Atti dei convegni

15 Settembre 2014

2014 – VALUTAZIONE DELL’INCIDENZA DEL WHITE STRIPING E DI POTENZIALI FATTORI PREDISPONENTI IN BROILER AL MACELLO

Il White Striping (WS) è stato descritto per la prima volta nel 2009 (1,2) come un’alterazione della muscolatura del pollo caratterizzata dalla presenza di striature bianche parallele alla direzione delle fibre del muscolo.
Il WS viene classificato a seconda della gravità in tre categorie: muscolo normale (NORM), muscolo che presenta delle striature bianche di spessore inferiore ad 1 mm (MOD), e muscolo che presenta numerose striature di spessore anche superiore ad 1 mm (GRAVE) (2,3). Istologicamente il WS è caratterizzato dalla presenza di lesioni polifasiche riferibili ad una miopatia degenerativa con contemporanea presenza di rigenerazione, fibrosi e infiltrazione di grasso (3).
La presenza di WS non compromette la salubrità delle carni, come invece l’aspetto e le qualità tecnologiche, determinandone un deprezzamento. Da uno studio condotto negli Stati Uniti è emerso che il consumatore percepisce il WS come un difetto che può influire nell’acquisto del petto di pollo fresco (4). Inoltre anche le proprietà nutrizionali della carne di pollo si modificano in presenza di WS: aumenta il contenuto di grassi e si riduce quello di proteina (5). Le carni che presentano forme gravi di WS presentano alterazioni di pH, maggiori perdite in cottura, e alterazioni di consistenza che le rendono inadatte anche all’utilizzo in preparazioni a base di pollo (6).
La prevalenza di WS riportata in letteratura nei broiler è molto variabile: dal 52% al 76% a 54 giorni (5), in altri studi 12% (6) e 56% (7). La patogenesi del WS è ancora sconosciuta, tuttavia l’incidenza del problema appare legata alla rapidità di crescita e al peso di macellazione (1, 5, 8). Sono state riportate differenze nella prevalenza di WS dovute anche alla dieta (5) e alla genetica (7), tuttavia non è ancora chiaro se questi fattori abbiano un valore in sé, o se le differenze riscontrate siano da attribuirsi all’effetto che questi fattori hanno sulle performance produttive degli animali.
In questo studio si è voluto valutare la prevalenza di WS in alcuni macelli italiani e si è cercato di valutare quali fattori possano essere correlati con l’espressione di questo difetto.

15 Settembre 2014

2014 – MYCOPLASMA GALLISEPTICUM NEL SETTORE AVICOLO: STUDIO DEI CEPPI CIRCOLANTI NEGLI ULTIMI TRE ANNI

In ambito aviare le infezioni da Mycoplasma gallisepticum (MG) rappresentano per il settore industriale un’importante causa di perdite economiche. L’infezione da MG colpisce prevalentemente l’apparato respiratorio di polli e tacchini, con conseguente forma respiratoria grave; tutti i settori produttivi risultano essere sensibili a tale patogeno.
Il controllo di MG si basa principalmente sull’eradicazione dello stesso attraverso la creazione e mantenimento di gruppi MG-free, attraverso anche un corretto ed oculato piano di bio-sicurezza.
MG è caratterizzato da elevata variabilità antigenica, tramite la quale il patogeno riesce a persistere nell’ospite evadendo la risposta immunitaria, quindi l’utilizzo di metodiche bio-molecolari, direttamente sul ceppo batterico isolato, può essere utile ai ini di una sua tipizzazione. L’analisi della sequenza di proteine simili alle adesine, come il gene codificante per una cythadesin-Mgc2 è importante ai ini dell’indagine genotipica. Tra queste l’espressione di entrambe GapA e CrmA, i cui geni mostrano omologia con Mgc2, è risultata  indispensabile per la cito-aderenza e la patogenicità di MG (Papazisi et al., 2002).
In questo studio 146 isolati di Mycoplasma gallisepticum sono stati classificati e analizzati secondo la variabilità nella sequenza del gene Mgc2. Inoltre è stata eseguita amplificazione del gene gapA in base a quanto descritto da Evans et al. (2008). I diversi ceppi di MG sono stati organizzati in un database secondo diversi criteri di selezione: anno di isolamento (2010-2013), luogo di provenienza, sintomatologia (se riportata come dato anamnestico), categoria produttiva,  livello di biosicurezza e analisi biomolecolare. Tale indagine ha permesso di valutare le eventuali differenze genotipiche di Mycoplasma gallisepticum in isolati  recenti provenienti dal territorio italiano.

