Atti dei convegni

14 Settembre 2016

2016 – USO DI ACIDI ORGANICI A CORTA CATENA E RIDUZIONE DELLE LESIONI PLANTARI NEL BROILER: RISULTATI PRELIMINARI

Da diversi anni, gli acidi grassi a corta catena (AGCC) sono utilizzati in zootecnia come additivo per mangimi. Gli AGCC hanno dimostrato di esercitare una serie di effetti positivi in allevamento quali, ad esempio, il miglioramento dei parametri produttivi, il miglioramento della palatabilità del mangime ed una notevole attività antimicrobica. Tali effetti sono stati osservati nel pollo, ma anche in altre specie animali quali il suino e il bovino (Castillo et al., 2004; Diao et al., 2016; Upadhaya et al., 2014). Nell’ambito delle moderne tecniche di allevamento del broiler, l’attività antibatterica degli AGCC riveste un ruolo particolarmente importante, in quanto tali composti sono stati riconosciuti come una delle più promettenti alternative all’utilizzo degli antibiotici come promotori di crescita. A tal proposito, si ricorda che l’utilizzo degli antibiotici per tale scopo è stato bandito all’interno dell’Unione Europea nel 2006 (Regolamento CE No. 1831/2003).
Questo articolo descrive il disegno di studio, l’analisi statistica ed i risultati di una sperimentazione condotta direttamente in campo per verificare gli effetti di una dieta arricchita con AGCC nell’allevamento del broiler. In particolare, è stato valutato se l’impiego di AGCC è in grado di ridurre significatamene i) la crescita di C. perfringens and E. coli nell’ileo e ii) la prevalenza e gravità delle lesioni sulla superficie plantare.

14 Settembre 2016

2016 – EVIDENZA DI GAMMA E DELTACORONA VIRUS IN ALLEVAMENTI DI QUAGLIE E FAGIANI IN ITALIA

I Coronavirus (CoV) sono virus con genoma a singolo filamento di RNA a polarità positiva appartenenti all’ordine Nidovirales, famiglia Coronaviridae, sottofamiglia Coronavirinae. I CoV sono comunemente classificati in 4 generi: Alphacoronavirus (α-CoV) e Betacoronavirus (β-CoV) infettano molte specie di mammiferi, dai pipistrelli all’uomo (Chan et al., 2013), Gammacoronavirus (γ-CoV) e Deltacoronavirus (δ-CoV)  sono molto diffusi nelle specie aviari e sono stati riportati in maniera sporadica nei mammiferi (Woo et al., 2010; Woo et al., 2012; ICTV , 2014; Fehr e Perlman, 2015). Il Coronavirus aviare conosciuto anche come virus della Bronchite Infettiva del pollo (IBV), è un Gammacoronavirus in grado di replicare negli epiteli degli apparati respiratorio, riproduttivo, urinario ed enterico (Cavanagh, 2003; Cavanagh, 2005; Villareal et al., 2007). Ceppi di IBV e IBV-like sono stati isolati nel pollo, nel tacchino e in molte altre specie di uccelli come oche, anatre, piccioni, fagiani (Cavanagh et al., 2002) e quaglie (Circella et al., 2007; Torres et al., 2013), in alcuni casi in assenza di sintomatologia clinica (Cavanagh, 2005), suggerendo la possibilità che tali specie possano fungere da reservoir per IBV (de Wit et al., 2011). Ceppi virali classificati come Deltacoronavirus (de Groot et al., 2012), sono stati identificati in uccelli selvatici (Woo et al., 2009; Chu et al., 2011; Durães-Carvalho et al., 2015).
Pochi sono i dati disponibili sui coronavirus isolati in specie aviari differenti dal pollo. Il presente lavoro mira a contribuire ad una maggiore conoscenza delle caratteristiche genetiche di tali virus circolanti in allevamenti di quaglie, fagiani e starne.

