Atti dei convegni

14 Settembre 2015

2015 – TRASMISSIONE VERTICALE: UNA POSSIBILE VIA DI INFEZIONE PER I CIRCOVIRUS?

La famiglia Circoviridae comprende attualmente due generi, Gyrovirus e Circovirus (International Committee on Taxonomy of Viruses). I virus appartenenti al genere Circovirus sono di ridotte dimensioni, non presentano envelope e possiedono un genoma circolare a DNA a doppio filamento delle dimensioni approssivamente di 2 kb (Niagro et al., 1998, Todd et al. 2004; Varsani et al., 2010).
Tra i mammiferi, le infezioni da Circovirus sono state associate a manifestazioni cliniche nel suino (Allan and Ellis, 2000; Ellis et al. 1999), nei cani (Li et al. 2013; De Caro et al. 2014) e, recentemente, in visoni affetti da patologia enterica (Lian et al. 2014). Tra i volatili, il circovirus più noto è il responsabile della malattia del becco e delle penne (Beak and Feather Disease Virus – BFDV) dei pappagalli, caratterizzata da immunodepressione e da tipiche alterazioni del becco e del piumaggio (Todd, 2000).
Circovirus è stato identificato in numerose altre specie di volatili non psittaciformi, tra cui i piccioni (Duchatel et al., 2006; Todd et al. 2008), lo struzzo (Shivaprasad et al. 1993; Eisenberg et al. 2003), l’oca (Chen et al. 2003; Yu et al. 2007), il cigno (Halami et al. 2008), l’anatra (Smyth et al., 2005; Zhang et al. 2013), il gabbiano (Twentyman et al, 1999), il corvo australiano (Stewart et al, 2006), lo storno (Dayaram et al, 2013), il canarino (Todd et al., 2001; Phenix et al., 2001; Rampin et al., 2006), ed il diamante di Gould (Shivaprasad et al., 2004). Le manifestazioni cliniche e le lesioni indotte dal virus non sono tuttavia costanti e sovrapponibili nelle diverse specie. D’altro canto anche nei pappagalli, in cui circovirus è di solito associato alla Malattia del becco e delle penne, l’infezione può evolvere a volte senza sintomi specifici evidenti (Circella et al. 2012; Todd et Gortazar, 2012). Le diverse evoluzioni dell’infezione così come la gravità sembrano poter essere influenzate da numerosi fattori tra cui la specie colpita, l’età degli animali, il livello di anticorpi materni, i diversi stipiti virali coinvolti nell’infezione, la dose infettante e la copresenza di altri agenti patogeni (de Kloet et de Kloet, 2004).
Analogamente, anche alcuni aspetti epidemiologici dell’infezione non sono del tutto chiari. E’ noto che l’infezione si trasmetta per via orizzontale attraverso l’assunzione, sia in maniera diretta che indiretta, del virus diffuso dagli animali infetti con le desquamazioni cutanee, le penne, le feci e il rigurgito, il quale può favorire infezioni molto precoci dei soggetti recettivi, già in fase di nidiacei (Gerlach, 1994; Todd 2004).
Tuttavia, l’evenienza di una trasmissione verticale dell’infezione è stata ipotizzata già diversi anni fa, in seguito a prove sperimentali che hanno portato ad evidenziare l’insorgenza dell’infezione in nidiacei di pappagallo nati in incubatrice, e pertanto senza aver avuto un contatto diretto con i riproduttori positivi al virus (Gerlah, 1994).
Gli studi in proposito ad oggi sono ancora scarsi e frammentari.
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di investigare la trasmissione verticale del virus in un gruppo di volatili in corso di infezione naturale da circovirus.

14 Settembre 2015

2015 – STUDIO SPERIMENTALE PRELIMINARE DELL’EFFETTO DELL’ADDIZIONE ALL’ACQUA DI BEVANDA DI LACTOBACILLUS ACIDOPHILUS D2/CSL SULLE PERFORMANCE PRODUTTIVE E SULLA MICROFLORA INTESTINALE DEL POLLO DA CARNE

I probiotici sono microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, conferiscono benefici di varia natura alla salute dell’ospite.
Lactobacillus acidophilus, in particolare, è una delle principali specie che alberga nell’intestino dell’uomo e degli animali domestici e presenta una elevata capacità di aderire alle cellule epiteliali del digerente del pollo. Numerosi studi hanno evidenziato effetti positivi della somministrazione di lattobacilli sulle performance del pollo da carne e questi sono stati spesso correlati al riequilibrio del microbiota gastrointestinale, ovvero all’incremento delle popolazioni microbiche commensali e saccarolitiche a discapito di quelle potenzialmente patogene e putrefattive.Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare l’effetto dell’addizione all’acqua di bevanda di L. acidophilus D2/CSL sulle performance produttive e su alcune popolazioni microbiche del digerente del pollo da carne.