14 Settembre 2014

2014 – VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA IN LABORATORIO DI PRODOTTI A BASE DI BICARBONATO DI SODIO E SILICE PER LA LOTTA AL DERMANYSSUS GALLINAE

Dermanyssus gallinae rappresenta il più diffuso ectoparassita nell’industria avicola mondiale. Ha importanza enorme sia come ematofago che indice varie problematiche che possono giungere ino alla morte per anemia e sia per il ruolo di vettore che gli è stato riconosciuto per molti agenti eziologici (Chauve 1998).
Si pensa che il 70-80 % degli allevamenti, soprattutto di ovaiole nelle diverse tipologie, ne sia affetto in Italia con ingenti danni stimati (Sparagano et al 2009).
Per la sua biologia ed ecologia da sempre è molto dificile controllarlo, con il suo alimentarsi sull’ospite solamente per una mezz’ora e poi portarsi al rifugio anche nei più recondite fessure della struttura e le ripetute velocissime generazioni di cui è capace riuscendo a moltiplicarsi  e a muoversi velocemente in tutti i tipi di strutture ove si operino gli allevamenti (Maurer & Baumgärtner, 1994). Il controllo è oggi afidato a una diversiicata compagine di acaricidi e spesso il “fai da te” oltre a non avere grandi risultati ingenera anche fenomeni di resistenza e persistenza dei principi attivi nei prodotti destinati all’alimentazione.  Nell’ambito delle ricerche in atto presso l’Istituto Zooproilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia, sezione di Forlì, è stato provato in laboratorio un nuovo prodotto commerciale a base di di bicarbonato di sodio e silice per la lotta a questo acaro.

14 Settembre 2014

2014 – CIRCOLAZIONE DI DIFFERENTI GENOTIPI DI MYCOPLASMA SYNOVIAE NEL SETTORE AVICOLO INDUSTRIALE

Mycoplasma synoviae (MS) è attualmente riconosciuto come un importante patogeno  del settore avicolo industriale, che nel corso degli ultimi anni ha concentrato su di sé notevole attenzione per un significativo aumento dell’incidenza nel settore avicolo industriale nazionale ed estero.
L’MS può comportare forme respiratorie, forme articolari e infine una sindrome caratteristica della gallina ovaiola denominata Eggshell Apex Abnormalities -EAA- (Feberwee et al., 2009), tali forme possono aggravarsi nel caso di coinfezione con altri agenti infettivi comportando perdite economiche per scarti in sede di macellazione, aumento dei costi terapeutici, riduzione dell’indice di conversione, ecc.
Attualmente nel controllo delle infezioni da MS si applica la gestione di gruppi di riproduttori MS-free e il rispetto di rigide misure di bio-sicurezza.
La diagnosi di MS è possibile mediante test sierologici (ELISA e SAR), la coltivazione in vitro ed esami bio-molecolari. Tra questi ultimi,  l’analisi di sequenza di un segmento specifico del gene vlhA, che codifica per una lipoproteina di membrana (emoagglutinina) permette la genotipizzazione di differenti ceppi di MS (Bencina et al., 2001).
Sulla base di quanto descritto da Bencina et al. (2001) e Hammond et al. (2009) si è proceduto alla genotipizzazione dei ceppi di Mycoplasma synoviae isolati nel territorio italiano dal 2009 al 2013.

