Atti dei convegni

18 Settembre 2010

2010 – INDAGINE SULLA PRESENZA E LA SENSIBILITÀ AGLI ANTIBIOTICI DI CAMPYLOBACTER TERMOFILI ISOLATI DA POLLI BROILER IN NORD ITALIA

La campilobatteriosi, zoonosi provocata dalle specie termofile di Campylobacter, attualmente rappresenta un notevole problema di Sanità Pubblica. Le specie termofile di Campylobacter, riconosciute responsabili di malattia diarroica nell’uomo fin dagli anni ’70, sono infatti i principali agenti di gastroenterite batterica a livello mondiale, con 190.566 casi umani confermati nell’Unione Europea nel 2008 (EFSA, 2010) e 2,4 milioni di casi annui stimati negli Stati Uniti.
Il serbatoio dell’infezione è rappresentato dal tratto gastroenterico di numerosi mammiferi e uccelli domestici e selvatici, che albergano Campylobacter spp. senza manifestare alcuna sintomatologia e lo eliminano tramite le feci in quantità elevata.
Tra le numerose specie reservoir, i volatili da reddito rivestono un ruolo di rilievo nella trasmissione dell’infezione all’uomo. Infatti, non solo essi sono il serbatoio principale del microrganismo, ma il consumo di carne di pollo (soprattutto poco cotta) rappresenta il principale fattore di rischio nella trasmissione dell’infezione all’uomo (Wingstrand et al., 2006).
Nella maggior parte dei casi le infezioni da Campylobacter spp. sono autolimitanti, ma talvolta, soprattutto in bambini, anziani ed in pazienti immunodepressi, possono manifestarsi con quadri di enterite acuta e prolungata e nell’1% dei casi dare infezioni extraintestinali, che necessitano di terapia antibiotica (van Hees et al., 2007). Gli antibiotici di prima scelta nella terapia delle forme gravi o complicate di campilobatteriosi umana sono i macrolidi, seguiti dai chinoloni e dalle tetracicline. Si tratta di molecole impiegate anche in ambito veterinario e nei confronti delle quali un numero sempre maggiore di Campylobacter spp., isolati sia dagli animali che dall’uomo, sta sviluppando resistenza.
Date le importanti implicazioni di Sanità Pubblica dell’infezione da Campylobacter termofili nelle specie avicole, si è voluta indagare la loro presenza in allevamenti intensivi di polli broiler del Nord Italia e la loro sensibilità ad un panel di antibiotici.

18 Settembre 2010

2010 – STUDIO SULLA PREVALENZA DELLA SALMONELLA ISOLATA DA MATRICI DI ORIGINE AVICOLA IN TRE ANNI DI ATTIVITÀ DIAGNOSTICA (2007, 2008, 2009)

Il rischio di contaminazione dei prodotti avicoli da parte di Salmonella spp. è noto alla comunità scientifica internazionale. Il seguente studio valuta la prevalenza dei vari sierotipi di Salmonella isolati da diverse matrici di origine avicola in tre anni di attività diagnostica, al fine di definire la reale portata del problema negli allevamenti.

18 Settembre 2010

2010 – PROVA DI ANTIBIOTICO-RESISTENZA NEI CONFRONTI DI 70 CEPPI DI SALMONELLA SPP. (S.ENTERITIDIS, S.TYPHIMURIUM, S.HADAR, S.VIRCHOW E S.INFANTIS) DI ORIGINE AVICOLA

La Salmonellosi è ancora una delle più frequenti cause di tossinfezione alimentare nel mondo. L’aumento dell’antibiotico-resistenza osservata nei ceppi di Salmonella isolati può compromettere il trattamento terapeutico di queste infezioni. Nel corso di questo studio venivano condotte prove di antibiotico-resistenza nei confronti di 70 ceppi di Salmonella isolati ed identificati sierologicamente, nel corso dell’attività diagnostica, a partire da matrici di origine avicola. Il saggio di sensibilità agli antibiotici veniva valutato col sistema della Minima Concentrazione Inibente (MIC) utilizzando un pannello di 22 antibiotici. Salmonella virchow presentava resistenza del 100% verso un maggior numero di antibiotici rispetto agli altri sierotipi. Alcuni antibiotici fl uorchinoloni, β-lattamici e cefalosporine di prima e seconda generazione (ofl oxacina, amoxicillina-acido clavulanico, cefalotina, cefuroxime, ciprofl oxacina), inibivano il 100% dei ceppi impiegati. Questo studio sottolinea la necessità di monitoraggio dell’antibiotico-resistenza dei ceppi patogeni isolati dagli animali e dagli alimenti da essi prodotti.