14 Settembre 2015

2015 – VACCINAZIONE CON CEPPO TERMOSENSIBILE DI MYCOPLASMA SYNOVIAE IN UN GRUPPO DI POLLI RIPRODUTTORI PESANTI: DATI PRELIMINARI

Il Mycoplasma synoviae (MS) è uno dei micoplasmi considerati patogeni per le specie avicole di interesse industriale, con importanti ripercussioni in termini produttivi. La trasmissione del patogeno può avvenire sia orizzontalmente (diffusione del patogeno tra animali/gruppi infetti) che verticalmente (trasmissione alla progenie attraverso l’uovo). Come per tutti i patogeni che hanno ripercussioni negative sulle performances zootecniche, diverse e svariate sono le misure che possono permettere un contenimento o mitigamento della problematica; tra queste possiamo ricordare la costituzione e il mantenimento dei gruppi di riproduttori MS-free, il trattamento antibiotico mirato in caso di infezione e recentemente anche la vaccinazione mediante un vaccino vivo allestito con un ceppo termosensibile.
La recente introduzione del vaccino ha naturalmente stimolato alcune domande sia dal punto di vista laboratoristico, che sul suo comportamento in campo. In particolare dal punto di vista diagnostico la differenziazione tra ceppi di campo “wild” e ceppi vaccinali rappresenta una sfida interessante, mentre conoscere un po’ più in dettaglio i comportamenti del ceppo vaccinale in campo risulta essere molto utile per l’interpretazione dei dati analitici e quindi anche per la definizione dello stato sanitario del gruppo.
Negli ultimi anni la possibilità di differenziare genotipicamente i ceppi di MS è stata applicata da differenti laboratori attraverso una metodica di PCR per il gene denominato vlhA (Variable Lipoprotein Hemagglutinin A ), inoltre recentemente altri geni del patogeno sono stati indagati per meglio differenziare i ceppi vaccinali.
Scopo del presente lavoro è stato quello di monitorare un allevamento di riproduttori pesanti vaccinati con il ceppo termosensibile (MS-H) tramite indagine laboratoristiche sulla progenie ed eventualmente confermare che tale ceppo non è soggetto a trasmissione verticale.
A tal fine sono stati valutati diversi parametri come la sua stabilità genotipica e il mantenimento dello stesso all’interno dell’allevamento in funzione del tempo, e la risposta sierologica degli animali.

14 Settembre 2015

2015 – VALUTAZIONE DI ANTIBIOTICO RESISTENZA E PROFILO GENETICO DI CAMPYLOBACTER SPP. TERMOFILI ISOLATI DA POLLI BROILER

Campylobacter spp.  è considerato,  a livello mondiale, tra i principale agenti batterici responsabili di tossinfezioni [14]. Le specie più comunemente associate ad infezione e malattia  nell’uomo sono rappresentate da C. jejuni, seguito da C. coli e C. lari [4]. Il consumo di alimenti di origine animale, in particolar modo  prodotti avicoli, costituiscono la principale sorgente di infezione umana [1]. Oltre alle potenzialità zoonotiche, l’importanza che tale batterio riveste per la Sanità Pubblica è dovuta alla sua capacità di resistere alla maggior parte di antibiotici impiegati in medicina umana e veterinaria.
Numerosi sono infatti gli episodi di resistenza riportati nei confronti di tetracicline, eritromicina, fluorochinoloni, beta-lattamici [16,12,13]. Obiettivo del lavoro è stato quello di valutare, in ceppi di C. jejuni e C.coli, isolati  da polli broiler in allevamento e alla macellazione, il profilo genetico e la suscettibilità  nei confronti alcuni antibiotici.

