Atti dei convegni

18 Settembre 2004

2004 – INDAGINE EPIDEMIOLOGICA SULLA CIRCOLAZIONE DEI VIRUS DELLA BRONCHITE INFETTIVA AVIARIA IN VENETO

La Bronchite Infettiva (IB) rappresenta ancora oggi uno dei principali problemi sanitari per il pollame laddove l’allevamento ha carattere intensivo. Si è dato inizio ad un’indagine conoscitiva sulla epidemiologia della IB in Veneto, successivamente allargata ad alcune province della Lombardia. Dal gennaio 2004 sono stati monitorati 29 allevamenti, per un totale di 101 campioni esaminati, di cui 16 sono risultati positivi per IBV. Sette isolati sono stati identificati come siero tipo IT-02 e sei come 793-B.

18 Settembre 2004

2004 – EFFICACIA IN CAMPO DI DUE VACCINI ANTICOCCIDICI PER BROILERS

Sono stati confrontati due vaccini anticoccidici attenuati in broilers (88.000 maschi e 210.000 femmine) somministrati per spray in incubatoio. Il vaccino A conteneva 5 specie di Eimeria e il vaccino B 3 specie. Le performance zootecniche sono state simili nei due gruppi, lo score delle lesioni mediamente non superava il valore 1, anche se A dava lesioni solo duodenali, mentre con B era presente anche tiflite. L’emissione massima di oocisti era di 23.000 per grammo di feci (OPG) a 28 gg di vita in A e 38.000 OPG a 21 gg per B. Nei broilers vaccinati con B erano più frequenti sintomi enterici con isolamento di C. perfringens, che ha richiesto terapia specifica per arginare la mortalità.

18 Settembre 2004

2004 – VALUTAZIONE IN CAMPO DELL’EFFICACIA DI UN ADDITIVO NEL CONTROLLARE IL LIVELLO MICROBICO DELLA LETTIERA: RISULTATI PRELIMINARI

Prove di campo sono state effettuate sulla lettiera di 2 capannoni (C2, trattato, e C3, controllo) di polli da carne per valutare l’efficacia di un prodotto igienizzante di nuova concezione (SOP®C POULTRY), in grado di controllare Carica Microbica Totale aerobia (CMT), Staphilococcus spp., Salmonella spp. e Coliformi; inoltre alla fine di ogni ciclo è stata valutata la percentuale di mortalità. I risultati hanno mostrato una significativa riduzione dei valori medi di tutti i parametri microbiologici valutati nei campioni di lettiera trattata rispetto al controllo (P = 0,0078 (CMT), 0,0021 (Staphylococcus spp.), 0,0541 (Coliformi) compresa la mortalità (P = 0,00106).

18 Dicembre 2003

2002 – EFFICACIA DI AVINET® NELLA PREVENZIONE DELLE COLIBACILLOSI DEL BROILER E SUOI EFFETTI SU ALCUNE PERFORMANCES ZOOTECNICHE

Nell’ambito delle c.d. terapie di massa somministrate negli allevamenti intensivi, in seguito alle numerose problematiche relative ai residui indesiderati di prodotti ad azione farmacologica, alle problematiche relative alla questione dell’impatto ambientale e, non ultimo, alle sempre più pressanti e gravi situazioni di ceppi batterici antibiotico-resistenti, si cercano di utilizzare sempre più prodotti “naturali” che, pur avendo un’efficacia accettabile, non risultino coinvolti nelle problematiche di cui sopra. A fronte di ciò si è proceduto a sperimentare “in campo” il mangime complementare della Soc. Herbotec Srl, denominato AVINET® (a base di bioflavonoidi, ac. citrico, ac. ascorbico ed ac. lattico) per valutare la sua efficacia nella prevenzione delle colibacillosi e sulle performances zootecniche.