14 Settembre 2014

2014 – CIRCOLAZIONE DI UN NUOVO GENOTIPO DI VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARE IN ITALIA

La bronchite infettiva aviare, patologia a diffusione mondiale, causa ogni anno notevoli problemi sia sanitari che economici per il settore avicolo italiano. Le perdite economiche sono in parte dovute alla notevole variabilità antigenica dei ceppi virali coinvolti che, malgrado l’uso diffuso negli allevamenti intensivi di presidi immunizzanti con il ceppo classico M41 e con il ceppo 4/91 (793B), continuano a determinare la comparsa di forme cliniche. Anche il tropismo virale diviene sempre più variabile e si manifesta con differenti forme cliniche, dalle respiratorie o renali più frequenti nei broilers a quelle caratterizzate da calo di ovodeposizione ed alterazione della qualità del guscio tipiche di ovaiole e riproduttori. A partire del 1956 (3), si sono progressivamente identificati nuovi sierotipi o varianti di virus della bronchite infettiva aviare (IBV) nei vari continenti, isolati anche da polli vaccinati con il ceppo classico Massachusetts.
A tutt’oggi sono stati riportati oltre 60 sierotipi e, tuttavia, si pensa che solo una piccola parte di quelli esistenti sia stata individuata. L’elevata variabilità del virus, classificato come gamma coronavirus, sarebbe riconducibile fondamentalmente alle modificazioni che si verificano a carico di una sola proteina strutturale, la proteina S degli spikes, ed in particolare della S1, una delle due sub-unità che la compongono. La continua comparsa di nuove varianti antigeniche può però rendere problematica la realizzazione di adeguate profilassi immunizzanti e, per questo motivo, le indagini epidemiologiche indirizzate alla caratterizzazione dei ceppi IBV isolati in ogni territorio risultano di notevole importanza nella scelta di programmi vaccinali in grado di conferire una buona protezione. Lo scopo del presente lavoro è segnalare nel nostro paese la presenza dal 2012 di un nuovo genotipo correlato con il ceppo IBV/Guandong/Xindadi/0903 descritto per la prima volta in Cina (2) e di fornire dati sulle caratteristiche genomiche e le forme cliniche osservate.

14 Settembre 2014

2014 – RIPRODUZIONE SPERIMENTALE DELL’INFEZIONE DA SALMONELLA ENTERITIDIS IN DUE GRUPPI DI GALLINE OVAIOLE DI 45 E 65 SETTIMANE DI VITA SOTTOPOSTE A DUE DIFFERENTI PROGRAMMI VACCINALI

Negli ultimi vent’anni la Salmonella enterica subspecie enterica sierovariante enteritidis è stata la causa maggiore di tossinfezione alimentare  batterica umana dovuta al consumo di uova contaminate e di ovoprodotti. Al ine di prevenire l’infezione da S.enteritidis nel pollame, e pertanto, minimizzare le infezioni umane, sono state intraprese un certo numero di strategie, come il miglioramento della biosicurezza, la lotta ai roditori, la somministrazione di pre e probiotici, l’utilizzo della vaccinazione. In molti Paesi la vaccinazione delle galline ovaiole è stata implementata di pari passo ai programmi di controllo nazionali per salmonella, tanto che negli ultimi anni in Europa si è registrata una netta riduzione dei casi di infezione umana. Attualmente sono disponibili vaccini vivi attenuati e vaccini inattivati per S.enteritidis (Penha et al.,2009).
Diversi sono gli studi che dimostrano una riduzione dell’escrezione fecale da S.enteritidis utilizzata per il challenge in animali vaccinati e pochi sono quelli che riportano gli effetti della vaccinazione sulla riduzione della contaminazione dell’uovo ( Okamura et. Al., 2007). Soprattutto pochi sono i lavori che prendono in considerazione l’eliminazione fecale, la contaminazione del guscio, la replicazione negli organi bersaglio (fegato, ovaio e intestino) diverse settimane dopo l’applicazione di schemi vaccinali in varie combinazioni.(Springer et al., 2011)
Per questo motivo sono state eseguite due prove di infezioni sperimentali con un ceppo di campo di Salmonella enteritidis su due gruppi di ovaiole con due diversi schemi vaccinali al ine di verificare l’eficacia vaccinale e l’immunità a 45 e 65 settimane di vita.( Arnold et al., 2014). Gli animali oggetto della prova erano prelevati dallo stesso allevamento, trasferiti nello stabulario della Sezione di Forlì-IZSLER- dove veniva eseguita l’infezione e dove venivano eseguiti accertamenti di laboratorio con lo scopo di verificare l’eliminazione, la colonizzazione e la  replicazione del ceppo di Salmonella enteritidis usato per il challenge.

