Atti dei convegni

18 Settembre 2003

2003 – CASI DI CHERATOCONGIUNTIVITE DA MYCOPLASMA GALLISEPTICUM IN POLLASTRE COMMERCIALI

Mycoplasma gallisepticum (MG), notoriamente implicato in forme respiratorie nel pollo e in altre specie domestiche, causa di scarti al macello e di problemi di deposizione, è segnalato recentemente come causa di lesioni oculari sia in specie domestiche (1), sia in selvatici (2,3). Tali forme sono state descritte anche in Italia in varie tipologie di allevamento (4).
Vista la peculiarità di tali forme e i problemi che pongono dal punto di vista epidemiologico e patogenetico, abbiamo ritenuto interessante descrivere 2 casi recentemente osservati in grossi allevamenti di pollastre commerciali.

18 Settembre 2003

2003 – CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE DI ROTAVIRUS IDENTIFICATI IN CORSO DI FOCOLAI DI ENTERITE TRASMISSIBILE DELLA STARNA (PERDIX PERDIX): RISULTATI PRELIMINARI

I Rotavirus sono virus a RNA responsabili di gravi patologie post-natali in mammiferi ed uccelli; le enteriti da rotavirus vanno assumendo un ruolo preminente negli allevamenti avicoli a causa delle significative perdite economiche che determinano (6).
La presenza di rotavirus in corso di infezioni enteriche nella starna è stata evidenziata alla microscopia elettronica alla fine degli anni ’80 (2, 6). Forme di enterite trasmissibile, causa di elevata mortalità nella prima settimana di vita, verosimilmente riferibili alla stessa eziologia, erano state già precedentemente segnalate (3, 7) in allevamenti di starne a scopo di ripopolamento. Nell’ambito dei rotavirus vengono distinti 7 sierogruppi (A, B, C, D, E, F, G) sulla base delle caratteristiche antigeniche della proteina capsidica VP6 e numerosi elettroferotipi sulla base della mobilità elettroforetica degli 11 segmenti di RNA a doppia catena (dsRNA) (1). I dati relativi alle caratteristiche antigeniche e genomiche dei rotavirus aviari sono scarsi, soprattutto a causa delle difficoltà nell’adattare in coltura cellulare tali ceppi che appartengono in prevalenza al gruppo non-A, per cui ai fini di uno studio approfondito delle caratteristiche di tali virus si rende necessario il ricorso a metodiche biomolecolari. L’elettroforesi in condizioni denaturanti permette la caratterizzazione preliminare dei rotavirus mediante l’analisi dei profili di migrazione elettroforetica degli 11 segmenti di dsRNA (8, 9). La presenza di differenti profili elettroforetici dipende dal riassortimento genico tipico dei virus a genoma segmentato. L’analisi accurata degli elettroferotipi consente di effettuare indagini epidemiologiche e di individuare la presenza di eventuali ceppi endemici.
Il presente lavoro riporta i risultati dell’analisi elettroforetica svolta su ceppi di rotavirus identificati in focolai di enterite trasmissibile della starne allo scopo di individuare gli elettroferotipi circolanti in tale specie.