14 Settembre 2015

2015 – APPLICAZIONE DI MODELLI DI VALUTAZIONE IN VITRO DELL’ATTIVITÀ ANTIBATTERICA DI MONOGLICERIDI DEGLI ACIDI GRASSI A CORTA E MEDIA CATENA NEI CONFRONTI DI SALMONELLA SPP.

Lo sviluppo dell’antibiotico resistenza, ed in particolare di multi-resistenze di batteri zoonosici, ha evidenziato l’importanza di sviluppare nuove strategie di controllo delle infezioni microbiche. Tali strategie sono state discusse all’OIE/IABS international conference on ‘‘Alternatives to antibiotics’’ (OIE/IABS, 2012) e al 3rd International Conference on Responsible Use of Antibiotics in Animals (BASTIANSEE, 2014). Nell’ambito di queste varie strategie, gli acidi organici a corta e media catena hanno dimostrato sia in vivo che in vitro attività antimicrobica verso diversi agenti microbici, in particolare l’acido butirrico e caprilico (Kabara et al., 1972; Hilmarsson et al., 2006; Thormar et al., 2007). Diversi vantaggi, come l’aumento delle performance, miglioramento della qualità delle carcasse, diminuzione della colonizzazione intestinale, ed effetti trofici sulla mucosa intestinale sono stati riportati (Leeson et al., 2005). Inoltre, effetti secondari sul sistema immunitario hanno evidenziato una down regulation dell’espressione dei geni implicati nella invasione intestinale, in particolare della SPI-1 di Salmonella spp. (Gantois et al., 2006) e sulla espressione di citochine pro-infiammatorie (Zhang et al., 2011). L’obiettivo del presente lavoro è stata la valutazione di uno score di potenza in vitro di questi prodotti nei confronti di ceppi di SE e ST aviari, mediante un sistema integrato basato sulla inibizione della crescita batterica, sulla determinazione dell’invasione di cellule IPEC-J2 e test di killing batterico valutato mediante citofluorimetria a flusso.

14 Settembre 2015

2015 – CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE DI CEPPI DI CLOSTRIDIUM PERFRINGENS ISOLATI DA TACCHINO

L’enterite necrotica (NE) è la patologia ad eziologia clostridica più nota e studiata nel pollo a causa dell’ingente impatto economico da essa determinato, legato al decadimento delle performance zootecniche ed ai costi sostenuti per le terapie dei gruppi colpiti.
L’NE è causata da Clostridium perfringens, un bacillo Gram-positivo, anaerobio, sporigeno e ampiamente distribuito nell’ambiente e nell’intestino di uomo e animali.
Viene storicamente classificato in 5 tossinotipi (A-E) a seconda della produzione delle tossine α, β, ε e ι definite “maggiori”. Tutti i tossinotipi producono la tossina α e, in aggiunta a questa, il tossinotipo “B” produce la β e la ε, il “C” la β, il “D” la ε e il tossinotipo “E” la ι. Sebbene questa classificazione abbia permesso di individuare dei tossinotipi collegati a specifiche malattie dei mammiferi, nel pollame sia i ceppi in grado di produrre NE che quelli apatogeni appartengono unicamente al tossinotipo “A” (Keyburn et al., 2006).
Tra i fattori di virulenza prodotti da C. perfringens responsabili di patologie dell’apparato gastroenterico, vi sono la tossina β2 e l’enterotossina. La prima sembra rivestire un ruolo importante nell’enterite necrotica del suino (Klasen et al., 1999), nell’enterocolite del cavallo (Herholz et al., 1999) e nell’enterotossiemia del bovino (Manteca et al., 2002), mentre l’enterotossina è associata principalmente a casi di tossinfezione alimentare nell’uomo (Brynestad and Granum, 2002).
Nello studio dell’NE del pollo si è giunti ad individuare una “pore forming toxin” denominata NetB, che oggi appare fortemente coinvolta nella patogenesi della malattia (Keyburn et al., 2008). In uno studio effettuato in Italia il gene codificante questa tossina (netB), è stato evidenziato in circa il 93% dei ceppi isolati da polli con NE (Drigo et al., 2009), mentre in uno studio analogo condotto sul tacchino, non era stata individuata in nessuno dei 25 ceppi testati (Saita et al., 2009). Gli studi di tossinotipizzazione eseguiti su ceppi di C. perfringens isolati da tacchino non sono molti, e riguardano prevalentemente ceppi provenienti da campioni di carne prelevata direttamente nei punti vendita (Erol et al.,2008; Aras et al., 2015). In tali lavori tutti i ceppi isolati appartenevano al solo tossinotipo “A” e veniva segnalata la sporadica presenza anche del gene codificante l’enterotossina mentre la tossina NetB e beta2 non erano state indagate.
In un lavoro condotto in allevamenti di tacchini era stato ricercato sia il gene netB che quello codificante la tossina beta2 (cpb2). Il primo era stato rilevato nel 6,6% (tutti i soggetti con NE) e il secondo nello 0,5 dei ceppi testati (n° 212) (Lyhs et al., 2013).
Nel presente studio vengono riportati i dati di caratterizzazione molecolare di ceppi di C. perfringens isolati da tacchini commerciali. I dati ottenuti da soggetti con lesioni dell’apparato gastroenterico sono stati messi in relazione alla gravità delle lesioni osservate e alla presenza di coccidi.