14 Settembre 2016

2016 – I CORVIDI QUALI SPECIE SENTINELLA PER LE AVIAN EMERGING DISEASES IN ROMAGNA

Tra le emerging diseases  che negli ultimi anni hanno creato attenzione nell’Europa mediterranea come in tante altre parti del mondo un ruolo davvero incisivo stanno avendo oltre all’Influenza aviare anche West Nile, Usutu, Flavivirus e Malattia di Newcastle (e.g. Cazolari et al., 2010 e 2013; Pradier et al., 2012; Di Sabatino et al., 2014) anche in relazione al complicarsi dello scenario relativo ai vettori (e.g. Bellini et al., 2014). Fondamentale è stato quindi promuovere l’istituzione di un piano di monitoraggio sanitario su tutto il territorio italiano (Barzon et al., 2013; Angelini et al., 2010). Tra le specie che possono ricoprire il ruolo di sentinella sul territorio troviamo al primo posto alcuni rappresentanti della famiglia dei Corvidae (eg. Jourdain et al., 2007 e 2008). In particolare la gazza Pica pica e la Cornacchia grigia Corvus corone cornix sono specie abbondanti su tutto il territorio nazionale. In Emilia Romagna il piano prevede anche il possibile conferimento di Ghiandaia Garrulus glandarius.
Oltre alla sorveglianza passiva sull’avifauna riscontrata morta si sta operando una azione attiva campionando i corvidi abbattuti durante l’attività venatoria o nei piani di controllo numerico su queste specie predisposti dalle Province. Questi prelievi sono operati da maggio a ottobre nei territori di pianura e collina della Regione. Sono preferiti i giovani dell’anno che vengono consegnati immediatamente o a seguito di refrigerazione all’Istituto, con una scheda indicante provenienza, data e responsabili degli abbattimenti. Scopo di questo lavoro è presentare i risultati conseguiti per l’area romagnola, tra le più sensibili e attive zone di produzione avicola del paese, per quanto attiene i campionamenti ottenuti sulle specie sentinella.

14 Settembre 2016

2016 – EVIDENZE DI CAMPO DELL’EFFICACIA DELLA VACCINAZIONE PER BRONCHITE INFETTIVA CON CEPPI MASS E QX NEI CONFRONTI DELL’INFEZIONE DA CEPPI DI CAMPO DI GENOTIPO Q1

Il virus della Bronchite Infettiva (IBV) appartiene alla famiglia Coronaviridae, genere Coronavirus. Questo virus causa una infezione del tratto respiratorio che viene spesso complicata da patogeni secondari quali causando ingenti perdite economiche. Una delle caratteristiche principali di questo virus è la spiccata variabilità antigenica dovuta ad un tasso elevato di mutazioni genetiche. Nel corso degli anni sono stati isolati numerosi ceppi di IBV appartenenti a genotipi differenti con diffusione e prevalenza variabile a seconda dell’area geografica.
Il sistema di controllo maggiormente utilizzato per questa patologia è la vaccinazione. Tra genotipi antigenicamente diversi non c’è cross-protezione, tuttavia l’associazione di vaccini appartenenti a genotipi differenti permette un ampliamento dello spettro di protezione secondo un concetto chiamato “protectotipo”.
Il genotipo di IBV attualmente prevalente in Italia è il QX, seguito da 793B, Mass e Q1.
I piani vaccinali maggiormente utilizzati nei broiler prevedono l’associazione di Mass e 793/B, di dimostrata efficacia nella protezione sia per QX che per Q1, e l’associazione di Mass e QX, per cui non sono presenti dati relativi alla cross-protezione.