14 Settembre 2014

2014 – MONITORAGGIO DELLA COLONIZZAZIONE E PERSISTENZA DEL VACCINO VIVO ATTENUATO PER MYCOPLASMA SYNOVIAE IN RIPRODUTTORI PESANTI

Il Mycoplasma synoviae è riconosciuto come un patogeno importante per il pollame allevato in tutto il mondo ed è causa di perdite economiche ingenti nell’allevamento avicolo intensivo . Più comunemente l’infezione da Mycoplasma synoviae si manifesta come un’infezione subclinica dell’apparato respiratorio superiore. Comunque la malattia respiratoria può manifestarsi in sinergia con altri patogeni e l’infezione sistemica conduce alla forma sinoviale. Dal 2000 è stata segnalata, in Olanda, una nuova forma da M.synoviae che provoca lesioni al polo apicale del guscio, determinando importanti danni economici all’industria delle uova da consumo ( Feberwee et al.,2009). Il Mycoplasma synoviae può trasmettersi per via orizzontale, per contatto diretto e per via verticale attraverso l’uovo.  Nel nostro Paese l’infezione si presenta con alta prevalenza nel pollo da carne. Questo rende necessario ricorrere alla vaccinazione quando l’allevamento da riproduzione si infetta per diversi cicli produttivi nonostante l’attuazione delle misure di biosicurezza previste. Attualmente nel nostro Paese è stato consentito l’utilizzo di un vaccino vivo attenuato denominato “MS-H”. Il ceppo MS-H Mycoplasma synoviae è stato sviluppato per mutagenesi chimica del ceppo di campo Australiano 86079/7NS ed è un vaccino vivo temperatura-sensibile (ts+) usato per il controllo dell’infezione da M. synoviae nel pollame a livello mondiale. Per il controllo in campo dei ceppi di Mycoplasma synoviae e al ine di poter discriminare fra ceppo vaccinale e ceppi di campo si utilizzano varie tecniche di genotipizzazione (Harada et al., 2009) ( Ogino et al.,2011).  Una di queste è rappresentata dalla analisi della sequenza  di un singolo gene: il gene vlhA .
Lo spirito del seguente studio è stato di valutare la colonizzazione e persistenza del vaccino MS-H in un allevamento di Riproduttori pesanti e di discriminarlo da eventuali ceppi di campo mediante la tecnica   sequenziamento ed analisi del gene vlhA. Nel contempo è stata valutata l’eventuale capacità di resistenza ambientale del ceppo vaccinale nell’allevamento di pollastre successivo a quello vaccinato.

14 Settembre 2014

2014 – IDENTIFICAZIONE MEDIANTE SEQUENZIAMENTO GENOMICO DEI CEPPI DI VIRUS DELLA MALATTIA DI GUMBORO (IBDV) ISOLATI NEL POLLO DA CARNE IN ITALIA E IN PAESI ESTERI NEGLI ANNI 2012, 2013 E 2014

