Atti dei convegni

15 Dicembre 2012

2012 – APPLICAZIONI DI METODICHE BIOMOLECOLARI PER LA DIFFERENZIAZIONE GENOTIPICA IN MYCOPLASMA GALLISEPTICUM.

Il Mycoplasma gallisepticum provoca nel pollo e nel tacchino una forma respiratoria piuttosto severa con coinvolgimento delle vie aeree superiori ed interessamento dei seni e conseguente sinusite (in particolare nel tacchino).
Negli animali in deposizione si manifesta un importante calo della deposizione di uova correlata anche ad una decolorazione delle stesse. Attualmente i piani di contenimento prevedono la produzione di gruppi MG free e l’applicazione di misure di biosicurezza. Tali accorgimenti però in alcuni casi non risultano essere efficaci. Infatti in alcune categorie produttive ed in determinate aree geografiche l’utilizzo di vaccini permette il contenimento delle forme cliniche.
Scopo del presente lavoro è quello di valutare se le metodiche biomolecolari disponibili possono essere utilizzate al fine di differenziazione dei ceppi MG circolanti. A tale fine ci siamo proposti di focalizzarci su il gene mgc2 che codifica per una proteina “cytadhesin”, nei campioni conferiti presso il nostro laboratorio.

15 Dicembre 2012

2012 – ANALISI DEI CEPPI CIRCOLANTI DI MYCOPLASMA SYNOVIAE MEDIANTE L’UTILIZZO DI METODICHE BIOMOLECOLARI.

Il Mycoplasma synoviae (MS) rappresenta uno dei più importanti micoplasmi in ambito avicolo. Il suo ruolo patogeno è principalmente localizzato nel settore da carne dove causa importanti danni economici, dovuti ad un incremento di scarti al macello ed un decremento degli indici di conversione. Inoltre recentemente l’MS è stato correlato, in diverse nazioni inclusa l’Italia, ad una specifica alterazione del polo apicale del guscio nella gallina ovaiola [1,3].
Lo studio della classificazione dei patogeni, attraverso differenti metodologie, ha permesso a seguito di correlati studi epidemiologici di evidenziare specifici tipi o sottotipi responsabili di forme cliniche più o meno evidenti. Anche se nel settore micoplasmi non siamo giunti a tali traguardi la possibilità di distinzione dei genotipi rappresenta un ottimo punto di partenza. In particolare recentemente la lesione apicale del guscio è stata relazionata principalmente ad uno specifico genotipo [2] permettendo di chiarire alcune discrepanze dovute principalmente ad una elevata incidenza di gruppi di ovaiole MS positivi contro una minore prevalenza di gruppi produttori di uova alterate.
Tale esempio ha sempre più stimolato la nostra attività in questo settore focalizzando la nostra attenzione nella studio dei differenti genotipi attualmente circolanti.
Scopo del presente lavoro è quello di studiare i differenti genotipi di MS circolanti nel territorio nazionale.

15 Dicembre 2012

2012 – FOCOLAIO DI MAL ROSSINO IN UN ALLEVAMENTO DI FAGIANI.

Il mal rossino è una malattia cosmopolita sostenuta da Erysipelotrix (E.) rhusiopathiae (Wang et al., 2009).  Il germe, responsabile del mal rossino nel suino, induce una grave forma di patologia anche nell’uomo che si manifesta con una caratteristica lesione cutanea nota con il nome di erisipeloide (Brooke et al., 1999).
Negli uccelli E. rhusiopathiae è segnalato in particolare nel tacchino (Bricker and Saif, 2003), che manifesta la sintomatologia clinica a tutte le età, ma anche in numerose altre specie domestiche e selvatiche (Mutalib et al, 1993, Eriksson et al., 2010, Brännström et al., 2008 Opriessing et al., 2005).
La circolazione del germe negli allevamenti intensivi di pollame sembra essere sottostimata, anche perché non sempre soggetti sierologicamente positivi manifestano sintomatologia clinica e mortalità (Eamens et al., 1988).
Il coinvolgimento di specie selvatiche allevate a scopo di ripopolamento venatorio è segnalato raramente (Milne et al., 1997, Bygrave et al., 1997). Tuttavia, la comparsa della malattia in questo tipo di animali apre interrogativi importanti circa il ruolo da essi giocato nella diffusione del germe nell’ambiente naturale.
In questo lavoro è stato decritto un inusuale focolaio di mal rossino osservato nel 2008 che ha interessato un gruppo di fagiani (Phasianus colchicus) allevati a scopo di ripopolamento venatorio.  e discusse le cause che ne hanno probabilmente favorito la comparsa e condizionato la gravità.