18 Settembre 2010

2010 – ISOLAMENTO DI MYCOPLASMA SYNOVIAE IN UN ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE IN RELAZIONE AD ALTERAZIONI APICALI DEL GUSCIO (EGGSHELL APEX ABNORMALITIES)

Mycoplasma synoviae rappresenta un importante patogeno nel settore avicolo industriale, responsabile sia nel broiler che nel tacchino da carne di forme respiratorie ed articolari spesso complicate da infezioni batteriche secondarie. Il suo ruolo patogeno nel settore delle galline ovaiole risulta ancora controverso, secondo alcuni studi l’infezione da Mycoplasma synoviae (MS) in ovaiole può essere correlata a cali dell’ovodeposizione (1), anche se differenti Autori riportano un’assenza di correlazione tra le alterazione produttive e questo patogeno. Recentemente è stata segnalata una correlazione diretta tra l’infezione di Mycoplasma synoviae e la comparsa di una caratteristica alterazione del polo apicale del guscio delle uova, denominata EAA dall’inglese Eggshell Apex Abnormalities (1, 2). La lesione localizzata al polo acuto dell’uovo si presenta esternamente di aspetto rugoso di colore differente rispetto alla rimanente parte di guscio e a margini netti, inoltre lo spessore è diminuito con conseguente fragilità dell’area.

18 Settembre 2010

2010 – INDAGINE PRELIMINARE SULLA PRESENZA DI MYCOPLASMA GALLISEPTICUM E MYCOPLASMA SYNOVIAE IN ALLEVAMENTI AVICOLI ITALIANI

I micoplasmi sono microorganismi unicellulari privi di parete cellulare capaci di infettare animali, uomo, insetti e piante: tale caratteristica strutturale conferisce loro resistenza ai comuni chemioterapici che agiscono sulla parete cellulare. Le specie di micoplasmi ad oggi identificate sono più di 100 e in ambito aviare sono oltre 25 le specie attualmente conosciute. All’interno di queste specie quelle che rivestono un particolare interesse per l’industria avicola sono rappresentate dal Mycoplasma gallisepticum (MG), Mycoplasma synoviae (MS), Mycoplasma meleagridis, Mycopalsma iowae. Tale interesse è strettamente correlato agli effetti negativi sulle differenti tipologie di produzioni avicole. Allo stato attuale, nel territorio Italiano, non sono presenti segnalazioni riguardanti episodi ascrivibili al M. meleagridis e M. iowae, mentre sono numerose le segnalazioni riguardanti MG e MS. Il Mycoplasma gallisepticum è stato riscontrato in numerose specie aviari in cui causa principalmente problemi di tipo respiratorio con interessamento delle prime vie respiratorie e dei sacchi aerei, provocando gravi aerosacculiti con tosse e rantoli e conseguente crescita stentata. Inoltre, in soggetti in ovodeposizione, può determinare un calo della produzione di uova. Il contenimento di tale patogeno si basa su rigorose misure di biosicurezza e sul mantenimento di gruppi di riproduttori micoplasma free.
Il Mycoplasma synoviae è spesso coinvolto in forme respiratorie e articolari che interessano in maggior misura gli animali all’ingrasso. Recentemente è stato correlato a specifiche alterazioni del polo apicale del guscio in galline ovaiole. La trasmissione per via verticale è stata ampiamente dimostrata ed il contenimento dell’infezione si basa come per MG sulla produzione e mantenimento di gruppi MS free. Purtroppo le misure attualmente applicate non sembrerebbero altamente efficaci, difatti negli ultimi anni si è assistito ad una presenza importante di tale patogeno in tutti i settori produttivi dell’industria avicola.
Al fine di mantenere elevata l’attenzione degli addetti al settore avicolo e di individuare eventuali punti deboli del sistema di controllo si è voluto valutare la presenza nei vari settori produttivi di MG e MS in diverse aree del territorio italiano.

18 Settembre 2010

2010 – DIFFERENZIAZIONE DI DUE CEPPI DI MYCOPLASMA SYNOVIAE DA CAMPIONI DI TRACHEA E OVIDUTTO PROVENIENTI DA UN ALLEVAMENTO DI GALLINE OVAIOLE

Mentre il ruolo di Mycoplasma synoviae (MS) è stato ampiamente documentato nell’allevamento avicolo da carne, poche informazioni sono disponibili riguardo diffusione, patologia ed impatto economico nell’allevamento della gallina ovaiola.
Recentemente caratteristiche lesioni dell’apice del guscio, note come Eggshell Apex Abnormalities (EAA) (1), sono state correlate all’infezione da MS; tali alterazioni determinano aumentata fragilità causando importanti perdite economiche (2).
Rimane ancora da capire come a fronte di una elevata prevalenza di infezione per MS nel comparto delle ovaiole i casi riferibili ad EAA non siano così frequenti. Sulla base di tale affermazione e sulle discrepanze cliniche da noi evidenziate in un allevamento di galline ovaiole ci siamo proposti di analizzare mediante biologia molecolare i ceppi di MS isolati da differenti matrici al fine di evidenziare eventuali differenze.

