in campioni di metallo e formica. Prima dell’inoculo i ceppi sono stati sospesi in Tryptycase Soy Broth (TSB) per simulare le condizioni di sopravvivenza delle cellule su una superficie contaminata, ed in Phosphate Buffered Saline (PBS) (pH 7) per simulare le condizioni di sopravvivenza delle cellule su una superficie pulita. I risultati ottenuti dimostrano che sia la natura della superficie che le condizioni ambientali influenzano la dinamica di sopravvivenza delle cellule di C.jejuni.

2000 – STUDIO DELLA DINAMICA DI SOPRAVVIVENZA DI C. JEJUNI SU ALCUNE SUPERFICI DI LAVORAZIONE DEGLI ALIMENTI2023-09-18T16:46:23+02:00

2000 – SORVEGLIANZA DELL’INFLUENZA AVIARE IN EMILIA ROMAGNA. RISULTATI DEL MONITORAGGIO SIEROLOGICO GENNAIO-MAGGIO 2000

I virus dell’Influenza Aviare (AI) che infettano il pollame vengono divisi in due distinti gruppi sulla base della loro patogenicità sul pollo: ceppi ad alta patogenicità (HPAI) e ceppi a bassa patogenicità (LPAI). In Italia solamente per i casi dovuti a virus HPAI sono previsti provvedimenti di Polizia Veterinaria (2). Dal 1959 ad oggi, nel mondo si sono verificate 18 epidemie di HPAI e tutte hanno riguardato virus appartenenti ai sottotipi H5 e H7 (1). Questi sottotipi però presentano anche ceppi LPAI e la mutazione di patogenicità da LPAI a HPAI era già stata osservata per il sottotipo H5 negli USA e nel Messico (1). Questo fenomeno invece non era stato registrato per il sottotipo H7 prima di dicembre 1999, quando un ceppo di virus influenzale H7N1 a bassa patogenicità che circolava nella popolazione avicola del Nord Italia dal mese di marzo mutò, diventando HPAI.
In seguito alla mutazione del virus sono state prese diverse misure di polizia sanitaria volte alla eradicazione dell’infezione dal territorio nazionale, tra queste è stato istituito a partire dal mese di gennaio 2000 il controllo clinico e sierologico dei gruppi di riproduttori, delle pollastre prima dello spostamento e dei pulcini di 1 giorno all’arrivo in azienda, quando provenienti dalle province senza focolai (3). Il controllo sierologico aveva principalmente lo scopo di individuare ed evitare il movimento di gruppi di animali infetti da virus LPAI.
Scopo della presente nota è illustrare i risultati dei controlli sierologici svolti dai Servizi Veterinari Ufficiali della Regione Emilia Romagna nel periodo in cui tali misure sono state mantenute (gennaio-maggio 2000).

2000 – SORVEGLIANZA DELL’INFLUENZA AVIARE IN EMILIA ROMAGNA. RISULTATI DEL MONITORAGGIO SIEROLOGICO GENNAIO-MAGGIO 20002023-09-18T16:44:24+02:00

2000 – CRITERI OPERATIVI E VERIFICHE MICROBIOLOGICHE NELL’APPLICAZIONE DEL METODO HACCP IN CENTRI DI IMBALLAGGIO UOVA IN CAMPANIA

Il recente recepimento a livello nazionale della Direttiva 93/43/CEE (D.Lgs. n. 155/97) impone alle aziende del settore alimentare l’esigenza di doversi assumere direttamente la completa responsabilità
della qualità igienica dei prodotti immessi sul mercato al fine di garantire, attraverso una scrupolosa opera di pianificazione e prevenzione, la sicurezza degli alimenti (3). Tale concezione si discosta notevolmente da quella tradizionale che attribuiva un ruolo primario, nel garantire la sicurezza dei prodotti destinati all’alimentazione, al cosiddetto “controllo ufficiale” secondo quanto previsto dalla Direttiva 89/937/CEE.
L’attività di vigilanza finora si svolgeva attraverso sopralluoghi ispettivi e controlli analitici, effettuati su prodotti finiti già posti in commercio, che permettevano per lo più di mettere in luce i risultati di un procedimento di produzione non idoneo (2).
L’applicazione del metodo HACCP determina indirettamente un miglioramento ed una razionalizzazione dei processi produttivi e delle procedure all’interno dell’azienda, attraverso l’elaborazione del Manuale di Autocontrollo Aziendale.
Quest’ultimo è un documento prescrittivo, specifico in quanto si riferisce al sistema processo-prodotto di una data azienda e deve essere pertanto ”personalizzato” e finalizzato alla dimostrazione dell’adozione di un sistema di autocontrollo sulle attività critiche che costituiscono il processo produttivo. L’aspetto innovativo della normativa è quello di prefigurare un sistema di gestione organico, sistematico e continuo delle problematiche legate alla sicurezza alimentare. Il produttore nel sistema dei controlli non risulta più semplice destinatario di vincoli ed obblighi, ma assume un ruolo attivo e responsabile nell’adozione di misure idonee a garantire la sicurezza alimentare.
L’applicazione del metodo HACCP in cinque Centri di imballaggio di uova destinate al consumo umano è l’oggetto del presente lavoro, con il quale si intende illustrare i criteri operativi seguiti e gli esiti delle verifiche analitiche ottenuti nel periodo compreso tra giugno 1999 e giugno 2000.