15 Dicembre 2012

2012 – CHLAMYDIA PSITTACI NEL COLOMBO DI CITTÀ: ASPETTI ANATOMO-PATOLOGICI, SIEROLOGICI E BIOMOLECOLARI

Le Chlamydiae appartengono all’ordine Chlamydiales e alla famiglia Chlamydiaceae (1). Chlamydia spp. è stata segnalata in 469 specie aviari appartenenti a 30 ordini di uccelli, principalmente psittaciformi, columbiformi e passeriformi (2).
Il ruolo zoonosico di C. psittaci è ampiamente dimostrato, anche se risulta difficile correlare l’infezione in uccelli sinantropi, come il colombo di città, con un reale rischio per l’uomo. Spesso la sola identificazione di specie, all’interno del genere Chlamydia, non è sufficiente e sono richieste informazioni aggiuntive che possono caratterizzare ulteriormente questo patogeno, quali per esempio il sierotipo e genotipo. Nuove tecnologie, come il microarray, permettono di identificare per C. psittaci  9 genotipi, 7 aviari (A, B, C, D, E, F, E/B) 2 non aviari (WC, M56), ciascuno associato prevalentemente ad un ordine di uccelli e con diverso rischio zoonosico (3). Altre metodiche, come l’MLVA (Multiple Locus Variable Number of Tandem Repeats Analysis) permettono di distinguere 20 diversi patterns (4).
Inoltre, dato che sia i segni clinici che le lesioni anatomo-patologiche non sono patognomonici e considerato lo stato di portatore asintomatico tipico delle specie aviarie, spesso è difficile avanzare un forte sospetto attraverso un esame clinico o anatomo-patologico a causa delle scarse correlazioni tra sintomatologia ed eventuali lesioni anatomo-patologiche con l’infezione. Questa carenza pregiudica notevolmente l’esame autoptico quale strumento di screening preliminare, volto alla selezione di campioni potenzialmente infetti. Nel presente lavoro abbiamo valutato la prevalenza di Chlamydiaceae, ed in particolare C. psittaci, in una popolazione aviare con caratteristiche sinantropiche quale il colombo di città (Columba livia var. domestica) nell’areale veneziano. Contestualmente le clamidie isolate sono state caratterizzate valutandone i genotipi mediante tecnologie biomolecolari innovative. Inoltre, si è proceduto ad una classificazione delle lesioni anatomo-patologiche e ad una loro correlazione con la presenza del patogeno.

15 Dicembre 2012

2012 – VACCINAZIONE DI ALLEVAMENTI DI BROILER CON AVIPRO® PRECISE E UN VACCINO GUMBORO DI CEPPO INTERMEDIO

Il virus IBD (Infectious Bursal Disease virus) di solito è la causa di una malattia altamente contagiosa e immunosoppressiva nei polli. IBD o malattia di Gumboro ha un impatto significativo sulla salute e le prestazioni di allevamenti di polli commerciali, da cui la vaccinazione con vaccini vivi o inattivati che viene eseguita regolarmente. Questo lavoro ha studiato la risposta sierologica e i dati relativi alle prestazioni zootecniche di gruppi di broiler vaccinati con AviPro® Precise (ceppo LC75) ed un prodotto concorrente (ceppo S-706).

15 Dicembre 2012

2012 – IDENTIFICAZIONE DI VIRUS HPAI NELLE PENNE DELLE ANATRE: RILEVANZA DEL METODO DIAGNOSTICO E DELL’ETÀ DEI SOGGETTI CAMPIONATI

Numerosi studi hanno dimostrato il ruolo dei volatili acquatici selvatici e domestici nel mantenimento e nella diffusione delle infezioni da virus influenzali. In particolare nelle anatre domestiche anche l’infezione con virus ad alta patogenicità (HPAI) può risultare asintomatica e per tale ragione la rapida identificazione del virus in animali apparentemente sani è fondamentale per le strategie di controllo.
La scoperta della colonizzazione virale precoce dei follicoli delle penne sia a seguito di infezione sperimentale che naturale con virus HPAI (Perkins & Swayne 2001, Busquets 2010, Yamamoto 2007, Yamamoto 2008) ha posto in evidenza il possibile uso delle penne come campione diagnostico. Inoltre, è stato dimostrato che le penne risultano positive per un periodo di tempo più prolungato rispetto ai campioni convenzionali (tamponi e organi). Tuttavia non esiste uno studio sulla colonizzazione delle penne in anatre asintomatiche di diverse età.
Lo scopo del nostro studio è stato quindi la valutazione della colonizzazione virale delle penne mediante due diverse metodiche (ELISA e RRT-PCR) da parte di un virus HPAI appartenente al clade 2.2 in anatre giovani e adulte sperimentalmente infette. Penne e tamponi tracheali e cloacali sono stati prelevati a diversi intervalli di tempo. I risultati sono stati analizzati per valutare l’efficacia del metodo ELISA ad hoc sviluppato, e la validità delle penne come campione diagnostico rispetto ai campioni convenzionali.
I dati presentati forniscono ulteriore evidenza della validità delle penne come campione diagnostico, anche in animali asintomatici, e forniscono indicazioni utili relative all’età degli animali da sottoporre a campionamento durante le attività di sorveglianza.