14 Settembre 2016

2016 – ISOLAMENTO DI AVIAN NEPHRTIS VIRUS (ANV) SU UOVA EMBRIONATE DI POLLO SPF: RISULTATI PRELIMINARI

Il virus della Nefrite Infettiva Aviare (Avian Nephritis Virus, ANV), solo recentemente classificato come astrovirus (1), viene considerato causa di diarrea, nefrite interstiziale, tubulonefrosi, uricosi (gotta) e morte nella specie avicole (2); gli animali giovani sono considerati più suscettibili (3), ma ne è stata rilevata la presenza anche in broilers che manifestavano scarso accrescimento ponderale e problemi renali (4).
Tale virus, in associazione completa o parziale con altri virus enterici, quali Chicken Astrovirus (CAstV), Reovirus, Rotavirus e Chicken Parvovirus, viene ritenuto responsabile di condizioni cliniche quali, ritardo della crescita, depressione, ridotta conversione alimentare e bassa mortalità, altresì chiamate “runting-stunting syndromes”.  In questo lavoro, riportiamo l’isolamento di Avian Nephritis Virus, e le lesioni macroscopiche riferibili alla sua replicazione, su uova embrionate di pollo SPF a partire da campioni di rene e contenuto intestinale di due diverse specie avicole.

14 Settembre 2016

2016 – INFEZIONE SPERIMENTALE CON METAPNEUMOVIRUS AVIARE E MYCOPLASMA SYNOVIAE IN POLLI DA CARNE: RISULTATI PRELIMINARI

Il Metapneumovirus aviare (aMPV) è l’agente eziologico della rinotracheite del tacchino, una patologia acuta di tipo respiratorio caratterizzata da elevata morbilità e bassa mortalità (1). Nel pollo informazioni provenienti dal campo, testimoniano un aumento delle forme cliniche respiratorie correlabili ad aMPV, tuttavia il ruolo del virus come agente patogeno primario è ancora oggi meno definito in questa specie (2). Mycoplasma synoviae (MS) è un patogeno aviare responsabile di diverse forme cliniche tra le quali forme respiratorie, sinovite infettiva (3) e nella gallina ovaiola di una sindrome chiamata “Eggshell Apex Abnormalities (4). L’importanza di MS, in passato considerata minore rispetto a Mycoplasma gallisepticum (MG), è stata recentemente rivalutata sia a livello nazionale che europeo (5).
La percezione di un aumento nella prevalenza di entrambi i patogeni nel pollo e l’assenza di studi sperimentali in questa specie hanno portato alla stesura del presente studio.
L’obiettivo è quello di riprodurre sperimentalmente l’infezione respiratoria da Metapneumovirus aviare e Mycoplasma synoviae nel pollo da carne, mimando il più possibile le condizioni di campo, sia per i tempi che per le modalità di infezione. E’ stato quindi valutato il possibile effetto sinergico tra i due patogeni, attraverso l’analisi dei risultati clinici, necroscopici e laboratoristici dei differenti gruppi sperimentali. Nel presente lavoro si riportano i dati preliminari ad oggi disponibili.