18 Settembre 2003

2003 – LESIONI PODALI E BENESSERE DEL BROILER: OSSERVAZIONI PRELIMINARI

Recentemente in seno al comitato veterinario dell’UE si stanno mettendo a punto dei parametri in grado di valutare il benessere del broiler e del tacchino di allevamento intensivo. La dermatite podale è uno dei parametri più attentamente valutati a questo proposito da molti Autori, in quanto considerata da tempo un ottimo indice di valutazione delle condizioni di allevamento (7, 9). La pododermatite è una dermatite da contatto che negli stadi precoci causa depigmentazione della cute, ipercheratosi e necrosi dell’epidermide. Le lesioni possono essere superficiali e quindi non influenzare il normale ritmo di crescita del broiler né il suo stato sanitario. Nei casi più gravi, le erosioni superficiali possono progredire fino a diventare ulcere, causando dolore agli animali e difficoltà di deambulazione con inevitabile scadimento dello stato sanitario e delle performance zootecniche.
In questo caso la soluzione di continuo della cute podale può agevolare le infezioni batteriche degli strati più profondi, soprattutto la stafilococcosi. In caso di guarigione, gli strati cutanei risultano più sottili e di colore più chiaro (6). L’eziologia di questa forma patologica è varia e spesso provocata da più cause concomitanti. Tra i maggiori fattori di rischio sicuramente figura la qualità della lettiera, correlata alla densità degli animali allevati ed alle infezioni enteriche, specialmente neonatali. Più volte si è constatato come l’utilizzo di trucioli di legno determini una prevalenza inferiore di dermatite podale rispetto ad una lettiera a base di paglia, meno igroscopica e più traumatica. Oltre al materiale, più o meno assorbente, utilizzato come lettiera è importante anche il tasso di umidità, notoriamente influenzato sia dalle condizioni climatiche, sia dai sistemi di abbeverata e di ventilazione. Anche l’alimentazione può influenzare l’incidenza delle lesioni podali. Oloyo nel 1991 (8) ha dimostrato come la carenza di biotina e/o riboflavina possa incrementare tali lesioni, e come l’aggiunta di metionina ne diminuisca l’incidenza. L’utilizzo di mangimi con un eccesso di soia può influenzare indirettamente le lesioni, provocando una variazione della consistenza delle feci, che diventano più viscose, con deterioramento qualitativo della lettiera. Quando sono stati vietati i mangimi contenenti farine di carne ed ossa nell’UE, la variazione improvvisa della composizione della dieta ha peggiorato la qualità della lettiera, con aumento di lesioni podali (1). Bruce (2) sostiene che queste lesioni non sembrerebbero legate alla linea genetica, al sesso e all’età di macellazione.
Già da alcuni anni, in Svezia, Ekstrand et al. (3,4,5) hanno proposto un sistema di valutazione delle pododermatiti come indicatore dello standard manageriale, igienico e di allevamento. Questo programma di monitoraggio prevede la valutazione delle pododermatiti al momento della macellazione. Le lesioni vengono classificate in base ad un protocollo che prevede punteggi differenti a seconda della gravità delle lesioni. Queste osservazioni devono essere ovviamente eseguite da personale appositamente addestrato.
La nostra ricerca si propone di valutare l’applicabilità di questo sistema di monitoraggio come indice di benessere alle condizioni dell’avicoltura italiana.

18 Settembre 2003

2003 – UTILIZZO DEL TOLTRAZURIL® NEL CONTROLLO DELLA COCCIDIOSI DEL POLLO DA CARNE

La coccidiosi è una malattia parassitaria che interessa l’allevamento avicolo in tutto il mondo e che causa ancora gravi danni. Per controllare razionalmente la coccidiosi si fa ricorso al vaccino o a farmaci specifici, oggi per lo più somministrati nel mangime come chemioprofilattici. Le diverse molecole utilizzate sono attive contro differenti stadi evolutivi dei coccidi.
Qualora si vogliano utilizzare programmi volti ad attivare l’immunità si sceglieranno principi attivi che agiscono su stadi avanzati del ciclo, così che venga stimolata la risposta immunitaria (2). In questo lavoro si è valutato, in condizioni di campo, il controllo della coccidiosi in broilers trattati per soli due giorni con toltrazuril,®, triazintrione ad ampio spettro, efficace contro tutte le specie patogene di coccidi del pollo (E. acervulina, E. brunetti, E. maxima, E. mitis, E. necatrix, E. tenella) e del tacchino (E. adenoeides, E. meleagrimitis).