18 Settembre 2003

2003 – VARIABILITÀ GENETICA ED EPIDEMIOLOGIA DEGLI APEC LUNGO LA FILIERA AVICOLA

La caratteristica di E. coli in tutte le specie animali, compreso l’uomo, è quella di far parte, in gran numero, della normale flora batterica intestinale (ceppi commensali) e di essere la causa, in un numero limitato di ceppi, di infezioni intestinali od extra-intestinali (ceppi patogeni). A questo ultimo gruppo appartengono gli APEC (Avian Pathogenic Escherichia coli).
E’ quindi fondamentale l’uso di un efficiente metodo di differenziazione dei ceppi commensali da quelli patogeni: la tradizionale sierotipizzazione dei ceppi isolati, i test di sensibilità e , negli ultimi anni, i fattori di virulenza, forniscono numerose informazioni per la diagnostica ma non sufficienti per lo studio epidemiologico della malattia.
E’ stato ad esempio dimostrato che ognuno dei sierogruppi prevalenti O1, O2, O78 è composto da cloni geneticamente diversi (9). Forse, anche per quanto sopra esposto, in bibliografia numerosi sono i riferimenti agli agenti infettivi predisponenti la colibacillosi (es. Mycoplasma gallisepticum, virus della bronchite infettiva) mentre solo in pochi lavori è stata approfondita l’epidemiologia degli APEC e le azioni da intraprendere per prevenire e controllare la colibacillosi.In genere i metodi che differenziano il genotipo come la RAPD (1) (6) sono considerati più discriminatori dei metodi fenotipici e la combinazione dei dati dà le informazioni più complete.
La tecnica della RAPD si basa sul principio per cui un singolo oligonucleotide, scelto arbitrariamente, può appaiarsi in siti diversi del genoma su entrambi i filamenti del DNA; se questi distano non più di qualche kb tra loro la regione genica compresa tra essi può essere amplificata. Poiché questo appaiamento avviene in modo casuale più volte nel genoma, si ottiene un profilo di fingerprinting specifico per specie o ceppo.
Alcuni studi hanno valutato le relazioni genetiche tra ceppi patogeni isolati da casi di colisetticemia (3) o da casi di Swollen Head Syndrome, onfaliti e commensali (2) ma non risultano studi su ceppi di E. coli provenienti da casi di colibacillosi lungo la filiera riproduttore-incubatoio-ingrasso.

18 Settembre 2003

2003 – DIAGNOSI BATTERIOLOGICA E BIOMOLECOLARE DELLA COLIBACILLOSI NEL POLLO

La colibacillosi è una delle principali cause di mortalità negli allevamenti avicoli con alte perdite economiche. I ceppi patogeni di Escherichia coli aviari (APEC, Avian Pathogenic Escherichia coli) causano una varietà di lesioni come polisierosite, aerosacculite, pericardite, peritonite, salpingite, sinovite, osteomielite e infezioni del sacco vitellino (4). La via di infezione più comune è quella respiratoria frequentemente seguita da setticemia (6). Sebbene E.coli sia presente nella normale microflora ambientale e del tratto intestinale del pollo, certi ceppi esprimono uno o più fattori di virulenza in grado di causare malattia (4).
Storicamente la patogenicità dei ceppi APEC è stata ricercata mediante tipizzazione sierologica del ceppo isolato in quanto, a seconda degli autori, i sierotipi più frequentemente riscontrati (O1, O2, O78) erano presenti nel 15-61% dei casi di colibacillosi (1).
Negli ultimi anni sono state approfondite le conoscenze sui fattori di virulenza degli APEC dimostrando come essi utilizzino differenti meccanismi di azione rispetto agli E.coli responsabili delle forme
enteriche dei mammiferi.
Tra i fattori di virulenza maggiormente studiati e documentati in bibliografia vi sono: le fimbrie di tipo 1 (3), il Tsh (Temperature-sensitive haemoagglutin) (2), le fimbrie di tipo P e il sistema aerobactina (5).
Le fimbrie di tipo 1 e il Tsh sono dei fattori di adesione in grado di permettere la colonizzazione degli APEC alla trachea (fimbrie) ed ai sacchi aerei (Tsh).
La resistenza, nel torrente circolatorio, all’azione del complemento e alla fagocitosi macrofagica, è conferita dalle fimbrie di tipo P e dai lipopolisaccaridi capsulari (LPS). Il sistema aerobactina permette a E.coli di acquisire il ferro libero ematico che altrimenti non sarebbe presente in concentrazione sufficiente per la sua sopravvivenza.
La biologia molecolare ha individuato le sequenze geniche di questi fattori di virulenza e, con il presente lavoro, si intende caratterizzare con PCR (Polimerase Chain Reaction) la loro distribuzione in alcuni allevamenti del nord Italia considerando il loro valore diagnostico a supporto di quello fornito dalla batteriologia tradizionale.