2000 – CRITERI OPERATIVI E VERIFICHE MICROBIOLOGICHE NELL’APPLICAZIONE DEL METODO HACCP IN CENTRI DI IMBALLAGGIO UOVA IN CAMPANIA2023-09-18T16:43:11+02:00

2000 – INDAGINE SULLA PRESENZA DI CAMPYLOBACTER spp. IN ALLEVAMENTI AVICOLI DEL NORD ITALIA

Campylobacter spp. è un microrganismo presente in una grande varietà di specie animali ed è un patogeno emergente nelle infezioni gastroenteriche dell’uomo.
Indagini compiute in diversi paesi hanno dimostrato che le infezioni da Campylobacter sono comuni nel pollo al momento della macellazione. In Italia la presenza di Campylobacter jejuni è stata segnalata nell’apparato riproduttore di galline ovaiole in deposizione.(2)
Scopo di questo lavoro è stato verificare la presenza di infezioni da Campylobacter spp. nei volatili allevati nel Nord-Italia e stabilirne la specie di appartenenza.

2000 – INDAGINE SULLA PRESENZA DI CAMPYLOBACTER spp. IN ALLEVAMENTI AVICOLI DEL NORD ITALIA2023-09-18T16:41:33+02:00

2000 – OSSERVAZIONI SULLE CELLULE SECERNENTI BOMBESINA NEGLI STOMACI DI POLLI DI LINEA LEGGERA E PESANTE

Nel tratto alimentare vengono rilasciati circa una dozzina di peptidi che hanno effetti diretti sulla funzionalità dell’apparato digerente e/o azione a livello del Sistema Nervoso Centrale, tra cui la bombesina (BBS); questi peptidi sono stati studiati con tecniche di immunoistochimica nei diversi tratti del digerente del pollo (9). La BBS stimola il rilascio di gastrina, agendo anche sulla secrezione pancreatica e la motilità intestinale (5). Inoltre insieme alla colecistochinina la BBS viene considerata come uno dei fattori che regolano a livello centrale il senso di sazietà nei mammiferi (4). Anche negli uccelli entrambi i peptidi causano una soppressione dell’assunzione di alimento, che risulta essere dose dipendente (10).
L’azione della BBS a livello centrale è stata confermata anche nel corso di prove sperimentali con somministrazione per via intracerebelloventricolare in tacchini (2) ed è stato visto che si verificava un’alterazione del comportamento alimentare che portava i soggetti ad una diminuzione dell’assunzione di cibo. Sempre in tacchini adulti risulta che la BBS provoca diminuzione dell’assunzione di alimento ed acqua agendo sia a livello periferico (apparato digerente) che a livello di Sistema Nervoso Centrale (3).
Nella bibliografia concernente la BBS che fa riferimento alla specie pollo non viene mai riportata la linea genetica degli animali utilizzati nella sperimentazione, nonostante le grandi differenze comportamentali tra polli di linea leggera e pesante proprio riguardo l’assunzione di alimento (1, 7, 8,).
Infatti, la produzione di BBS, in quanto fattore di regolazione del senso di sazietà, potrebbe variare tra polli di linea pesante e polli di linea leggera. Scopo del presente lavoro è proprio verificare se esistano differenze per quanto riguarda numero, aspetto e distribuzione delle cellule produttrici BBS tra le due diverse linee produttive e se queste differenze siano tali da spiegare la diversità di comportamento alimentare.

2000 – OSSERVAZIONI SULLE CELLULE SECERNENTI BOMBESINA NEGLI STOMACI DI POLLI DI LINEA LEGGERA E PESANTE2023-09-18T16:40:15+02:00

2000 – DIAGNOSI DELLA MALATTIA DEL BECCO E DELLE PENNE DEGLI PSITTACIDI MEDIANTE LA POLYMERASE CHAIN REACTION (PCR)