18 Settembre 2010

2010 – ATOXOPLASMOSI NELL’ALLEVAMENTO DEL CARDELLINO (CARDUELIS CARDUELIS)

Isospora spp. è un protozoo endocellulare obbligato le cui oocisti sono caratterizzate dal possedere due sporocisti contenenti quattro sporozoiti. All’interno del genere Isospora spp. esistono due importanti specie, Atoxoplasma serini (Isospora serini) ed Isospora canaria, segnalate in varie specie di passeriformi. Spesso questi due protozoi parassitano contemporaneamente lo stesso individuo ospite sebbene presentino un differente ciclo vitale. Infatti, Isospora canaria possiede un ciclo vitale esclusivamente di tipo intestinale mentre la peculiarità di Atoxoplasma serini è quella di possedere un ciclo vitale di tipo extraintestinale. Questo ultimo parassita è stato segnalato da diversi Autori come agente responsabile di una grave forma di malattia, spesso ad esito fatale, in canarini, fringillidi e passeri domestici.
Alla luce di quanto esposto, lo scopo della presente indagine è stato quello di valutare la presenza di Atoxoplasma serini in cardellini di allevamento (Carduelis carduelis) e, considerando anche le frequenti cross-infezioni con Isospora canaria, di fornire un supporto diagnostico basato sulle differenze eziopatogenetiche tra le due specie di parassiti e le conseguenti scelte terapeutiche.

18 Settembre 2010

2010 – TECNOLOGIA BIOLOGICA PER IL TRATTAMENTO DI POLLINA DI OVAIOLE (BREV. EUROPEO EP 1314710 A1): VALUTAZIONE ECONOMICA DELLA PRODUZIONE IN SITU DEL FERTILIZZANTE

Vengono riportate le valutazioni tecniche ed economiche relative alla trasformazione di pollina di ovaiole stabulate in gabbia in un prodotto (fertilizzante) commerciale di qualità tramite un processo brevettato in Italia ed in Europa. I risultati relativi agli effetti di igienizzazione e di conformità alle normative sui fertilizzanti sono riportati in lavori paralleli. Scopo del progetto è rendere la pollina una fonte di guadagno per l’allevatore ed una fonte di risparmio per l’agricoltore (utilizzatore finale).
I sottoprodotti sono trasformati in prodotti commerciali direttamente presso l’allevamento (on farm), mediante sistemi semplificati che assicurano l’igienizzazione; per contenere i costi, tutte le operazioni non necessarie sono minimizzate, ad es. non si prevede la pellettizzazione e in alcuni casi neanche il confezionamento.
Il VAN (valore attuale netto) è il metodo utilizzato per le valutare la convenienza economica per l’allevatore, che può essere anche il produttore del fertilizzante.
Sono analizzati due step: i) la vendita della pollina allo stato sfuso (alla rinfusa); ii) la vendita del prodotto confezionato in big bag. In entrambi i casi sono state esaminate le soluzioni distributive B2C (vendita diretta al consumatore) e B2B (vendita attraverso distributore). Nel caso di vendita di pollina allo stato sfuso, i VAN in entrambi i casi (B2C e B2B) sono positivi, pertanto il progetto può essere considerato conveniente per l’allevamento. Nel secondo si registrano V AN positivi, ma di importo molto limitato.

18 Settembre 2010

2010 – TECNOLOGIA BIOLOGICA PER IL TRATTAMENTO DI POLLINA DI OVAIOLE (BREV. EUROPEO EP 1314710 A1): OTTIMIZZAZIONE PER CARBONIO E AZOTO

L’obiettivo è ottimizzare il contenuto di azoto e carbonio per mezzo di un trattamento biologico che supera la gestione delle deiezioni come sottoprodotto da smaltire per mezzo di un processo di igienizzazione per ottenere un fertilizzante commerciale di qualità, che migliora le caratteristiche del suolo, potenzia la fertilità e recupera verso la desertificazione.
Test sono stati condotti in allevamento intensivo su pollina disidratata con MDS (manure drying system) e collocata in big bags (bioreattori da 1 m^3). E’ stato stilato un piano sperimentale con la metodologia DOE (Design of Experiments), che è una metodologia di progettazione statistica utilizzata per descrivere un sistema biologico complesso. E’ stato condotto un esperimento fattoriale completo 2^2 (full factorial), con fattori significativi l’umidità iniziale della pollina (63%, 71%, 80%) e tempo di maturazione (38, 81, 123 giorni). E’ stato testato anche un trattamento in cumulo, in parallelo. I parametri di risposta sono stati TOC, TKN, anche il pH, l’umidità, la sostanza volatile e la conducibilità elettrica sono stati misurati.
Il tempo necessario per la maturazione è stato definito in base alle risposte di sanitizzazione. I risultati ottenuti hanno evidenziato come il processo di igienizzazione mantenga inalterato il tenore di carbonio e nutrienti (azoto). Il fertilizzante finale inoltre è caratterizzato da alto contenuto di carbonio, tipico di un ammendante.

18 Settembre 2010

2010 – «L’ECOLOGIA MICROBICA DIRETTA» UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA PER IL CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE MICROBICA CONTAMINANTE

Studio preliminare dell’azione di un Biofilm Positivo (complesso batterico Cobiotex®) nei confronti di S. enteritidis, S. typhimurium ed E. coli
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