La Malattia di Gumboro (IBD) è sostenuta da un virus che appartiene alla famiglia Birnaviridae, genere Avibirnavirus. E’ stata segnalata circa 50 anni fa ed attualmente è considerata essere endemica nella maggior parte dei paesi a produzione avicola e rappresenta una delle maggior cause di perdita economica per l’industria avicola ( V an Der Berg et al., 2000). Il virus IBD causa una malattia acuta ed altamente contagiosa per gli animali giovani ( Muller et al., 1979). E’ un virus privo di envelope, a simmetria icosaedrica, con diametro compreso tra 55 e 65 nm. Si conoscono due sierotipi di IBDV: il sierotipo 1, che comprende ceppi classici, varianti e very virulent (vvIBDV) e il sierotipo 2, che raggruppa ceppi apatogeni.
Indipendentemente dal grado di patogenicità del ceppo coinvolto, l’infezione da IBDV si accompagna sempre ad un danno a carico della borsa di Fabrizio, e quindi, ad immunodepressione specialmente negli animali nelle prime tre, quattro settimane di vita. Il genoma virale è costituito da due segmenti di RNA a doppio ilamento, rispettivamente di circa 3.300 pb (segmentoA) e 2.900 pb (segmento B). Il segmento A codiica per tre proteine strutturali (VP2, VP3 e VP4) e per una proteina non strutturale (VP5) che si ritiene importante nella patogenesi. Il segmento B codiica per l’RNA polimerasi  (VP1)  (V an den Berg,2000) e che codiica le funzioni essenziali per la replicazione e trascrizione (V on Einem et al.2004) . Tra le proteine strutturali la VP2 è stata quella maggiormente studiata in quanto rappresenta il principale antigene immunodominante dell’IBDV (V akharia et al., 1994). La regione della VP2 compresa tra gli aminoacidi (aa) 206 e 350 del segmento A, deinita “ipervariabile” comprende due picchi idroilici maggiori che rappresentano gli epitopi neutralizzanti e due picchi idroilici minori che inluenzano la virulenza (Coulibaly et al., 2005). Mutazioni di singoli aminoacidi della regione ipervariabile possono determinare l’elusione della risposta anticorpale indotta dalla vaccinazione , come accade per le varianti, o modiicare il tropismo cellulare (Jackwood e Sommer-Wagner, 2011). Nel 1987 furono isolati ed identiicati in Europa i ceppi very virulent (vvIBDV) che molto velocemente si sono diffusi in Africa, Asia e Sud America (Lukert e Saif, 1997). In Italia negli inizi degli anni ’90 sono stati identiicati i primi ceppi very virulent (vvIBDV) in areee geograiche ben deinite come la Romagna che rappresentava  l’aerea maggiormente colpita. Quindi negli anni si è assistito ad un diffondersi progressivo della patologia da virus vv anche in altre Regioni ad alta vocazione avicola per poi assistere alla circolazione di ceppi virali classici. Inoltre è stata evidenziata la presenza di ceppi correlati a virus vaccinali ed in parte a ceppi classici ( Moreno et al., 2007, Moreno et al., 2010).
Nel 2013 Bonci et al. segnalavano la caratterizzazione molecolare di tre ceppi di campo  non vvIBDV che presentavano marcate differenze nella sequenza aminoacidica sia nei confronti dei ceppi circolanti in Italia sia nei confronti di sequenze del gene della VP2 di ceppi di IBDV presenti in GenBank.
Obiettivo del seguente studio è stato quello di raccogliere i risultati dell’attività di sequenziamento  della regione ipervariabile della proteina VP2 eseguita su 92 ceppi di IBDV isolati in cinque regioni italiane e su 52 ceppi di IBDV isolati da campioni provenienti da  15 Paesi Esteri dal 2012 ad oggi. L’elaborazione  dei risultati della caratterizzazione genomica dei ceppi di IBDV identiicati è risultata utile ai ini di una valutazione della circolazione dei genotipi circolanti attualmente sul territorio nazionale e della circolazione dei principali genotipi circolanti in Paesi Esteri che possono avere scambi commerciali con l’Italia.