La malattia del becco e delle penne degli psittacidi (Psittacine Beak and Feather Disease) è stata descritta per la prima volta nella metà degli anni settanta nei pappagalli del Sud del Pacifico (5). La
patologia ha un andamento cronico ed è caratterizzata da distrofia e perdita delle penne, accrescimento abnorme del becco con fratture e necrosi del palato.
L’esito della malattia è quasi sempre infausto (8).
L’eziologia virale della PBFD è stata dimostrata tramite la trasmissione naturale e sperimentale della patologia (3). Nei preparati istologici delle penne e dell’epitelio dei follicoli delle penne si osservano corpi inclusi intracitoplasmatici e intranucleari basofili che al microscopio elettronico si presentano come strutture paracristalline costituite da particelle virali (3,8).
Il virus appartiene alla famiglia Circoviridae, ha un diametro che va dai 14 ai 17 nm, icosaedrico, senza envelope. Il DNA virale è di 1,7 – 2,0 kb, a catena singola e circolare (1,9). La diagnosi della PBFD non può essere eseguita basandosi sui segni clinici, poiché numerosi altri agenti eziologici possono determinare lesioni simili. Indagini istopatologiche possono essere effettuate per individuare la presenza di corpi inclusi prodotti da PBFD nell’epitelio dei follicoli delle penne, ottenuto da biopsia. Benchè il reperto di corpi inclusi sia considerato diagnostico, alcuni autori hanno verificato che corpi inclusi simili a quelli causati da PBFD si rinvengono anche in caso di infezioni da adenovirus e polyomavirus (7). Altre tecniche diagnostiche sono state sperimentate da diversi autori, quali indagini in microscopia elettronica a trasmissione, metodiche di immunoistochimica, di ibridazione in situ, e ancora tecniche sierologiche quali l’emoagglutinazione e l’inibizione dell’emoagglutinazione (2,6,8). Secondo Ritchie (1995), il metodo che offre maggior sensibilità e specificità per la diangosi della PBFD è rappresentato dalla ricerca del DNA virale tramite sonde o la PCR (polymerase chain reaction).
Il test di PCR è stato sperimentato sia in USA (4) che in Australia (9). L’obiettivo di questo lavoro è mettere a punto, nel nostro laboratorio, un test di PCR che permetta di individuare gli animali colpiti da PBFD.

2000 – DIAGNOSI DELLA MALATTIA DEL BECCO E DELLE PENNE DEGLI PSITTACIDI MEDIANTE LA POLYMERASE CHAIN REACTION (PCR)2023-09-18T16:38:36+02:00

2000 – INFEZIONE CONCOMITANTE DA VIRUS DELLA MALATTIA DEL BECCO E DELLE PENNE DEGLI PSITTACIDI (PBFD) E POLIOMAVIRUS AVIARE IN PARROCCHETTI DAL COLLARE INDIANI (Psittacula krameri manillensis)

Il virus della Malattia del Becco e delle Penne degli Psittacidi (PBFD) determina, nella sua forma subacuto-cronica, gravi lesioni distrofiche delle penne ed immunodepressione in varie specie di Pappagalli, in particolare di origine australiana, africana ed asiatica, di età inferiore ai 3 anni. Le alterazioni del becco, non sempre presenti, occorrono successivamente. Il Poliomavirus aviare è in grado di determinare una malattia ad evoluzione iperacuta o acuta in giovani Psittacidi di qualsiasi specie e d’età inferiore ai 150 giorni, caratterizzata da morte improvvisa, talora preceduta da stasi del gozzo, rigurgito ed emorragie cutanee. Singolarmente la malattia interessa quasi esclusivamente soggetti allevati artificialmente, mentre è praticamente assente nei piccoli allevati dai genitori. I due virus sono, al momento, i più temuti patogeni per gli allevamenti amatoriali di Pappagalli. Descriviamo un episodio di malattia sostenuta da entrambi i virus in un allevamento di Parrocchetti dal collare.

2000 – INFEZIONE CONCOMITANTE DA VIRUS DELLA MALATTIA DEL BECCO E DELLE PENNE DEGLI PSITTACIDI (PBFD) E POLIOMAVIRUS AVIARE IN PARROCCHETTI DAL COLLARE INDIANI (Psittacula krameri manillensis)2023-09-18T16:37:23+02:00

2000 – COCCIDIOSI NEL BROILER: INDAGINE AL MACELLO

La coccidiosi è una parassitosi sostenuta da protozoi del genere Eimeria, largamente diffusa nelle specie avicole ed in particolare nel broiler. Essa determina generalmente un’enterite che nella forma clinica oltre ai sintomi provoca anche mortalità, mentre in quella subclinica riduce l’incremento ponderale giornaliero e conseguentemente l’indice di conversione (2,3). Non di rado la coccidiosi interferisce con la pigmentazione della cute e dei tarsi.
Scopo del presente lavoro è stato valutare la presenza di Eimeria spp. nei diversi tratti dell’intestino di broiler al macello e la possibile correlazione fra lesioni intestinali e caratteristiche quali-quantitative delle carcasse.

2000 – COCCIDIOSI NEL BROILER: INDAGINE AL MACELLO2023-09-18T16:36:00+02:00
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