14 Settembre 2015

2015 – VALUTAZIONE DELLA RISPOSTA ANTICORPALE DI POLLI DA CARNE INFETTATI SPERIMENTALMENTE CON CLOSTRIDIUM PERFRINGENS NETB-POSITIVO

La tossina NetB prodotta da Clostridium perfringens (C. perfringens) è considerata il principale fattore di virulenza implicato nella patogenesi dell’enterite necrotica del pollo. E’ una “pore forming toxin” di 33 kDa in grado di ledere in modo irreversibile la membrana citoplasmatica della cellula dell’ospite causandone la morte (Keyburn et al., 2008). La somministrazione sottocutanea di tossina NetB ricombinante (rNetB) si è dimostrata in grado di generare IgY specifiche evidenziabili attraverso metodi immunoenzimatici (Keyburn et al., 2013), in letteratura, tuttavia, non risultano studi sulla  risposta anticorpale di animali che abbiano sperimentato la malattia in condizioni di campo o infettati sperimentalmente per via orale.
Scopo della presente ricerca era quello di sviluppare un test sierologico in grado di rilevare anticorpi prodotti nei confronti di C. perfringens e della sua tossina NetB per migliorare le conoscenze sulla risposta anticorpale in modelli sperimentali.
I risultati riportati nel presente lavoro sono stati ottenuti nell’ambito della Ricerca Corrente IZSVE 09/11 “Sviluppo di un kit ELISA per la valutazione della risposta anticorpale a tossine prodotte da C. perfringens e C. septicum nel pollo”, finanziata dal Ministero della Salute.

14 Settembre 2015

2015 – APPLICAZIONI DIAGNOSTICHE DI UN PROTOCOLLO DI PCR IN GRADO DI DISCRIMINARE IL CEPPO VACCINALE SG9R

Le biovarianti Pullorum (SP) e Gallinarum (SG) di Salmonella enterica subspecie enterica sierotipo Gallinarum, sono responsabili di 2 importanti patologie del pollame denominate rispettivamente pullurosi e tifosi aviare. Entrambe sono malattie setticemiche che possono causare pesanti perdite negli allevamenti avicoli, ma mentre la pullurosi è tipica dei soggetti giovani, la tifosi aviare colpisce animali adulti. La distinzione tra SG e SP non è semplice poiché si basa su poche prove biochimiche differenziali quali la fermentazione del dulcitolo e del glucosio e la decarbossilazione dell’ornitina, e queste risultano a volte di difficile interpretazione (OIE, 2012). Mentre la pullurosi è soggetta a piani di eradicazione nei riproduttori, la tifosi aviare viene controllata comunemente attraverso l’impiego di vaccini vivi attenuati allestiti con ceppi di SG che fenotipicamente producono colonie in fase “rugosa”, tra i quali il più noto è il ceppo SG9R (Harbourne et al., 1963). La fase “rugosa” è evidenziabile in laboratorio attraverso la prova di solubilizzazione in soluzione di acriflavina delle colonie, ma questa prova non è ufficialmente riconosciuta per la differenziazione del ceppo vaccinali SG9R da quelli di campo. La vaccinazione è uno strumento utile per prevenire le manifestazioni cliniche in allevamento, ma non conferisce una protezione completa rispetto all’infezione (OIE, 2012). Da un punto di vista genetico le differenze tra il ceppo vaccinale e quello di campo sono limitate alla sostituzione di singole paia di basi, rendendo perciò plausibile la possibilità di una rivirulentazione in campo del ceppo vaccinale, peraltro mai dimostrata (Okamoto et al., 2010; Van Immerseel et al., 2013).
Dato che il ceppo vaccinale SG9R può persistere negli organi parenchimatosi di soggetti vaccinati fino alla 5(a) settimane post-inoculazione (Silva et al., 1981), ai fini diagnostici è importante avere la possibilità di discriminare tale ceppo da quelli di campo isolati in gruppi vaccinati in cui si osservi un aumento di mortalità e si giunga all’isolamento di una salmonella immobile.