14 Settembre 2014

2014 – PREVALENZA DI CAMPYLOBACTER JEJUNI, CAMPYLOBACTER COLI E CAMPYLOBACTER LARI IN BROILER REGOLARMENTE MACELLATI; PROFILO DI ANTITIBIOTICO RESISTENZA

Dal 2005 l’infezione zoonotica segnalata con maggior frequenza nell’uomo è la Campilobatteriosi di cui si è registrato un continuo aumento del numero di casi negli ultimi anni. Con oltre 190.000 episodi di malattia diagnosticati ogni anno nell’uomo, rappresenta la zoonosi alimentare più frequentemente segnalata nell’Unione Europea (UE). La principale fonte d’infezione è il consumo di carne di pollame poco cotta o di prodotti alimentari pronti per l’uso venuti a contatto con carne di pollame cruda. La manipolazione sicura della carne cruda e di altri ingredienti alimentari crudi, una buona cottura ed un’attenta igiene, possono prevenire o ridurre il rischio posto dai cibi contaminati. Al ine di proteggere i consumatori da questa minaccia alla salute pubblica, l’Unione Europea ha adottato un approccio integrato alla sicurezza alimentare che coinvolge l’intera filiera, dall’allevamento alla tavola. Tale approccio si basa sull’analisi dei dati di prevalenza e antibiotico-resistenza e sulla valutazione dei rischi posti da questo battere. Gli studi condotti dall’UE, hanno riscontrato un’elevata prevalenza di Campylobacter nel pollo da carne. In media il battere è stato rinvenuto a livello intestinale nel 71% dei casi (dato Europeo) e nel 72,3% dei casi (dato Italiano).
Sul totale dei ceppi batterici isolati, il 60% era rappresentato da C. jejuni; il 45% da C. coli e lo 0,2% da C. lari. (Di Giannatale E. et al, 2010; Ricci A. et al, 2006).
In Emilia Romagna, nel 2008, sono stati analizzati 100 lotti di macellazione: la ricerca di Campylobacter spp. termoili in campioni ciecali, ha evidenziato positività nel 52% dei lotti testati. (Rugna et al, 2009) Le conoscenze sulle vie di contaminazione del pollame in allevamento non sono ancora del tutto deinite, ma il livello di biosicurezza, la stagionalità, l’età degli animali, l’alimento e le terapie somministrate sono tutti fattori fortemente correlati alla diffusione del Campylobacter negli allevamenti avicoli. La contaminazione delle carni avviene durante le fasi di macellazione, attraverso il contatto con materiale fecale. Per questo motivo, la fase di eviscerazione risulta un punto critico, questo perché negli avicoli e, specialmente nel broiler, la colonizzazione del Campylobacter avviene in maniera imponente e asintomatica a livello ciecale. Quest’ultima evidenza risulta essere di particolare rilevanza in quanto dimostra come il Campylobacter possa così facilmente raggiungere il consumatore attraverso il consumo di alimenti contaminati. Lo studio condotto sì è posto quindi l’obiettivo di valutare la prevalenza del Campylobacter in un importante macello avicolo di portata industriale e di aumentare le conoscenze relative all’antibiotico-resistenza del battere isolato nel corso della stessa sperimentazione. L’antibiotico-resistenza è un problema di Sanità Pubblica estremamente attuale e l’approfondimento delle conoscenze in tale settore è considerato strategico per la salute e la tutela dei consumatori.

14 Settembre 2014

2014 – APPROFONDIMENTI DIAGNOSTICI SU CASI DI PROVENTRICOLITE IN POLLI DA CARNE

Con il termine Proventricolite si intende un processo iniammatorio caratterizzato da dilatazione ed ispessimento della parete dello stomaco ghiandolare. Tale lesione viene spesso osservata nel quadro di sindromi da malassorbimento. Numerosi agenti infettivi (Adenovirus, Reovirus, Virus della Bronchite Infettiva e della Bursite infettiva) e non infettivi (amine biogene, micotossine, basso contenuto di fibra alimentare o eccesso di solfato di rame), sono stati associati a questa sindrome, tuttavia, nessuna tra queste cause è stata costantemente messa in rilievo nel determinismo delle lesioni al proventriglio.
Scopo del presente lavoro è descrivere un percorso diagnostico applicato ad un caso di sindrome da malassorbimento e grave Proventricolite osservata in un allevamento di Broiler.
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