18 Settembre 2003

2003 – EVIDENZA DI PNEUMOVIRUS AVIARE SOTTOTIPO A IN CORSO DI UN FOCOLAIO DI TRT IN TACCHINI DA CARNE IN ITALIA

Il Pneumovirus Aviare (APV) è un virus ad RNA appartenente alla famiglia delle Paramyxoviridae ed al nuovo genere Metapneumovirus. E’ causa nel tacchino di una infezione delle prime vie respiratorie nota come Rinotracheite del Tacchino (TRT), mentre nel pollo è responsabile di una forma respiratoria lieve, a volte inapparente, che può sfociare nella Sindrome della Testa Gonfia (SHS). Sono stati sino ad ora individuati 4 sottotipi di APV, distinti variamente fra loro sia dal punto di vista genetico che sierologico. I sottotipi A e B, diffusi in Europa sin dalla prima comparsa della malattia, differiscono sulla base della sequenza nucleotidica del gene G che codifica per la omonima glicoproteina di superficie (7). Il sottotipo C, che è stato segnalato più recentemente negli Stati Uniti d’America, ha invece differenze genomiche e sierologiche più evidenti rispetto ai precedenti (9); come anche il sottotipo D che comprende per ora unicamente 2 ceppi isolati in Francia nel 1985 (1). La tipizzazione molecolare eseguita sui primi isolati italiani provenienti da allevamenti di tacchini del Nord Italia, ha dimostrato la presenza nel nostro Paese del sottotipo B (7; Sperati Ruffoni L., comunicazione personale), e la diffusione dello stesso sottotipo in provincia di Verona è stata recentemente confermata sia nel pollo che nel tacchino (2; 3). I dati disponibili sono quindi sino ad ora relativi ad un’area geografica limitata e quindi insufficienti a definire un quadro completo dell’epidemiologia dell’infezione da APV in Italia. Allo scopo di ottenere ulteriori preziose informazioni sulla diffusione della malattia e l’eventuale presenza di altri sottotipi di APV abbiamo ampliato l’indagine virologica e molecolare a regioni del centro Italia.
Con la presente comunicazione riportiamo l’isolamento virale di un ceppo di APV sottotipo A, in corso di un focolaio di TRT in tacchini da carne in provincia di Perugia.

18 Settembre 2003

2003 – EFFICACIA DI UNA MISCELA DI OLI ESSENZIALI INCAPSULATI NEI CONFRONTI DI UNA COCCIDIOSI MISTA NEL POLLO DA CARNE. STUDIO PRELIMINARE

La coccidiosi è considerata la malattia parassitaria che ha il più elevato impatto economico nella produzione avicola. I costi mondiali ogni anno sono stimati nell’ordine di circa 800 milioni di dollari (8). Queste stime considerano i costi legati all’utilizzo dei farmaci come profilattici e come terapeutici, ma anche alle perdite dovute alla mortalità, morbilità e al minore indice di conversione degli animali che si infettano con questa malattia.
Il controllo della coccidiosi si attua attraverso una buona disinfezione dei capannoni prima dell’introduzione di nuovi soggetti, l’utilizzo nei mangimi di anticoccidici e la vaccinazione.
Negli ultimi anni sospinti dalle decisioni della Unione Europea di proibire dal 2006 l’utilizzo di antibiotici come promotori di performance (monensin sodium, salinomycin sodium, avilamycin e flavophospholipol), tra i quali anche prodotti utilizzati come anticoccidi, si stanno esaminando diversi tipi di sostanze come prodotti alternativi per il controllo della coccidiosi.
Moltissimi prodotti o ingredienti naturali sono stati testati per verificarne la loro azione (1).
Tra questi sono stati utilizzati a) fonti di grasso contenenti alti percentuali di acidi grassi n-3 (acido docosaesaenoico, acido eicosapentenoico, acido linolenico) (2,3); b) Artemisina, derivante dalla Artemisia annua, sostanza con attività antimalarica (4); c) estratti vegetali, oli essenziali (9) e spezie, contenenti curcumina (1); d) betaina in associazione con salinomicina (5).
Gli oli essenziali agiscono riducendo la permeabilità e l’integrità della membrana citoplasmatica con conseguente diminuzione dell’ATP intracellulare, modificando il potenziale di membrana (Δψ), e determinando una riduzione del pH intracellulare (6, 7).
Il settore R&D di SODA Feed Ingredients ha predisposto una miscela di oli essenziali (RepaXol®), da integrare nel mangime, che può aiutare a modulare le componenti biologiche presenti nell’intestino, quali flora microbica e parassiti. Tale preparato innovativo associa tecniche di coacervazione complessa con il processo di granulazione protettiva MICROPEARLS® (Figura 1). E’ un preparato ad alta tecnologia che garantisce agli oli essenziali una eccezionale resistenza alle alte temperature (fino a 130°C per 60 minuti). La particolare tecnica protettiva consente inoltre una resistenza in ambiente gastrico superiore all’80%. Due fattori di estrema importanza per questi ingredienti che sono facilmente degradabili.
Lo scopo di questa prova era di verificare nel pollo da carne l’efficacia di tale miscela di oli essenziali protetti alla dose di 200 g/ton, nei confronti di una infezione sperimentale con miscela mista di coccidi (E. tenella, E. acervulina, E. maxima). L’azione di questi oli essenziali protetti è stata confrontata con prodotti convenzionali (Ionoforo) e non (artemisina e betaina).