14 Settembre 2016

2016 – EPIDEMIOLOGIA MOLECOLARE DEL VIRUS DELLA MALATTIA DI MAREK IN ITALIA NEL 2014-2016

Il virus della malattia di Marek o Gallid alphaherpesvirus 2 è un herpesvirus appartenente alla sottofamiglia Alphaherpesvirinae, genere Mardivirus, responsabile nel pollo di una patologia a carattere linfoproliferativo. La malattia può manifestarsi con differenti forme patologiche dipendentemente dalla virulenza del ceppo virale, dalle vaccinazioni eseguite e dalla genetica dell’animale. Le due forme patologiche più rilevanti sono quella classica con sintomatologia neurologica e quella acuta caratterizzata da linfomi viscerali multipli. L’infezione avviene per via aerogena, il virus è linfotropo e replica principalmente nei linfociti T che rappresentano il mezzo di diffusione del virus nell’organismo e gli consentono di raggiungere l’epitelio dei follicoli delle penne. A questo livello avviene l’infezione interamente produttiva, con eliminazione nell’ambiente di virioni completi ed infettanti, mediante desquamazione (Calneck et al., 1970). Nell’ambiente il virus rimane potenzialmente infettante per 4-8 mesi nei residui della desquamazione cutanea, nella lettiera e nella polvere ambientale (Witter et al.,1968).
Il virus riconosce diversi patotipi denominati mild, virulent, very virulent, very virulent plus (Schat e Nair, 2008).
La malattia in Italia è stata segnalata negli ultimi anni sia nel settore industriale (Piccirillo, 2011; Camarda e di Pineto, 2012) che in quello rurale (Mescolini et al., 2015).
Nel contesto industriale i focolai sono sporadici e generalmente si manifestano nella forma acuta, nonostante venga eseguita sistematicamente la vaccinazione di tutti i soggetti in incubatoio o in ovo, al 18° giorno di incubazione, oppure al primo giorno di vita.
Negli allevamenti rurali invece, dove la vaccinazione non viene sempre impiegata, sono state rilevate sia la forma acuta viscerale sia quella classica nervosa.
A tutt’oggi i dati relativi alla caratterizzazione molecolare dei ceppi MDV-1 circolanti in Italia sono carenti. Scopo del presente studio è stato quello di caratterizzare dal punto di vista molecolare ceppi virali evidenziati sia in ambito industriale sia in contesto rurale.

14 Settembre 2016

2016 – RUOLO DI DERMANYSSUS GALLINAE NELLA PERSISTENZA DI SALMONELLA GALLINARUM IN ALLEVAMENTO

L’acaro rosso del pollame, Dermanyssus gallinae (De Geer, 1778), è il più diffuso ectoparassita del pollame, in Europa (George et al., 2015) ed in molti paesi extraeuropei (Wang et al., 2010, Sparagano et al., 2009 Roy and Buronfosse, 2011). La presenza del D. gallinae negli allevamenti può avere gravi ripercussioni sulla salute e la produttività degli animali. Nei gruppi infestati si osservano fenomeni di cannibalismo, una diminuzione del tasso di crescita degli animali e perfino un aumento della mortalità in caso di massiva infestazione (Sparagano et al., 2014). Si possono evidenziare, inoltre, gravi ripercussioni sulla qualità delle uova, con riduzione dello spessore del guscio, e calo del peso. Nel complesso, l’infestazione, pertanto, ha un significativo impatto economico per gli allevatori, ulteriormente aggravato dai costi da sostenere per attuare i trattamenti e le misure di controllo contro la diffusione incontrollata degli acari (Sparagano et al., 2009).
All’azione esercitata direttamente dall’acaro, aggiunge il potenziale ruolo di vettore che Dermanyssus gallinae può rivestire nella trasmissione di alcuni agenti patogeni (Valiente Moro et al., 2005), sia batterici che virali, come Newcastle disease virus, Pasteurella multocida, Coxiella burnetii, Listeria Monocytogenes (Valiente Moro et al., 2009), Erysipelothrix rusiopathiae (Chirico et al., 2003) and Chlamydia psittaci (Circella et al., 2011).
Valiente Moro et al. (2007b) hanno anche evidenziato che l’acaro può trasmettere Salmonella Enteritidis, se assunto per via orale dal pulcino.
S. enterica supsp. enterica serovar Gallinarum (S. Gallinarum), invece, sembra sopravvivere all’interno di D. gallinae fino a quattro mesi (Zeman et al., 1982).
S. Gallinarum è l’agente etiologico della tifosi aviare, una malattia setticemica acuta o cronica, che generalmente colpisce galline adulte ed altri uccelli (Shivaprasad and Barrow, 2008; Barrow and Neto, 2011). È una malattia diffusa in tutto il mondo (Shivaprasad and Barrow, 2008), caratterizzata da alta morbilità e mortalità in fase acuta o subacuta (Davies, 2012). La tifosi aviare è stata dichiarata eradicata nella maggior parte delle nazioni occidentali (Davies, 2012), ma diversi focolai si registrano ancora lungo il bacino del Mar Mediterraneo e nelle nazioni in cui le misure di controllo sono poco efficienti e le condizioni ambientali ne favoriscono la diffusione (Barrow and Neto, 2011). Il controllo della malattia è ulteriormente complicato dalla modalità di trasmissione del batterio, che può avvenire sia per via verticale che orizzontale (Paiva et al., 2009; Cox et al., 1996), ed anche a causa della contaminazione della lettiera e dell’acqua di bevanda (Shivaprasad and Barrow, 2008). L’eliminazione del germe dall’allevamento è particolarmente difficile in quanto il patogeno sembra permanere nell’allevamento anche durante il periodo di vuoto sanitario. Questo potrebbe essere legato ad alcuni fattori, biotici o abiotici che potrebbero fungere da reservoir di infezione. Non è ben chiaro se D. gallinae possa effettivamente giocare tale ruolo. Infatti, se è vero che, come precedentemente riportato, la sopravvivenza in vitro di S. Gallinarum in associazione con D. gallinae è stata accertata (Zeman et al., 1982), non sono ancora disponibili dati che confermino tale condizione in campo.
Il presente lavoro è stato pertanto finalizzato a verificare in allevamento se in corso di focolaio di Tifosi aviare, D. gallinae possa favorire la persistenza e la diffusione del germe tra due diversi cicli produttivi.