15 Novembre 2012

2012 – VALUTAZIONI PRELIMINARI DI UNA MISCELA DI LACTOBACILLUS ACIDOPHILUS E LACTOBACILLUS PLANTARUM SULLE PERFORMANCE DELLA GALLINA OVAIOLA E SULLA QUALITÀ DELL’UOVO

I probiotici sono microrganismi vivi che hanno effetti positivi sulla popolazione batterica del tratto gastrointestinale dell’ospite attraverso l’inibizione della crescita di batteri patogeni e la stimolazione della crescita della microflora intestinale commensale. In particolare, i lattobacilli sono i probiotici maggiormente utilizzati nel settore avicolo. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di valutare l’effetto di una miscela di L. acidophilus e L. plantarum, somministrata nell’acqua di bevanda, sulla qualità dell’uovo e sulle performance produttive di ovaiole allevate a terra.

15 Dicembre 2011

2011 – CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE DEI CEPPI DEL VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARE IN ITALIA: AGGIORNAMENTO SUI DATI RACCOLTI NEL CORSO DELL’ANNO 2010

Il virus della Bronchite Infettiva Aviare (IBV) è un coronavirus, prototipo della famiglia Coronaviridae, con genoma RNA a singolo filamento e provvisto d’envelope. E’ causa della  bronchite infettiva aviare, patologia largamente diffusa e responsabile di elevate perdite economiche nell’allevamento intensivo del pollo.
Si tratta di una malattia altamente contagiosa, caratterizzata da sintomi e lesioni respiratorie, che in alcuni casi può interessare anche gli apparati gastrointestinale ed uro-genitale causando nefropatologie con alta mortalità e/o problemi alla deposizione e alla qualità del guscio dell’uovo nelle galline ovaiole. Il genoma del virus codifica per 4 proteine strutturali: la glicoproteina spike (S), il Nucleocapside (N), la glicoproteina di membrana (M) e la proteina dell’envelope (E). La proteina S, ed in particolare il frammento S1, è la parte più esposta del virus che interviene nell’attacco alla cellula ospite, comprende la maggior parte dei determinanti antigenici ed è pertanto responsabile della formazione di nuove varianti. Nel corso degli anni sono state innumerevoli le varianti isolate in campo, differenti fra loro dal punto di vista sierologico, genotipico e patogenetico. Attualmente sono stati descritti più di 50 sierotipi e si assiste alla periodica comparsa di nuovi. Le problematiche legate al controllo della bronchite infettiva, dovute principalmente alla notevole variabilità antigenica dell’IBV ed alla bassa cross-protezione tra sierotipi differenti, rendono necessario il costante monitoraggio dei ceppi circolanti sul territorio nazionale in modo da poter improntare misure efficaci di profilassi.
Questo studio si prefigge di caratterizzare a livello molecolare i ceppi di IBV attualmente circolanti sul territorio nazionale, mediante analisi di RT-PCR e successivo sequenziamento di una parte della regione ipervaviabile del gene S1.

15 Dicembre 2011

2011 – UTILIZZO DEGLI OLII ESSENZIALI ED ESTRATTI DI PIANTE PER IL CONTROLLO DELLA SALMONELLA SPP., E. COLI E CAMPYLOBACTER NELLE PRODUZIONI AVICOLE

L’obiettivo di preservare la salute del consumatore è oggi una richiesta imposta a tutta la filiera avicola europea. Possiamo legittimamente supporre che tale richiesta sia comune anche ad altri settori. L’evoluzione dei Paesi emergenti e gli scambi commerciali accelerano tale processo.
Le ripercussioni pratiche di tale evoluzione si riassumono in 3 punti principali:
  • non utilizzare antibiotici nel mangime = sicura assenza di residui in carni e uova;
  • stabilire rigorose procedure per eradicare tossi-infezioni alimentari lungo la filiera = un corretto management della contaminazione da Salmonella e Campylobacter soprattutto;
  • non creare resistenza ai gruppi di antibiotici utilizzati in campo umano = eliminare la pratica di prevenzione antibiotica sistematica o eccessiva metafilassi.
Per ottenere questi obiettivi, occorre lavorare in più direzioni. Il controllo delle disbatteriosi nel periodo di allevamento è la maggior richiesta della produzione avicola, con la sfida di preservare la salute umana ed assicurare un continuo stato di salute positivo del gruppo.
Lo scopo del presente articolo è dimostrare che l’utilizzo di estratti vegetali può essere una di queste nuove soluzioni.

15 Dicembre 2011

2011 – MIOPATIA DEGENERATIVA MULTIFOCALE DEL MUSCOLO PETTORALE SUPERFICIALE IN POLLI DA CARNE

Nell’animale da carne la qualità della carcassa dopo l’abbattimento dipende massimamente dalle caratteristiche della muscolatura scheletrica, sia come sviluppo e conformazione sia per gli aspetti più specificamente legati all’integrità del tessuto muscolare. In questo contesto lo studio delle alterazioni della muscolatura scheletrica e delle loro cause assumono una particolare rilevanza. Nella produzione di carne avicola il muscolo di maggior interesse commerciale è rappresentato dal petto. La miopatia qui descritta è un fenomeno che viene segnalato al macello in partite di polli da carne apparentemente normali per quanto riguarda il ciclo di produzione e risultati produttivi e che non pare avere correlazioni con problemi sanitari di campo. La sua presenza costituisce un problema in quanto altera visibilmente l’aspetto del muscolo pettorale quale taglio anatomico.
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