18 Settembre 2003

2003 – SVILUPPO, VALIDAZIONE E STANDARDIZZAZIONE DI UN TEST ELISA COMPETITIVO PER LA RICERCA DEGLI ANTICORPI CONTRO LA MALATTIA DI NEWCASTLE

La malattia di Newcastle (ND) o pseudopeste aviare è una delle patologie più diffuse a livello mondiale nonché una delle maggiori cause di perdite per le specie aviarie, raggiungendo nelle specie sensibili picchi di mortalità superiori al 50%. Il virus responsabile della malattia è un Paramyxovirus tipo 1 appartenente al genere Avulavirus, famiglia dei Paramyxoviridae ordine dei Monegavirales.
La malattia è inclusa nella Lista A dell’Office International des Epizooties (OIE) e al riguardo sono state emanate specifiche misure di legge in tutta la comunità europea (92/66/CEE), recepite in Italia dal DPR 657/96.
L’indagine sierologica è il principale metodo utilizzato per evidenziare la presenza di anticorpi specifici nel siero, in particolare con i test di inibizione dell’emoagglutinazione (HI) e di siero neutralizzazione (SN). Il test ELISA in esame si propone come valida alternativa ai tradizionali test anche per specie diverse da pollo e tacchino.

18 Settembre 2003

2003 – PROVE PRELIMINARI D’INFEZIONE SPERIMENTALE SU POLLI SPF (SPECIFIC PATHOGEN FREE) CON DUE CEPPI DI BRACHYSPIRA PILOSICOLI E UNO DI BRACHYSPIRA INTERMEDIA

Le spirochete intestinali del genere brachispira, sono batteri anaerobi, spiraliformi, che colonizzano il grosso intestino e possono causare malattia enterica in diverse specie animali. Questi organismi hanno esigenze di crescita particolari replicando, infatti, solo su terreni selettivi in condizioni di anaerobiosi. Negli ultimi dieci anni, la colonizzazione intestinale da spirochete è stata riconosciuta come una causa di diarrea e perdita produttiva in riproduttori pesanti e leggeri (7). Nei soggetti adulti con spirochete intestinali, i segni clinici includono diarrea o steatorrea, uova di peso ridotto ed imbrattate di feci, ridotte percentuali di crescita, aumento di consumo dell’alimento e malassorbimento (4) (5). La colonizzazione nei soggetti adulti tende alla cronicizzazione (1).
Tre sono le specie del genere Brachyspira identificate come patogene per il pollo: Brachyspira pilosicoli, Brachyspira intermedia e Brachyspira alvinipulli. (2) (6). Questa comunicazione descrive un modello d’infezione sperimentale su polli S.P.F. a partire da tre ceppi di brachispire isolati due dalla specie pollo (Brachyspira pilosicoli, Brachyspira intermedia) ed uno dalla specie suina (Brachyspira pilosicoli).

18 Settembre 2003

2003 – PRIMO ISOLAMENTO DI BRACHYSPIRA INTERMEDIA DAL POLLO IN ITALIA

Le prime segnalazioni cliniche e anatomopatologiche della spirochetosi intestinale aviare risalgono agli inizi del ‘900, ma solo nel 1986 Davelaar (3) ha dimostrato la presenza di spirochete sulla mucosa intestinale di ovaiole malate. Ulteriori studi condotti in Olanda, Inghilterra, Usa e Australia hanno consententito di rilevare che si tratta di una patologia comune nel pollame, ma la cui prevalenza è notevolmente sottostimata poiché l’isolamento di Brachyspira spp. richiede metodiche che non rientrano nelle procedure routinarie dei laboratori diagnostici (6). Ad oggi, tre specie di spirochete sono state riconosciute come potenziali patogeni nel pollame: Brachyspira intermedia, B. pilosicoli e B. alvinipulli (6).
La spirochetosi intestinale aviaria (AIS) è definita come una patologia enterica subacuta o cronica, caratterizzata da quadri clinici, morbidità e letalità variabili. (8). La forma clinica si manifesta con quadri di gravità variabile, caratterizzati da diarrea, umidità della lettiera, deposizione di uova imbrattate di feci, cloaca imbrattata di materiale fecale, aumento del contenuto in grasso delle feci, ritardi e cali dell’ovodeposizione, riduzione del peso delle uova, aumento del consumo alimentare, ritardi nell’accrescimento, difficoltà nella digestione (6).