15 Settembre 2014

2014 – ANDAMENTO DELLA SENSIBILITA’ ANTIBIOTICA NEI CONFRONTI DI CEPPI DI ESCHERICHIA COLI ISOLATI DA SPECIE AVICOLE ALLEVATE E DA AVIFAUNA SELVATICA

Il largo impiego di antibiotici e, più in generale, di antimicrobici in medicina umana e veterinaria ha comportato una graduale diffusione di ceppi batterici resistenti. La resistenza agli antibiotici è perciò diventato un problema prioritario che coinvolge sanità animale, salute pubblica e sicurezza alimentare. Escherichia coli è una delle specie batteriche maggiormente coinvolte in questo fenomeno ed è allo stesso tempo il più diffuso tra i microrganismi patogeni nelle specie avicole allevate. In campo zootecnico numerosi paesi europei hanno adottato (o stanno per adottare) programmi di graduale riduzione dell’uso di antibiotici. Per raggiungere questo obiettivo è necessario implementare le misure di biosicurezza e, laddove possibile, di profilassi immunizzante nonché il ricorso a prodotti alternativi. E’ inoltre importante che la terapia antibiotica venga eseguita in modo mirato e sia la tappa finale di un percorso diagnostico che preveda un sospetto clinico e anatomopatologico, una diagnosi eziologica di conferma e l’esecuzione di prove in vitro (antibiogramma, calcolo delle MIC) per valutare la sensibilità del ceppo batterico isolato nei confronti delle principali molecole disponibili sul mercato. Un altro aspetto di primaria importanza è lo studio del fenomeno dell’antibiotico-resistenza nella fauna selvatica. La selezione di ceppi batterici resistenti agli antibiotici nella microflora intestinale della fauna selvatica può determinare la diffusione dei relativi geni codificanti per questo fenomeno in un habitat con il quale possono interagire numerose attività umane e zootecniche. Inoltre le specie selvatiche possono essere considerate degli importanti indicatori di antibiotico-resistenza dal momento che non ricevono trattamenti antibiotici. Lo scopo del presente lavoro è pertanto duplice:
  1. Raccogliere dati riguardanti l’andamento delle sensibilità antibiotica in vitro dei ceppi di Escherichia coli isolati dal 2012 ad oggi nel pollo e nel tacchino.
  2. Determinare il profilo di sensibilità agli antibiotici di ceppi commensali di Escherichia coli isolati da diverse specie di volatili selvatici nel corso del 2013.

15 Settembre 2014

2014 – CASI INSOSPETTATI DI PATOLOGIE SCHELETRICHE: DISPLASIA DEL FEMORE IN THRESKIORNIS AETHIOPICUS E DI FRATTURA DEL FEMORE IN ARA MACAO

La presenza di fratture o altri danneggiamenti osteo-articolari, oltre ad essere una problematica ben conosciuta negli allevamenti, risulta anche documentata in ambito selvatico (ad es. Hart 1988 ).
Una delle particolarità che il gestore si trova di fonte occupandosi di specie selvatiche sia in zoo che in ambito naturale è la difficoltà di rilevare sintomatologie correlate a tutti gli stati patologici in quanto controselezionati dall’evoluzione, persino quando interessino fratture e lesioni gravi (Hart, 1988).
Diviene quindi difficile in molte situazioni, senza una specifica preparazione ed attenzione, rilevare stati patologi e si riportano due casi esemplificativi relativi.
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