18 Settembre 2003

2003 – EFFETTO DELL’AZIONE COMBINATA DI ACIDI ORGANICI ED OLII ESSENZIALI INCAPSULATI SULLE PERFORMANCE ZOOTECNICHE DI TACCHINI FEMMINE – PROVA DI CAMPO

Dopo la messa al bando nel 1999 dei principali fattori di crescita, ed in attesa dell’applicazione della nuova direttiva dell’EU che prevede l’abolizione a partire dal 1 Gennaio 2006 dei restanti, si sono moltiplicate le ricerche aventi lo scopo di individuare prodotti alternativi da impiegarsi nell’alimentazione degli animali da reddito. Negli ultimi tempi, i principali sforzi si sono indirizzati prevalentemente verso gli acidi organici ed inorganici (4, 5), e gli oli essenziali (2, 6).
L’inclusione di acidi nelle diverse forme (liquidi, adsorbiti, microincapsulati, etc) è una delle tecniche impiegate in nutrizione animale col fine di sfruttare la loro azione antiagonista nei confronti di molti microrganismi intestinali. Fino a pochi anni fa, le nozioni sul meccanismo di azione degli acidi si basavano esclusivamente sulla loro proprietà acidificante. L’abbassamento del pH crea infatti un ambiente ostile alla proliferazione dei batteri, determinando effetti positivi sulle performance (13), effetti sanitari (7) e risposte antibatteriche (3). Oggi è invece noto che l’azione degli acidi è anche dovuta all’effetto anione degli acidi indissociati (9). Questi riescono, infatti, a penetrare nella cellula attraverso la frazione lipidica della membrana cellulare. Una volta entrati si dissociano liberando ioni H+ che essendo tossici per la cellula devono essere allontanati. Questo lavoro provoca un dispendio di energia compromettendo la moltiplicazione cellulare.
Gli oli essenziali agiscono invece riducendo la permeabilità e l’integrità della membrana citoplasmatica con conseguente diminuzione dell’ATP intracellulare, modificando il potenziale di membrana (Δψ), e determinando una riduzione del pH intracellulare (10, 15). L’uso di oli essenziali presenta lo svantaggio di essere irritanti per le mucose di animali ed operatori.
Anche l’impiego dei cosiddetti acidi liberi provoca problemi per strutture ed addetti. Inoltre anche dopo l’inclusione nella dieta di notevoli quantità (1-2%), questi sono rapidamente neutralizzati nel tratto iniziale dell’intestino tenue, per l’azione tamponante effettuata dal pancreas. L’utilizzo di grandi quantità di acidi liberi può provocare un eccesso di acidità nello stomaco che può causare fenomeni di acido tolleranza nei confronti di alcuni microrganismi quali E. coli, salmonelle e clostridi.(14).
Alla luce del sempre maggiore utilizzo sia degli acidi che degli oli essenziali, il settore R&D di SODA Feed Ingredients ha studiato una tecnica di incapsulazione che permette al principio attivo di essere “intrappolato” e protetto da una matrice “attiva” grassa. Questa consente al prodotto di essere attivo prevalentemente nel sito d’azione specifico essendo studiata per favorire un rilascio mirato e/o continuato. Inoltre evita l’azione degradante nei confronti degli altri ingredienti acido-sensibili come esempio la vitamina A, blocca la volatilità di alcuni acidi come il formico, e riduce gli inconvenienti degli acidi ed oli essenziali. Questo microgranulo ottenuto attraverso l’utilizzo di temperature molto basse (-60° C) risulta essere facile da usare, molto elastico e resistente alle alte
temperature.
In precedenti ricerche l’utilizzo di miscele di acidi organici e inorganici incapsulati nel pollo da carne (OVIGRAM®), nel tacchino da carne (FORMYL®) e nella gallina ovaiola (FORMYL SC®), ha mostrato nel primo caso una riduzione della colonizzazione della Salmonella kedougou (11) e una attività simile alla flavomicina (8), nel tacchino una riduzione dei batteri patogeni (12) e nall’ovaiola un calo della mortalità e delle lesioni dovuti a colisetticemia (1) Lo scopo di questa prova di campo è di verificare l’azione combinata nell’uso di una miscela di acido citrico e acido formico (FORMYL SC®) nelle prime fasi dell’allevamento, e di una miscela di acidi ed oli essenziali (AVIGRO®) fino alla macellazione, sulle performance produttive di tacchini femmine rispetto all’integrazione con estratti vegetali (Citrus). Il programma è stato studiato in modo di sfruttare l’azione più energica del FORMYL SC® nelle prime fasi del ciclo quando maggiori possono essere i problemi da contaminazioni atteriche, sostituendolo successivamente con AVIGRO® capace di mantenere il buono stato sanitario degli animali.