14 Settembre 2016

2016 – CASI AVIARI INTERESSANTI DIAGNOSTICATI AL CALIFORNIA ANIMAL HEALTH AND FOOD SAFETY LABORATORY SYSTEM DI TULARE, NEL PERIODO MAGGIO-GIUGNO 2016

Il California Animal Health and Food Safety Laboratory System (CAHFS) è la spina dorsale del sistema di sorveglianza dello Stato della California negli Stati Uniti d’America per le malattie degli animali da reddito e pollame. Lo scopo principale è quello di migliorare e proteggere la salute e la produttività degli animali da reddito, la salute pubblica e l’alimentazione animale, attraverso un servizio veloce, approfondito e allo stesso modo amichevole. Il servizio territoriale viene garantito attraverso una rete di 4 sedi distribuite lungo tutto lo Stato e grazie alla cooperazione con il California Department of Food and Agriculture (CDFA), University of California in Davis (UC Davis), veterinari liberi professionisti e produttori di animali da reddito e pollame. Il presente lavoro vuole condividere la casistica diagnostica di patologia aviare raccolta durante un periodo di due mesi all’interno del laboratorio nella sede di Tulare.

14 Settembre 2016

2016 – PATOGENICITÀ DEL VIRUS DELLA BURSITE INFETTIVA GENOTIPO ITA IN POLLI SPF

La bursite infettiva è un’importante malattia del pollo causata da un avibirnavirus denominato Infectious Bursal Disease Virus (IBDV). I quadri clinici possono variare, a seconda della patogenicità del ceppo virale, da forme molto gravi con mortalità ed immunodepressione a forme subcliniche in cui l’aspetto saliente è esclusivamente la immunodepressione. Indipendentemente dal grado di patogenicità del ceppo coinvolto e dalla gravità del quadro clinico, l’infezione da IBDV si accompagna sempre ad un danno a carico della borsa di Fabrizio. Nel 2011 sono stati isolati in Italia, da gruppi di broiler con scarse performances produttive, alcuni ceppi di IBDV con caratteristiche genetiche uniche, diverse da tutti gli altri ceppi presenti in GenBank. Il nuovo genotipo, denominato ITA, è piuttosto diffuso nel nostro paese (Lupini et al., 2016). Il presente studio prevede la valutazione della patogenicità in polli SPF del genotipo ITA, dopo infezione  sperimentale in condizioni d’isolamento biologico.
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