18 Settembre 2003

2003 – SINDROME NEUROLOGICA PERIFERICA (PNS) IN GALLINE LEGGERE BIANCHE

La forma classica della Malattia di Marek (MD) si presenta fra i 3 e i 5 mesi di vita con lesioni che interessano i nervi periferici provocando infiltrazione linfoide, demielinizzazione e paralisi degli arti. E’ comune il coinvolgimento dei nervi brachiali e ischiatici con progressiva paralisi di tipo spastico delle ali e delle zampe. I soggetti colpiti non sono in grado di deambulare e di mantenere la posizione eretta ed alcuni presentano il divaricamento degli arti. Nel nostro Paese la MD è tenuta sotto controllo grazie al largo utilizzo della profilassi vaccinale. In particolare le linee leggere vengono vaccinate ad un giorno di vita per via intramuscolare nel collo e nella coscia con una dose doppia di due vaccini contenenti rispettivamente il sierotipo 3 (ceppo HVT) ed il sierotipo 1 attenuato (ceppo CVI 988). Nel presente lavoro si descrive una sindrome neurologica periferica che frequentemente si osserva nelle linee commerciali leggere con caratteristiche simili alla forma classica della MD ma che si diversifica per i seguenti aspetti: età di comparsa, indice di morbilità e mortalità, assenza di lesioni viscerali e andamento nel tempo. In particolare si riportano i dati relativi a due casi clinici di paralisi spastica periferica in galline bianche leggere.

18 Settembre 2003

2003 – UTILIZZO DELLA RANDOM AMPLIFIED POLYMORPHIC DNA (RAPD) PER DIFFERENZIARE CEPPI DI MYCOPLASMA GALLISEPTICUM VACCINALI DA CEPPI DI CAMPO

La micoplasmosi da Mycoplasma gallisepticum (MG) è una patologia prevalentemente respiratoria del pollame, nota da molto tempo e ancora oggi non risolta. Nel nostro paese, infatti, negli ultimi anni ha avuto una recrudescenza nel pollo e nel tacchino causando gravi perdite economiche (4). Il controllo dell’infezione da MG può essere ottenuto con l’eradicazione, il trattamento farmacologico o programmi di vaccinazione. Nel nostro paese sono registrati due vaccini vivi non patogeni: 6/85 e ts-11.
La differenziazione dei ceppi vaccinali rispetto a quelli di campo è molto importante per poter identificare problemi correlati alla vaccinazione, per identificare ceppi di campo responsabili della patologia presente o per indagini epidemiologiche.
I ceppi di MG possono essere distinti sulla base dello studio della patogenicità e della caratterizzazione genotipica e fenotipica (5).
È possibile dimostrare la diversità dei ceppi vaccinali rispetto ai ceppi di campo utilizzando una RAPD (random amplified polymorphic DNA); si utilizza un kit commerciale contenente 6 primers che permette di ottenere un patterns di bande differente fra i ceppi vaccinali e i ceppi di campo (1).

18 Settembre 2003

2003 – POLYMERASE CHAIN REACTION E COLTURE CELLULARI: DUE TECNICHE DIAGNOSTICHE A CONFRONTO PER L’IDENTIFICAZIONE DEL VIRUS DELL’ANEMIA INFETTIVA AVIARE

Il virus dell’anemia infettiva del pollo (CIAV) è l’agente causale dell’anemia infettiva aviare (CIA) che venne descritta per la prima volta da Yuasa et al. nel 1979 (4). Si tratta di una malattia virale trasmissibile del pollo il cui agente eziologico è ubiquitario e molto resistente nell’ambiente. Nell’animale determina un’anemia aplastica generalizzata con prevalente atrofia transitoria linfoide T e conseguente depressione della risposta immunitaria cellulo-mediata. L’infezione da CIAV avviene sia per trasmissione verticale che orizzontale. In diagnostica viene usata prevalentemente la linea cellulare MDCC-MSB1 (linfoma splenico) per identificare ed isolare il virus CIAV. Nel 2002 abbiamo dimostrato la possibilità di utilizzare la polymerase chain reaction (PCR) per identificare il virus dell’anemia infettiva da sospensioni cellulari risultate positive sulla linea cellulare MDCC-MSB1 (3). Da gennaio 2003 abbiamo iniziato ad applicare la tecnica molecolare nella routine diagnostica sempre in parallelo con l’esame tradizionale su colture cellulari. In questo modo abbiamo potuto verificare l’utilizzo della tecnica di PCR per l’identificazione del virus.

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