18 Settembre 2003

2003 – IMPIEGO DI OLII ESSENZIALI ED ESTRATTI DI PIANTE NEL CONTROLLO DELL’ISTOMONIASI DEL TACCHINO: PROVE DI CAMPO ED INDAGINI DI LABORATORIO

L’istomoniasi (nota anche con il termine di “tiflo-epatite”) è una malattia contagiosa sostenuta da un protozoo flagellato, Histomonas meleagridis.
L’infezione si contrae attraverso un nematode (Heterakis gallinarum) che funge da ospite intermedio del protozoo. Recentemente è stata dimostrata anche la trasmissione diretta da un animale all’altro per via cloacale (4). La malattia colpisce soprattutto il tacchino, ma viene segnalata anche nel pollo e in altri volatili sia domestici che selvatici. L’incidenza di questa patologia è in aumento per due motivi: a) La diffusione di allevamenti “free range”. b) La totale mancanza di presidi farmacologici efficaci sia nella prevenzione che nella cura dell’istomoniasi (1). Con la messa al bando dei nitroimidazolici e, a partire dal 31/03/2003 (Reg. 1756/2002 del 23/09/2002), del nifursol, i veterinari del settore avicolo si trovano privi di strumenti in grado di contrastare efficacemente la malattia. In tale situazione si è cercato di attuare un controllo della problematica in campo ponendo particolare attenzione ai seguenti aspetti: a) biosicurezza mirata, in particolare, al controllo dell’Heterakis gallinarum mediante trattamenti sistematici alla partenza del ciclo; b) monitoraggio, in momenti precisi del ciclo produttivo, della presenza dei protozoi; c) impiego nel mangime di un prodotto naturale a base di estratti vegetali ottenuti per distillazione da più specie di piante officinali, purificati e concentrati (Fitotril®). L’attività del prodotto Fitotril®, dovuta alla sua particolare composizione, è stata precedentemente verificata con test sperimentali in vitro sulla sensibilità dei singoli patogeni (5). Le prove in campo sono state effettuate in due diversi momenti.
Nel 2002 si è confrontata l’efficacia di campo in quattro diversi capannoni di un unico allevamento di un mangime additivato con nifursol rispetto ad un mangime contenente Fitotril® nel controllo dell’insorgenza di istomoniasi, nelle rese al macello e nell’indice di conversione dell’alimento (ICA) (Caso n. 1). Successivamente, nel 2003, si è verificata l’efficacia di campo nel controllo dell’insorgenza dell’istomoniasi, nelle rese al macello e nell’ICA di un mangime contenente Fitotril® in due gruppi integrati, coinvolgendo un totale di circa 100.000 capi su 5 diversi allevamenti (Caso n. 2). In tutte le prove si è cercato di rivolgersi ad allevamenti con condizioni e tecnologie di allevamento considerate a maggior rischio di malattia.

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